1 Samuele 5:9: Il flagello del Signore sui Filistei
“Così trasportarono a Gat l'arca del Dio d'Israele. E quando l'ebbero trasportata, la mano del SIGNORE fu contro la città che si fece prendere da un grande panico. Il SIGNORE colpì gli uomini della città, piccoli e grandi, e un flagello d'emorroidi scoppiò in mezzo a loro”.
La pratica di catturare gli dèi di un nemico come un trofeo, era comune nelle guerre nell'antico Medio Oriente.
L’arca del Dio d’Israele era l’arca del patto, dove il Signore rivelava la Sua volontà ai Suoi servi (Esodo 25:22; 30:36; Levitico 16:2; Giosuè 7:6), in questo modo serviva come simbolo della presenza divina che guidava il Suo popolo (1 Samuele 4:21-22; 6:19-20).
I Filistei sconfiggono gli Israeliti in battaglia e presero l’arca del patto (1 Samuele 5:10-11) e la trasportarono ad Asdod nel tempio della loro divinità nazionale “Dagon” (cfr. Giudici 16:23; 1 Cronache 10:10).
Forse i Filistei pensavano di dargli sinceramente adorazione e onore accanto al loro dio Dagon, di arruolarlo per un futuro aiuto offrendogli lo stesso status di Dagon. Ma il Signore non era il "dio dei Filistei", né avrebbe accettato l'adorazione insieme a nessun'altra divinità (cfr. per esempio Esodo 20:2-3; 23:13; Atti 15:29; 1 Giovanni 5:21). L’arca di Dio apparteneva al popolo che aveva scelto e redento dall'Egitto, doveva essere portato nella terra che aveva promesso ad Abraamo.
Oppure gli oggetti presi ai nemici e portati nel tempio potevano servire come doni di gratitudine al proprio dio per la vittoria riportata.
Mettere l'arca del Signore nel tempio di Dagon poteva essere un segno di ringraziamento a Dagon per la vittoria su Israele.
Oppure mettendo l’arca di Dio vicino a Dagon, si supponeva che Dagon si era dimostrato superiore al Signore sul campo di battaglia e fosse passato sotto il controllo del dio conquistatore pagano. Quindi, secondo i Filistei, era giusto che il Signore servisse Dagon, proprio come Israele avrebbe servito la Filistia, questo era il ragionamento dei Filistei, ma così non si è dimostrato! Con la vittoria, i Filistei pensavano erroneamente che il possesso dell'arca implicava un controllo effettivo del Signore.
Se in 1 Samuele 4, sia Israele e persino i Filistei si aspettavano che la mano del Signore fosse vittoriosa in favore del Suo popolo con la presenza dell’arca, ma così non è stato perché vinsero i Filistei, quindi implicitamente il loro dio Dagon avevano ottenuto una vittoria totale su di Lui. Ma al capitolo 5 le cose cambiano, ogni aspettativa di sopravvento che Dagon avrebbe continuato ad avere è totalmente invertita, il Signore umilia Dagon proprio nel suo santuario! Infatti, il giorno dopo gli abitanti di Asdod trovarono Dagon caduto con la faccia a terra davanti l’arca del Signore; e questo implica che Dagon era in una posizione di riverenza e sottomissione verso il Signore (per esempio Genesi 19:1; 24,52; Neemia 8:6; cfr. Salmo 97:7; Isaia 19:1), così viene sottolineata l'inutilità delle pratiche idolatriche dei Filistei (cfr. per esempio Salmo 115:3-8; Isaia 44:9-20; Geremia 10:5; Abacuc 2:18; Atti 19:26; 1 Corinzi 8:4).
I Filistei lo presero e lo rimisero al suo posto.
Robert D. Bergen scrive: “Il loro dio, ritenuto così virile sul campo di battaglia, nei confini della propria dimora non aveva nemmeno la forza di sollevare il viso dalla polvere!”
L'umiliante atto di abbassamento di Dagon si ripeté la mattina seguente, a prova che gli eventi del giorno precedente non erano stati casuali. Dagon era caduto di nuovo con la faccia a terra sempre davanti l’arca del Signore, ma c’è una novità: la sua testa e le sue mani erano mozzate e rimaneva solo il tronco (1 Samuele 5:1-4). Questo indicava la completa sconfitta.
Era una pratica comune in tempo di guerra, tagliare e raccogliere le teste, o le mani dei caduti per dimostrare la vittoria (cfr. per esempio 1 Samuele 17:51; 31:9; 2 Samuele 4:12), così la testa e le mani mozzate di Dagon nella nostra storia è il risultato simbolico della sua sconfitta in guerra. Un trofeo preso da un'altra divinità annunciava la vittoria, ora è dolorosamente chiaro ai Filistei che gli annuncia la sconfitta.
Sempre Robert D. Bergen scrive: “L'eroe divino conquistatore dei Filistei era stato umiliato e poi giustiziato senza pietà nella sua stessa roccaforte”.
Dagon si dimostra impotente a casa sua nonostante le pretese contrarie dei Filistei.
Mentre i Filistei immaginano con vanagloria che il Signore sia caduto nelle loro mani, in realtà era il contrario.
Poi la mano del Signore, a differenza delle mani mozzate di Dagon (1 Samuele 5:4) si aggravò sugli abitanti di Asdod portando distruzione e colpendoli di emorroidi.
I Filistei erano consapevoli che il Signore aveva portato ogni sorta di flagelli contro l'Egitto in una generazione precedente (cfr. 1 Samuele 4:8), ora lo dovevano sperimentare, ora dovevano imparare in prima persona il Suo vero potere nella storia, e poiché l'arca del Signore aveva significato la sconfitta sia per Dagon che per se stessi come in Egitto, sperimentando sulla loro pelle un tipo di flagello, la Sua continua presenza era intollerabile, allora gli abitanti di Asdon, come è scritto in 1 Samuele 5:9, presero la decisione di trasportare l’arca del Signore a Gat, perché la mano del Signore era pesante su di loro e il loro dio Dagon. Ma anche a Gat successe la stessa cosa che ad Asdon, il Signore colpì tutti, piccoli e grandi di emorroidi, la gente fu presa da grande panico (1 Samuele 5:6-9).
Così i Filistei mandarono l’arca a Ecron e avvenne la stessa cosa con grandi sofferenze e decisero di rimandare l’arca a Israele (1 Samuele 5:10-6:12); questo sarebbe stato l'unico modo in cui i Filistei avrebbero liberato l'arca dopo che il Signore scatenò il Suo potere punitivo e il Suo giudizio su di loro per aver preso l’arca del Signore che apparteneva a Israele.
Il loro ragionamento è semplice: l'arca del Dio d’Israele ha causato la morte in mezzo a noi, quindi l'unico modo per fermare questo è di riportarla in Israele; in questo modo il terrore mortale sarà rimosso (1 Samuele 5:11-12; cfr. Esodo 12:29–32).
Cosa impariamo da questa storia?
1) Il Signore non si lascia usare dai popoli
Quello che è accaduto alla statua di Dagon, ci fa capire che la sconfitta e la sottrazione dell'arca dei Filistei non è stata a causa del potere di Dagon, ma a causa del dispiacere e del giudizio del Signore sul Suo stesso popolo.
Il Signore permise alla Sua arca di cadere nelle mani Filistee per mostrare a Israele che non potevano usarla come un talismano portafortuna (cfr. 1 Samuele 4:1-8), e per umiliare i nemici Filistei per averne fatto un trofeo.
Israele era caduto in questo tipo di pensiero quando aveva riposto la sua fiducia nell'arca, usandola come un talismano portafortuna dimenticando Dio stesso.
Ma Dio non è una cosa da manipolare e controllare, un oggetto da mettere sullo scaffale e da usare a nostro capriccio.
I filistei pensavano ai loro dèi come oggetti, idoli che adoravano per ottenere un vantaggio nei problemi della vita, e volevano fare la stessa cosa con il Signore.
Il Signore non si lascia usare da nessuno dei due gruppi in questo modo.
2) Il Signore non può essere adottato come una divinità a proprio uso e consumo
Questa storia attesta il rapporto unico del Signore con il popolo d’Israele.
Il Signore non è uno dei tanti dèi venerati dai popoli che circondano Israele; perciò non servirà eserciti stranieri che rubano la Sua arca e cercano di adottarlo nel loro pantheon e usare il Suo potere contro il Suo popolo d’Israele.
3) Il Signore è più grande di qualsiasi divinità
Il Signore non è un dio tra i tanti: è l'unico e solo vero Dio, che non permette a nessuno di adottarlo accanto ad altri dèi.
Questa storia ci fa capire che il Signore, il Dio d’Israele è superiore a qualsiasi divinità, o forza spirituale!
Questa storia ha lo scopo di mostrare l'impotenza degli adoratori di Dagon e di Dagon stesso di fronte al giudizio del Signore, il Dio di Israele.
E questo perché:
4) Il Signore ha dimostrato di essere un Dio vivente, vero e potente
Nonostante la spavalderia Filistea (cfr. 1 Samuele 4:9), il Signore non è sopraffatto né dalla forza umana né da Dagon!
I Filistei sono stati costretti a rendersi conto che la loro conquista di Israele non implicava che abbiano sconfitto il Signore, il vero Dio.
Geremia 10:10 dice: “Ma il SIGNORE è il vero Dio, egli è il Dio vivente, e il re eterno; per la sua ira trema la terra, e le nazioni non possono resistere davanti al suo sdegno".
Martyn Lloyd-Jones dice: "Quando pensi di averlo sconfitto, allora è attivo; quando pensi di averlo prigioniero, abbatte il tuo dio. Egli è Dio che non può essere trattenuto, illimitato, assoluto, eterno, il Dio vivente".
Il Dio vivente e vero ha dimostrato di essere potente sia su Dagon che sui Filistei quando la Sua mano pesante li ha colpiti con il flagello delle emorroidi e morte.
Non c'è alcuna possibilità di resistere al giudizio di Dio, né ora né alla fine.
In Ebrei 10:31 è scritto: “È terribile cadere nelle mani del Dio vivente”.
Per questo motivo, tutti noi dobbiamo fare i conti con Dio, davanti al quale dipendiamo, cioè "viviamo, ci muoviamo e siamo" (Atti 17:28).
5) Il Signore insegnò che Egli è l'unico vero Dio ed è un Dio geloso
Esodo 20:2-3 dice: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”.
In Isaia 46:9 sempre il Signore ci dice: “Ricordate il passato, le cose antiche; perché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro; sono Dio, e nessuno è simile a me”. (cfr. Deuteronomio 6:4).
Il Signore non tollererà se gli facciamo un po' di spazio sullo scaffale accanto agli altri nostri idoli.
Egli esige sovranità esclusiva nella nostra vita!
Egli non condividerà il Suo regno con i nostri idoli moderni!
Pertanto liberati dei tuoi idoli!