Filippesi 3:20-21: L’attesa del ritorno di Gesù Cristo
Con il passare degli anni, spesso ci troviamo deboli e indifesi, e possiamo essere scoraggiati nel vedere i nostri corpi che stanno invecchiando, decadendo e avvicinando alla morte.
Al pensiero della morte moltissime persone ne sono angosciate, ma la speranza dei veri cristiani è la loro cittadinanza eterna nei cieli da dove verrà anche il Salvatore e Signore Gesù Cristo che trasformerà i nostri corpi rendendoli gloriosi.
La glorificazione è la trasformazione radicale sia del corpo che dell'anima dei credenti, perfezionandoli nella santità, e quindi adattandoli alla vita eterna in perfetta comunione con il Dio uno e trino.
Questi versetti ci dicono perché dovremmo dirigere la nostra attenzione alle cose celesti.
Prima di tutto vediamo:
I L’ATTESA IMPAZIENTE
Nel v. 20 leggiamo: “La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore”.
La cittadinanza dei veri cristiani è nei cieli da dove aspettano impazientemente il ritorno di Gesù!
Il cielo non è solo uno stato mentale, è anche un luogo reale, tangibile dove vive Gesù l'uomo risorto con un corpo glorificato.
“Da dove” (ex hou) indica l’origine da dove proviene Gesù, quindi dai cieli e non dalla terra, indica la Sua provenienza trascendente.
“Anche” (kai) si riferisce al fatto che non solo i cieli è dove hanno la cittadinanza i veri cristiani, ma indica che da lì aspettano il loro Salvatore, Gesù Cristo il Signore.
Gesù era in cielo prima di venire sulla terra (cfr. Giovanni 1:1-3; 3:16; 17:3-5), venne in assoluta umiltà e obbedienza al Padre, per morire e salvare i peccatori (cfr. per esempio Filippesi 2:6-8; 1 Timoteo 1:15).
Dopo la resurrezione, Gesù con un corpo glorificato è ritornato in cielo (cfr. per esempio Luca 24:51; Atti 1:9,11; 7:55; 1 Pietro 3:22) da dove ritornerà e porterà con sè i credenti (cfr. Matteo 24:30; Marco 13:26-27; Luca 17:22–37; Giovanni 14:2–3; Atti 1:11; Colossesi 3:1–4; 1 Tessalonicesi 4:15–5:4; 2 Tessalonicesi 1:7–10; Apocalisse 19:11–21).
“Aspettiamo” (apekdechometha - presente indicativo medio o passivo) è attendere ogni giorno con trepidazione o impazienza, è un desiderio ardente, intenso e sincero, la persistenza e felice attesa del cristiano per il ritorno di Gesù Cristo.
Nessuno di noi sa quando sarà quel giorno (cfr. Matteo 24:30-36; 25:13), ma dobbiamo aspettare con prontezza, impazienza, fedeltà ed entusiasmo il ritorno di Gesù Cristo.
Quindi, “aspettiamo” è un verbo di intensa attesa con la quale i credenti attendono gli eventi del tempo della fine (cfr. per esempio Romani 8:19,23; 1 Corinzi 1:7).
Con il plurale “aspettiamo”, Paolo caratterizza l'intera comunità cristiana come una comunità di speranza: tutti i membri di questa comunità attendono con ansia l'apparizione del loro Salvatore e Signore.
La loro speranza contrasta con la speranza di coloro che hanno l’animo alle cose terrene.
L'ultima speranza per la chiesa nel mondo è la sua liberazione quando Gesù ritornerà.
Tutti i cristiani dovrebbero aspettare con trepidazione e impazienza Gesù Cristo, non solo alcuni.
Ma Wayne Grudem scrive: "I cristiani desiderano davvero ardentemente il ritorno di Cristo? Più i cristiani sono presi a godere delle cose buone di questa vita, e più trascurano la genuina comunione cristiana e il loro rapporto personale con Cristo, meno aneleranno al Suo ritorno. D'altra parte, molti cristiani che stanno vivendo sofferenze o persecuzioni, o che sono più anziani o infermi, e coloro il cui cammino quotidiano con Cristo è vitale e profondo, avranno un desiderio più intenso per il suo ritorno. In una certa misura, quindi, il grado in cui desideriamo effettivamente il ritorno di Cristo è una misura della condizione spirituale della nostra vita in questo momento".
Qual è la misura della tua condizione spirituale? Lo puoi sapere dal grado di desiderio che hai del ritorno di Gesù Cristo!
Paolo definisce la natura di Gesù Cristo.
Prima di tutto dice che è:
A) Salvatore
“Il Salvatore” (v.20).
Il titolo "Salvatore" (sōtēra) si riferisce tipicamente a "colui che salva" o “colui che libera” le persone da un serio, grande pericolo.
John Newton disse: “Ricordo due cose: sono un grande peccatore e Cristo è un grande Salvatore”.
Paolo afferma che lui e tutti i cristiani, guardano al futuro, al ritorno di Gesù Cristo dal cielo (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 1:10).
Per Paolo, lo sfondo di questo titolo era la “Settanta”, dove il Signore, Yahweh è regolarmente chiamato "Salvatore".
Come per "Signore" in Filippesi 2:11 (cfr. per esempio Isaia 45:23), Paolo guidato dallo Spirito Santo, prese un titolo dell'Antico Testamento (la Settanta – per esempio Isaia 12:2; 17:10; 45:15,21; Abacuc 3:18) che si riferiva al Signore (Yahweh) e lo applicò a Gesù, e questo ci fa capire che Gesù era ed è di natura divina.
Il titolo “Salvatore” nel Nuovo Testamento è usato per Dio (cfr. per esempio Luca 1:47; 1 Timoteo 1:1; 2:3; 4:10; Tito 1:3; 2:10; 3:4; Giuda 25), e come vediamo qui anche per Gesù.
Gesù è il Salvatore del mondo, che salva il Suo popolo dalla colpa, dal potere del peccato e dalla miseria come sua conseguenza, dal castigo, dalla morte eterna, e dona loro la vita eterna e la beatitudine nel Suo regno (cfr. per esempio Matteo 1:21; Luca 2:11; Giovanni 4:42; Atti 5:31; 13:23; Efesini 5:23; 2 Timoteo 1:10; Tito 1:4; 2:13; 3:62 Pietro 1:1,11; 2:20; 3:2, 18; 1 Giovanni 4:14).
Gesù al Suo ritorno, realizzerà la fase finale dell'opera salvifica, o di liberazione di Dio dall'ira di Dio (cfr. per esempio Romani 5:9; 1 Corinzi 3:15; 5:5; 1 Tessalonicesi 1:10; 5:19) per introdurci nella gloria eterna (cfr. per esempio 2 Corinzi 4:17; Colossesi 3:4; 2 Timoteo 2:10; 1 Ebrei 2:10; Pietro 5:10).
Così in Filippesi 3:20, “Salvatore” si riferisce alla fine dei tempi, cioè alla salvezza, o alla liberazione finale (cfr. per esempio Ebrei 9:28).
Il titolo "Salvatore" potrebbe aver avuto un significato speciale per quelli come i Filippesi che vivevano nell'impero romano.
L'imperatore e altri importanti statisti e governanti, così come gli dèi romani, erano talvolta chiamati "salvatori", e questo spesso aveva a che fare con il fatto che proteggevano, o facevano del bene al popolo.
Ai Cesari, gli imperatori romani, gli fu riconosciuto che avevano portato un'epoca di pace, ordine e prosperità.
Quindi il titolo non suggeriva necessariamente la divinità, e non aveva nulla a che fare con la salvezza dal peccato, ma solo benefici in questa vita.
Per esempio “Giulio Cesare era chiamato ‘dio e sovrano assoluto e salvatore del mondo’” (Sprankle, T. D., & Moore, T).
Giulio Cesare fu salutato a Efeso nel 48 d.C. come "il dio reso manifesto, progenie di Ares e Afrodite e salvatore comune della vita umana".
Augusto era chiamato "salvatore dell'umanità".
Adriano era chiamato "salvatore del mondo".
L'imperatore al tempo dei Filippesi, Nerone, fu in seguito definito "salvatore e benefattore del mondo"
Non c’è nessuna prova che Paolo usi questo titolo con un tono polemico anti-imperialista diretto, ma certamente usando questa designazione per Gesù insieme a "cittadinanza nei cieli", Paolo indirettamente stava indirizzando i Filippesi a ricordare che Gesù è il Salvatore e non Cesare!
In ogni epoca, in ogni cultura, in ogni nazione, Gesù, piuttosto che qualsiasi altra persona, ha dato la speranza e la soluzione ultima ai mali dell'umanità.
Atti 4:12, parlando di Gesù, dice: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.
La salvezza non si trova in nessun altro, solo in Gesù Cristo!
Questo perché non c'è nessun altro nome dato sotto il cielo con il quale dobbiamo essere salvati.
Non c'è nessun’altra persona a cui rivolgersi per la salvezza!
Dio ha stabilito la salvezza di una persona solo attraverso Gesù e nessun altro!
Non c'è nessun altro oltre a Gesù che ha l’autorità e i mezzi per salvarci!
Solo Gesù Cristo è il Salvatore!
Ben Witherington III scrive: "Pietro [e/o Luca] non è un sostenitore delle nozioni moderne di pluralismo religioso".
Pietro afferma l'esclusività di Gesù come via di salvezza!
Non c'è altro nome sotto il cielo dato agli uomini se non il nome di Gesù!
Nessun'altra via di salvezza è possibile se non la sola fede solo in Gesù Cristo!
Questa dichiarazione assoluta, radicale ed esclusivista sembra arrogante a meno che non sia vero!
Nel nostro tempo, non è l'affermazione che Gesù salva che è offensiva, ma l'insistenza che solo Lui può salvare, rendendo così idolatrica e falsa ogni altra religione!
Solo Gesù ci salva dai peccati e dal giudizio di Dio! E lo ha fatto in modo perfetto!
Infatti, Dio Padre ha confermato il Suo sacrificio perfetto con la Sua resurrezione ed esaltazione! (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:13-17; Efesini 1:20; Filippesi 2:9; Ebrei 2:9).
Con la resurrezione di Gesù Cristo dai morti e la Sua esaltazione, Dio ha dichiarato che ha approvato l’opera di redenzione di Gesù Cristo.
Possiamo avere fiducia che Dio ha accettato il sacrificio di Cristo per la nostra salvezza perché Dio lo ha risuscitato dai morti e lo ha esaltato alla Sua destra , a conferma che ha approvato il Suo sacrificio.
Nella natura di Gesù, Paolo dice che è:
B) Il Signore
“Il Signore” (v.20).
“Signore” (cfr. Filippesi 1:2; 2:11; 4:23) specifica di quale Salvatore Paolo stava parlando.
La frase: “Il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore” implica la Sua venuta nella pienezza del Suo potere.
Paolo usa “Gesù Cristo” per indicare il fatto che Gesù è il Signore esaltato, ma è ancora il Gesù umano, e ancora l'unto, il Messia di Dio.
“Gesù” (Iēsoús) traduce una parola ebraica (Yehôšǔaʿ o Yēšûaʿ) che significa “Dio salva”; e così Gesù Salvatore crea una sorta di ridondanza, o di forte enfasi.
Mentre “Cristo” (Christos), nella traduzione greca “Settanta”, traduce una parola ebraica (māšîaḥ), cioè unto, e si riferisce a Gesù come il Re, il Messia, il liberatore.
“Signore” (kurion) è il Sovrano sovrannaturale dell’universo! Indica che ha una posizione di autorità! Il potere assoluto!
“Signore” è un titolo per Dio (cfr. per esempio Matteo 1:22; 5:33; 27:10; Marco 5:19; Luca 1:6,28,58; Atti 7:33; Romani 4:8; 5:8; Ebrei 7:21; 8:2; Giacomo 4:15; 1 Pietro 1:25; Apocalisse 4:8; cfr. per esempio la settanta traduce il nome Genesi 2:8; 18:33; Esodo 3:2; Salmo 1:2; Isaia 45:23; 48:16; Lamentazioni 1:5; Osea 1:1).
E come in questo caso di Filippesi 3:20 si riferisce anche a Gesù (cfr. per esempio Atti 16:31: Romani 1:4; 10:9; 13:14; 1 Corinzi 1:9; 12:3).
In Filippesi 2:9-11 parlando di Gesù, citando Isaia 45:23 in riferimento all’unico Dio (Isaia 45:21) Paolo scrive: “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”.
Quindi ciò che si riferisce a Dio nell’Antico Testamento, Paolo guidato dallo Spirito Santo, lo applica a Gesù!
Si riconosce la superiorità di Gesù su ogni cosa, la Sua esaltazione a uno status trascendente di gloria, il Suo dominio regale sulla vita di coloro che vengono a condividere la loro fede (cfr. per esempio Atti 2:33-36; Romani 10:9; 14:9; 1 Corinzi 8:6; 12:3; Filippesi 2:11), e il Suo governo universale su ogni cosa sottomessa a Dio Padre (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:24-25,28; Apocalisse 1:5; 17:14).
Quindi, possiamo concludere dicendo che i titoli che vengono detti per Dio sono applicati a Gesù.
Gesù, non Cesare, o qualsiasi altra persona, o divinità pagana, è il legittimo portatore dei titoli divini, Salvatore e Signore.
Gesù è il Salvatore, non gli dèi della Grecia e di Roma, né l'imperatore.
La storia e l'universo sono nelle mani salvifiche di Gesù Cristo.
Solo Gesù, non Cesare, o qualsiasi altra persona, dovrebbe essere considerato e adorato come Salvatore e Signore!
In secondo luogo vediamo:
II L’ASPETTO STUPEFACENTE
Nel v.21 è scritto: “Che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa”.
Una prospettiva gloriosa per i credenti è il cambiamento dei loro corpi, ed è quello che aspettano quando Gesù ritornerà!
Il corpo fisico con tutte le sue fragilità e corruzione sarà sostituito da un corpo meraviglioso conforme al corpo glorioso di Gesù Cristo.
Gesù è stato il primo a risorgere dai morti (Atti 26:23), e quando ritornerà in questo mondo risusciterà i Suoi servi a una vita di risurrezione come la Sua (1 Corinzi 15:20-23), mentre coloro che non sono Suoi saranno risuscitati per la condanna (Daniele 12:2; Giovanni 5:29).
Parlando della resurrezione dei corpi da parte di Gesù Cristo che sarà meravigliosa e istantanea Gerard Chrispin scrive: “Che prospettiva! Questa è davvero la ‘guarigione’ finale, definitiva e molto altro ancora! I corpi di coloro che confidano in Cristo saranno molto più che sani, perché saranno corpi di risurrezione incapaci di deteriorarsi e rifletteranno la gloria e la potenza di Dio! I ‘corpi umili’ saranno trasformati. I vecchi incurvati gioiranno nel tornare retti, in tutti i sensi! Gli occhi ciechi banchetteranno con Lui mentre sono presi con Lui. Le persone paralizzate salteranno di gioia, le labbra mute loderanno (in sintonia!), e i sordi saranno entusiasti di ascoltare tutto. Quelli mutilati per persecuzioni, guerre, malattie o interventi chirurgici saranno interi. Coloro che si deperiscono a causa del cancro o dell'AIDS saranno resi vigorosi. I bambini malati rideranno in piena salute e le parole morenti di coloro che si trovano ai margini della Valle dell'Ombra della Morte verranno immediatamente trasformate in lodi, poiché il Signore che ritorna inganna la morte nel punto della sua temporanea vittoria! Ho esagerato con la mia immaginazione? Non penso proprio. In effetti, la meraviglia, la gioia, il brivido e lo splendore di quel giorno andranno al di là di ogni previsione o racconto umano”.
Quando ritornerà, Gesù glorificherà i corpi di coloro che si sono fidati di Lui per la salvezza dal peccato e dalla sua tragica conseguenza: il giudizio di Dio!
Coloro che appartengono a Gesù, anche se sono morti e decomposti da centinaia di anni, riceveranno un corpo glorificato per sempre, sarà senza difetti, debolezze, imperfezioni, ferite e malattie e non sarà mai nemmeno parzialmente consumato.
In quel corpo eterno glorioso e senza peccato, la persona godrà di un'ininterrotta comunione eterna con Dio nei Suoi nuovi cieli e terra (cfr. per esempio Apocalisse 21:1-4; 22:1-5).
Il peccato, la debolezza, il dolore, la delusione, la sofferenza, il dubbio, la paura, la tentazione, l'odio e il fallimento lasceranno il posto alla gioia perfetta (Matteo 25:21), al piacere (Salmi 16:11), alla conoscenza (1 Corinzi 13:12), al conforto (Luca 16:25) e all'amore (1 Corinzi 13:13).
Nell’aspetto stupefacente vediamo allora:
A) Il contrasto
“Che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria”.
C’è un contrasto tra il corpo attuale e quello futuro; quello attuale è umile, quello futuro sarà glorioso.
Nella forma presente abbiamo un corpo di umiliazione, nella forma futura avremo un corpo glorioso.
Questo è il passo finale della redenzione dei credenti fornita dal Salvatore e Signore Gesù Cristo.
Paolo non ha usato il termine "risurrezione" come in altri testi (per esempio Giovanni 5:28-29; Romani 8; 1 Corinzi 15), ma la risurrezione è in vista.
Quando Gesù Cristo ritornerà, trasformerà i nostri corpi naturali e mortali.
Il verbo "trasformerà" (metaschēmatisei – futuro attivo indicativo) denota la certezza di un cambiamento da una forma all’altra.
Il cambiamento della risurrezione avverrà perché Dio ha decretato che avverrà. Dio fa sempre quello che dice che farà! Non conosce ostacoli!
Il verbo “trasformare” immagina un evento drammatico e soprannaturale in cui Cristo cambierà la forma del nostro corpo da umile a glorioso che Egli stesso ha sperimentato nella Sua risurrezione ed esaltazione! (cfr. per esempio Atti 5:30-32; 1 Corinzi 15:1-17; Filippesi 2:9; Ebrei 1:3; 8:1)
Dunque, il cambiamento consisterà nel trasformare il corpo della nostra umiliazione conforme al corpo della Sua gloria, questo farà Gesù.
Significa cambiare la forma del corpo fisico in una forma spirituale.
Vediamo ora:
(1) Il corpo presente
“Che trasformerà il corpo della nostra umiliazione” (v.31).
L'uso di Paolo del "corpo" (sōma) in questo contesto ha un'attenzione particolare della trasformazione del corpo fisico alla risurrezione.
"Corpo" evidenzia la forma esteriore, l'organo attraverso il quale una persona interagisce in questa terra.
Il corpo è l'espressione esteriore e fisica di tutta la persona, è l'espressione esteriore dei desideri peccaminosi, o delle direttive dello Spirito Santo.
Paolo altrove parla come "corpo del peccato" (Romani 6:6) e "corpo di morte" (Romani 7:24), qui dice di umiliazione.
“Umiliazione” (tapeinōseōs – genitivo di qualità) si riferisce alla qualità del corpo, è “la tenda terrena” (2 Corinzi 5:1).
“Il corpo della nostra umiliazione” (to sōma tēs tapeinōseōs) non significa che è intrinsecamente malvagio, si riferisce in particolare all'aspetto peccaminoso della natura umana, al corpo mortale attuale del credente nel suo stato di debolezza, fragilità, sofferenza, malattie, indegnità e decadimento fisico che termina con la morte a causa del peccato, che è inadatto alla vita spirituale con Dio.
La vita nel nostro corpo attuale è piena di umiliazione della debolezza, della sofferenza e della morte a causa del peccato.
Consideriamo ora:
(2) Il corpo futuro
“Rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (v.21).
Parlando del contrasto con il corpo di umiliazione terreno con quello glorioso che avremo in cielo, Steven J. Lawson scrive: “Ma quando Gesù ritornerà, i nostri corpi saranno resi come il suo corpo risorto e glorificato. Avremo un corpo celeste perfettamente adatto al nostro nuovo ambiente. Saremo in grado di adorare e servire Cristo per tutta l'eternità e non ci stancheremo mai nella nostra nuova occupazione eterna nel paese che chiamiamo casa. In quello stato finale, la nostra adorazione sarà resa perfetta”.
Il corpo di gloria dei credenti sostituirà il corpo di umiliazione di questa terra.
Come l'opposto del corpo della nostra umiliazione, il "corpo della sua gloria" si riferisce al corpo fisico della risurrezione di Cristo, l'organo in cui ora vive nella Sua posizione e regno radioso e glorioso.
La "gloria" (doxēs – genitivo di qualità) indica la qualità del corpo che avremo; è la condizione di essere luminoso, o splendente, in questo caso gli umani saranno trasformati in condizioni trascendenti.
I nostri corpi non saranno più fragili, deboli e mortali a causa del peccato, ma saranno gloriosi nella loro bellezza, saranno luminosi in modo da essere appropriati della posizione di vita e di esaltazione (cfr. per esempio Daniele 12:3; Matteo 13:43; Giovanni 5:28-29).
I credenti avranno lo stesso tipo di corpo di Cristo, un corpo spirituale, adatto a vivere eternamente in cielo con Dio! (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:50; 2 Corinzi 5:1–5).
Al posto dei corpi terreni caratterizzati da fragilità, decadimento fisico, debolezza e mortalità, i credenti avranno corpi adatti alla vita del cielo (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:38–49), eterni, spirituali, gloriosi e potenti.
Dio porterà i credenti in Cristo “nella gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21; cfr. Efesini 1:18; Ebrei 2:10), che si realizzerà pienamente nella risurrezione al ritorno di Gesù (Colossesi 3:4; 1 Tessalonicesi 4:13-17; cfr. Romani 8:28-30; 2 Corinzi 4:17; 5:5; Filippesi 3:21; 1 Giovanni 3:2).
Il corpo è trasformato con la risurrezione in un corpo di gloria (1 Corinzi 15:43; Filippesi 3:21), e saremo glorificati insieme a Cristo (Romani 8:17; Colossesi 1:27; 3:4).
Nella mente di Dio, la glorificazione del credente è già compiuta (Romani 8:30), ma sarà visibilmente compiuta nella risurrezione del corpo.
L'uso di Paolo della "gloria" (doxēs) qui suggerisce un contrasto con i nemici della croce la cui gloria è ciò che torna a loro vergogna (Filippesi 3:19).
La loro gloria era una falsa gloria e passerà.
Ma la gloria futura dei credenti alla risurrezione è la partecipazione alla gloria di Cristo e durerà per sempre.
"Rendendolo conforme" (summorphon) indica una forma, o natura simile a quella del Gesù risorto (cfr. Romani 8:29), oppure avere la stessa forma e natura del corpo glorioso di Cristo come risultato della trasformazione.
La parola “conforme” deriva dalla stessa radice del verbo che Paolo usò in Filippesi 3:10 per parlare del suo desiderio di conformarsi alla morte di Cristo.
Così Paolo vide la vita del credente in due fasi: la conformità alla morte di Cristo, seguita dalla conformità al glorioso corpo risorto di Cristo.
La sua speranza è che alla fine la sua vita sarà conforme alla risurrezione di Cristo.
Questa è la piena partecipazione a Cristo crocifisso e risorto non solo per Paolo, ma tutti i credenti saranno trasformati alla seconda venuta per essere come Cristo nella Sua gloria di risurrezione.
Steven J. Lawson scrive: “Colui che è ‘la risurrezione e la vita’ (Giovanni 11:25) libererà non solo le nostre anime dal pericolo, ma anche i nostri corpi dalla putrefazione, trasformandoli nel loro stato finale di glorificazione”.
Questa non è una trasformazione semplicemente esteriore, ma il completamento della trasformazione di tutta la persona, per cui non solo la persona interiore è rinnovata, ma il corpo di decadimento viene trasformato in un corpo eterno, spirituale, incorruttibile.
Il pensiero è quello della trasformazione essenziale del corpo dell’umiliazione in un corpo completamente diverso che è un corpo glorificato.
La speranza di Paolo, e quindi del cristiano allora non sarà solo di essere salvato dal suo corpo, ma di avere il suo corpo trasformato; non contempla un futuro fuori dal corpo o un'esistenza umana senza corpo.
Qui, come in altre lettere, Paolo attende con impazienza la redenzione dei nostri corpi sulla base della risurrezione corporea di Cristo dai morti (Romani 8:11–23; 1 Corinzi 15).
Come la risurrezione di Gesù è la garanzia della nostra risurrezione (cfr. 1 Corinzi 15:12-17), il Suo corpo risorto è il prototipo del nostro corpo.
La speranza dei cristiani è la redenzione dei nostri corpi.
I nostri corpi saranno trasformati, ma non scartati!
Così come scrive Mark Keown: “’I nostri umili corpi" non devono essere evitati e visti come vili, ma come il corpo glorioso donato all'umanità da Dio, temporaneamente corrotto per quanto sia dal peccato e soggetto alla morte in attesa della sua redenzione finale”.
In 1 Corinzi 15:42-49 è scritto: “Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. Così anche sta scritto: ‘Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente’; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. Però ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste”.
Bernard Ramm commenta: “In breve, i quattro attributi positivi del corpo di risurrezione possono essere equiparati alla glorificazione di quel corpo. Questa glorificazione non è un processo, non è questione di crescita, ma si verifica all'improvviso, in modo drammatico, nel tempo della fine".
Anche se usa un’altra parola greca per la trasformazione del corpo (allássō) che comunque indica “essere cambiato” “essere o diventare diverso”; “subire una trasformazione”, Paolo in 1 Corinzi 15:51-53 afferma: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità”.
In un momento, all’improvviso, pensate in un batter d'occhio, senza nessun processo, Gesù trasformerà i corpi dei redenti!
Vediamo:
B) Il come
Sempre al v.21 leggiamo: “Mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa”.
Ci siamo chiesti, o ci chiediamo come sarà possibile che coloro che non hanno più un corpo come faranno ad averlo, mi riferisco ai cristiani che i loro corpi sono stati distrutti per qualche tragedia, tipo che furono divorati dai leoni, o che furono bruciati vivi, e così via!
Ebbene per Gesù niente è impossibile! È onnipotente!
“Mediante” (kata) indica “in accordo”, o “in relazione”, “in conformità” con il potere che Gesù ha di sottomettere a sé ogni cosa (cfr. Matteo 28:18; Luca 21:15; Giovanni 1:3; 10:18; 1 Corinzi 1:24; Efesini 1:22; Filippesi 3:21; Colossesi 2:10; Apocalisse 1:18).
Quindi la parola che la Nuova Riveduta traduce con “mediante”, non indica un mezzo, ma come traduce la Nuova Diodati è “secondo”, che corrisponde, o è conforme alla Sua potenza.
La trasformazione dei corpi dei credenti sarà il risultato della capacità di Gesù di sottomettere l'intero universo!
Ci può essere anche l’implicazione della causa, o della ragione, nel senso che la trasformazione di Cristo dei corpi dei credenti è anche "dovuta" all'opera della sua capacità di sottomettere l'intero universo, infatti Gesù ha il potere di sottomettere a sé ogni cosa.
“Potere” (cfr. per esempio Efesini 1:19; 3:7; 4:16; Colossesi 1:29; 2:12; 2 Tessalonicesi 2:9,11) letteralmente è: “L’opera, attività, o energia efficace della potenza sua” (to energeian ho dynasthai autos), quindi la Sua potenza operativa efficace, sovrannaturale.
La parola attività, o energia (energeian) non è semplicemente "potere", ma "potere in azione", "potere in funzione", "potere che funziona", “potere efficace”.
Non è semplicemente il "potere" soprannaturale che Paolo ha in mente qui, ma l'azione soprannaturale!
Paolo usa altrove questa parola in relazione all'opera del potere di Dio (Efesini 1:19; 3:7; Colossesi 1:29; 2:12), ma qui la usa per Gesù Cristo.
L’attività, o l’energia di Gesù è il potere illimitato in azione che gli consente di fare ciò che vuole senza ostacoli!
“Potenza” (dynasthai) è la Sua potenziale capacità, essere in grado capace di fare qualcosa, il potere divino che gli permette di fare qualsiasi cosa!
Ha un senso consecutivo, cioè la Sua attività soprannaturale è il risultato della Sua potenza!
La risurrezione e la trasformazione del corpo non sono che il risultato della capacità di Cristo!
Gesù ha una potenza tale da operare ciò che vuole senza ostacoli!
Quindi Gesù Cristo trasformerà i nostri corpi perché ha il potere, cioè l’energia efficace che proviene dalla Sua potenza di fare questo alla resurrezione!
Nel greco c’è una congiunzione “anche”, quindi la frase è: “Che egli ha anche di sottomettere a sé ogni cosa”.
“Anche” (kai) è enfatico e indica l'estensione illimitata del Suo potere, vale a dire il potere di sottomettere tutto, senza ostacoli, a se stesso.
"Sottomettere" (hypotaxai – aoristo attivo infinitivo) significa che Gesù sottomette a se stesso ogni cosa!
Significa “fare in modo di assoggettare, subordinare ogni cosa a se stesso”; “di portare sotto il proprio controllo ogni cosa”.
La parola "sottomettere" è una traduzione di una parola militare greca che significa "organizzare sotto la propria autorità, come un generale dispone i suoi reggimenti in ordine davanti a lui".
Quanto sarà confortante sapere che Cristo ha il potere di portare ordine dal caos in questo mondo e nella nostra vita!
Altrove Paolo parlò di Dio che sottometteva tutte le cose a Cristo (1 Corinzi 15:27; Efesini 1:22; cfr. Filippesi 2:10-11).
Qui è Cristo stesso che sottomette tutte le cose (cfr. per esempio 1 Corinzi 15:25).
“Ogni cosa” (ta panta) si riferisce all'intero ordine creato (cfr. per esempio Romani 11:36; 1 Corinzi 8:6; 15:27-28; Efesini 1:10; 3:9; Colossesi 1:16-20; Ebrei 1:3; 2:10; Apocalisse 4:11).
Dunque questa frase si riferisce all'universo, “ogni cosa” include tutte le cose create senza eccezioni!!
Tutto questo ci parla dell’onnipotenza di Gesù e quindi della Sua divinità, infatti solo Dio è onnipotente (cfr. per esempio Genesi 17:1; 18:14; Geremia 32:17,27; Matteo 19:26; Apocalisse 4:8)
“Che egli ha anche di sottomettere a sé ogni cosa” supporta l'affermazione che Cristo trasformerà i nostri corpi, e dal momento che può persino sottomettere l'intero universo a se stesso, ci dice che Cristo è in grado di trasformare i nostri corpi perché ha il potere di sottomettere a sé ogni cosa!
Se qualcuno dubita del potere di Cristo di compiere la trasformazione dei corpi, Paolo risponde che ha anche il potere di sottomettere a sé ogni cosa.
Il punto allora è: se Gesù Cristo ha il potere, cioè l’energia efficace della Sua potenza di sottomettere a sé ogni cosa, certamente può e trasformerà anche i corpi dei credenti in modo che diventino come il Suo corpo glorioso!!
Il Signore ha il potere di portare l'intero universo sotto il suo controllo, ha certamente il potere di compiere la nostra trasformazione personale.
Gesù Cristo certamente realizzerà la glorificazione dei credenti.
La portata universale del Suo potere efficace, insieme al Suo agire specificamente a favore dei credenti, doveva incoraggiare i Filippesi e incoraggiare noi nel perseverare a seguirlo e servirlo in tempi difficili!
Il potere di Gesù Cristo, quel potere al di sopra ogni autorità terrena, rendendo tutti i nemici, anche la morte, uno sgabello (1 Corinzi 15:24–28; Ebrei 1:13; 2:6–8) rende certa l'adempimento della Sua promessa.
Nulla può ostacolare i propositi salvifici di Dio; ciò che ha iniziato lo porterà a compimento (Isaia 14:27; 46:10; Filippesi 1:6).
CONCLUSIONE
I veri credenti possono essere certi che per fede, parteciperanno alla risurrezione e alla gloria di Cristo e saranno con Lui per sempre.
Questa è la trepidante attesa che tutti i veri credenti dovrebbero avere.
Ogni cristiano desidera il ritorno di Gesù Cristo.
Non dobbiamo essere distratti così tanto dalle preoccupazioni di questo mondo, ma dobbiamo aspettare la beata speranza dell’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Cristo Gesù (Tito 2:13).
In quel momento decisivo i nostri corpi saranno glorificati e trasformati come il corpo glorioso del Cristo risorto!
Questa grazia futura deve occupare i nostri cuori mentre viviamo ogni giorno nel nostro corpo di umiliazione.
Alla luce della Bibbia e di come sta andando la società, abbiamo di che essere pessimisti, ma alla luce dell’eternità, se siamo veri discepoli di Gesù, possiamo essere più che ottimisti!
Quindi possiamo fare due considerazioni finali.
1) La risurrezione e la trasformazione del corpo è un incentivo alla pietà e alla perseveranza (cfr. per esempio Luca 14:12–14; 1 Corinzi 15:30–32; 2 Corinzi 5:6–10; Filippesi 1:20–21; Ebrei 11:35; 1 Giovanni 3:3).
Walter G. Hansen scrive: “Il futuro illumina il presente per guidare le nostre scelte morali”.
Per esempio in 1 Corinzi 15:58, dopo aver parlato della resurrezione dei credenti, Paolo esorta: “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”.
In secondo luogo:
2) La risurrezione e la trasformazione del corpo è un incentivo alla sopportazione della sofferenza (cfr. per esempio Atti 14:22; 2 Corinzi 4:16-5:4; 2 Timoteo 2:11-12; 1 Pietro 4:11-12).
Tutti abbiamo sofferto, soffriamo e soffriremo in una qualche misura, chi in un modo leggero e chi in un modo forte, chi in un modo passeggero e chi in un modo cronico, comunque sia il corpo lentamente si sta consumando e si sta avviando verso la morte! !
Ma il glorioso corpo descritto da Paolo offre una meravigliosa speranza!
Saremo per sempre con Dio con un corpo glorioso, allora dobbiamo attendere il ritorno di Gesù Cristo con gioia e impazienza.
Eppure ci sono credenti che vivono su questa terra come se dovessero viverci per sempre! Non si vogliono distaccare da questa terra!
Che tipo di credente sei? Sei colui, o colei che non vedi l’ora che Gesù ritorni, oppure stai vivendo come se tu dovessi vivere per sempre su questa terra?