Galati 4:3-7: Adottati per essere figli di Dio!
Una neo-mamma rimase con i genitori per alcuni giorni dopo la nascita del suo primo figlio. Un pomeriggio fece notare alla madre che era sorprendente che il bambino avesse i capelli scuri, dato che sia lei che il marito erano chiari. La nonna disse: "Beh, tuo padre ha i capelli neri". Al che la figlia rispose: "Ma, mamma, non importa, perché sono stata adottata".
Con un sorriso imbarazzato, la madre disse le parole più belle che la figlia avesse mai sentito: "Me ne dimentico sempre".
Per quella mamma la figlia adottiva era come se fosse la figlia naturale, così anche Dio con noi!
Tutti i cristiani sono figli adottivi di Dio, accettati da Dio con lo stesso amore incondizionato che questa madre aveva per sua figlia.
Vediamo allora:
I L’ADOZIONE COME FIGLI DI DIO
Secondo Sinclair Fergusson quest’adozione è centrale nel piano di Dio, afferma: "La filiazione a Dio è l'apice della creazione e lo scopo della redenzione".
Anche per John Murray l’adozione ha un ruolo centrale nel piano di salvezza di Dio, affermava: "L'adozione è l'apice della grazia redentrice e del privilegio".
Consideriamo:
A) La condizione prima di essere salvati da Dio
Grazie a Gesù il credente viene adottato come figlio di Dio.
Questo significa che tutte le persone sono certamente creature di Dio, ma spiritualmente lo sono solo coloro che Dio adotta in Gesù Cristo per fede (cfr. per esempio Giovanni 1:11-13).
Paolo con “quando eravamo bambini” del v.3, non sta dicendo quando eravamo piccoli che avevamo sette anni, oppure dieci, ma sta parlando dell’infanzia religiosa, quindi alla condizione religiosa che avevamo prima di essere salvati da Dio in Gesù Cristo.
Paolo dice che eravamo tenuti schiavi dagli elementi del mondo (stoichea tou kosmou), questo si riferisce agli insegnamenti elementari riguardanti regole e regolamenti che sia gli Ebrei e Gentili, cioè i pagani, tentarono di usare per raggiungere la salvezza prima che Cristo venisse sulla terra.
Parlando degli elementi dal mondo come principio elementare sia della religione Ebraica che pagana da cui dobbiamo liberarci, David Guzik dice: “È il principio di causa ed effetto. Si potrebbe chiamarlo karma o ‘ottieni ciò che meriti’ o qualcos'altro; eppure governa la natura e le menti degli uomini. Viviamo sotto l'idea che otteniamo ciò che meritiamo; quando siamo buoni meritiamo di ricevere il bene e quando siamo cattivi meritiamo di ricevere il male”.
Quindi gli elementi del mondo sono i concetti, o insegnamenti basilari ed essenziali delle religioni caratterizzate dai rituali, norme e regolamenti, e quindi dagli sforzi umani per essere accettati da Dio (cfr.vv.3,8-9) che evidentemente sono contrari alla grazia di Dio (cfr. per esempio Romani 4:1-8; 11:5-6; 1 Corinzi 1:26-31; Galati 2:16; Efesini 2:8-9).
Noi troviamo in questi versetti:
B) Il cambiamento di condizione
Il v.4 dice: “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione”.
Il “ma” indica che c’è un cambiamento!
Nel cambiamento vediamo che è:
(1) La stagione prestabilita da Dio
Dio ha mandato il Figlio, cioè Gesù Cristo nella pienezza del tempo, e questo significa il tempo giusto che Dio ha prestabilito nella storia e che ha guidata per il Suo piano di salvezza.
Gesù Cristo è venuto sulla terra secondo il piano precedentemente determinato dal Padre e ha guidato la storia per la Sua incarnazione, facendolo arrivare nel momento giusto.
Dio ha progettato il piano di salvezza prima della creazione (cfr. per esempio Atti 2:23; 4:28; 1 Pietro 1:18-20), quindi non è stato preso alla sprovvista dalla caduta di Adamo ed Eva, faceva parte del Suo progetto.
“Pienezza del tempo” allora si riferisce, a quel momento della storia della salvezza in cui Dio ritenne opportuno iniziare l'opera della redenzione inviando il Suo Figlio nel mondo.
L’iniziativa dell’opera della salvezza è di Dio!
Charles Spurgeon descriveva ciò che il Padre ha fatto nei seguenti termini: “Osservate, a proposito del primo avvento, che il Signore si è mosso in esso verso l'uomo. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio. Non siamo stati noi a muoverci verso il Signore, ma il Signore verso di noi. Non trovo che il mondo, pentito, cercasse il suo Creatore. No, ma lo stesso Dio offeso, con infinita compassione, ha rotto il silenzio ed è venuto a benedire i suoi nemici. Vedete come è spontanea la grazia di Dio. Tutte le cose buone cominciano da lui”.
Non so a voi, ma a me dà fastidio fare tardi a un appuntamento, e mi dà ancora più fastidio, aspettare il ritardo di qualcun altro all’appuntamento.
Molte volte siamo infastiditi con Dio quando non risolve subito i nostri problemi, o ritarda a rispondere alle nostre preghiere.
Viviamo in una società frenetica dove possiamo avere quasi tutto a casa ordinandolo nel web, è la società del tutto e subito!
Con Dio non è così! Dobbiamo aspettare i Suoi tempi, ma quando arriva è sempre il momento giusto!
Rob Westbrook scrive: “Dio non segue sempre la nostra tabella di marcia, ma agisce sempre al momento giusto.
Pensate a Giuseppe: fu venduto come schiavo e successivamente gettato in prigione, ma al momento giusto, Dio lo ha innalzato per preservare il Suo popolo.
Pensate a Mosè: ha condotto alcune pecore in giro per 40 anni, ma al momento giusto, Dio lo usò per condurre il Suo popolo fuori dalla schiavitù.
Pensate al Mar Rosso: gli Israeliti erano con le spalle al muro con il Mar Rosso di fronte a loro e l'esercito egiziano dietro di loro, ma al momento giusto, Dio aprì il Mar Rosso in modo che potessero fuggire.
Pensate alla nascita di Gesù: Dio promise la venuta di Gesù in Genesi 3:15, i profeti predicarono la venuta del Messia per centinaia di anni, ci sono stati 400 anni di silenzio dopo l'ultimo scritto dell'Antico Testamento. Ma al momento giusto, Dio mandò Suo Figlio nel mondo”.
Così Dio quando abbiamo i problemi arriva al momento giusto, e molte volte non è sempre quando vogliamo noi! (cfr. per esempio Ebrei 4:14-16; 1 Pietro 5:6-7).
Porta i tuoi problemi e le tue debolezze a Dio, sapendo che ci possiamo accostare al trono della Sua grazia mediante Gesù, per essere soccorsi al momento opportuno!
Dio ha cura di te! Getta su di Lui ogni tua preoccupazione!
Abbi fede e aspettalo! Arriva sempre al momento giusto!
Vediamo ora:
B) La scopo della venuta di Gesù
Nel v.5 leggiamo: “Per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione”.
Noi vediamo due aspetti importanti dello scopo della venuta di Gesù: riscattare e adottare.
Riflettiamo prima su:
(1) Riscattare
“Riscattare” (exagorasē – aoristo attivo congiuntivo) significa “liberare pagando un prezzo”.
Nei tempi moderni ci ricorda una persona che viene rapita e fatta prigioniera, i rapitori chiedono il riscatto in soldi, e i parenti per liberarla pagano il riscatto perché amano la persona sequestrata.
Ma questa parola ai tempi di Paolo si usava per liberare gli schiavi comprandoli al mercato.
Quindi questa parola suscita l’idea di schiavitù, il pagare un prezzo, e colui che ci tiene alla persona schiava paga il prezzo del riscatto.
Allora “riscattare” è la liberazione dalla schiavitù, comportando il pagamento di un prezzo da parte di qualcuno: Dio ha pagato il prezzo della morte del Figlio (Galati 3:13-14), e non con oro, o argento, ma con il prezioso sangue di Gesù (cfr. per esempio Romani 3:25; 1 Corinzi 6:20; 1 Pietro 1-18-20) per liberarci dalla maledizione della Sua legge perché non siamo in grado di osservarla! Perché siamo peccatori!
Tutta l’umanità non è in grado di mettere in pratica la legge di Dio (cfr. per esempio Romani 3:19-20), e per questo motivo siamo sotto la maledizione della legge di Dio, ma Dio grazie a Gesù, al Suo sacrificio amorevole che si è fatto maledizione per noi, ci ha liberati da questa maledizione (Galati 3:13).
Nella sua umanità, Gesù, il Figlio di Dio si è sottoposto sia alle esigenze della legge e sia alle sue pene, affinché noi potessimo essere liberati dalla sua condanna.
La punizione che ci spettava per i nostri peccati l’ha presa Gesù per amore nostro!
J. Denney disse: "Cristo non solo si è fatto uomo, legato all'obbedienza, ma è diventato maledizione per noi. Ha fatto suo il nostro destino. Egli ha assunto su di sé non solo il nome di uomo, ma anche la nostra responsabilità di uomini peccatori; è in questo che risiede la sua opera di nostro Redentore, perché è in essa che si vede la misura, anzi l'immensità, del suo amore".
La seconda parola è:
(2) Adottare
Nel v.5 leggiamo:“Affinché noi ricevessimo l'adozione”.
Lo scopo finale di Dio è l’adozione, diventare Suoi figli di Dio!
Dio ha mandato il Figlio, Gesù, per farci diventare Suoi figli e quindi fratelli di Gesù, il primogenito (cfr. per esempio Matteo 12:50; Romani 8:29; Ebrei 2:10-11).
Ma Dio non è “Suo Padre” com’è “nostro Padre”, perché dall'eternità essi vivono l’essenza divina comune (cfr. per esempio Giovanni 1:1-3,14; Colossesi 1:15; Ebrei 1:1-3) e nella gloria di una comunione unica (cfr. per esempio Giovanni 1:1-2,18; 17:5).
Dio ci fa essere Suoi figli grazie a Gesù! (cfr. per esempio Giovanni 1:12; 1 Giovanni 3:1), secondo i Suoi decreti prima della creazione (Efesini 1:5), e lo diventiamo per fede (Galati 3:26).
Eravamo assolutamente sotto il potere del peccato, del mondo e del diavolo (cfr. per esempio Efesini 2:1-3).
Ma Dio, attraverso Gesù, ci ha tolto da quella condizione e ci ha adottato nella Sua famiglia (cfr. per esempio Efesini 2:19), e quell'adozione cancella il passato (cfr. per esempio Isaia 43:25; 44:22; Michea 7:18-19; Efesini 1:7; Ebrei 10:17), e ci rende nuove persone (cfr. per esempio 2 Corinzi 5:17) con il nuovo status di figli di Dio in Cristo!
La parola greca “adozione” (huiothesía) indica il processo, o l'atto di essere collocato o "adottato come figlio.
Secondo le leggi Romane, “adozione” era un termine legale, ma nel Nuovo Testamento viene usato in senso teologico.
Secondo le leggi Romane, un padre era libero di adottare individui non appartenenti alla famiglia naturale e di dar loro lo status di figli nello stesso modo dei figli naturali con gli stessi diritti e privilegi.
A riguardo lo storico Alister McGrath scrive: “È chiaro che l’immagine è tratta dalla sfera della legge Romana sulla famiglia, assai ben conosciuta da Paolo (e da molti dei suoi lettori). Secondo quella legge un padre era libero di adottare individui non appartenenti alla famiglia naturale e di dar loro lo stato di adottivi, facendoli con ciò entrare a far parte della famiglia stessa.
Pur rimanendo sempre possibile una distinzione fra figli naturali e figli adottivi, lo stato legale sarebbe divenuto il medesimo. Per la legge erano tutti membri di quella famiglia, a prescindere dalla loro origine.
Paolo si serve di quest’immagine perché vuole precisare quanto segue: per mezzo della fede i credenti vengono ad avere lo stesso stato di Gesù (come figli di Dio), anche se ciò non comporta l’avere la stessa natura divina di Gesù. La fede apporta un cambiamento nel nostro stato davanti a Dio, c’incorpora nella famiglia di Dio, malgrado il fatto di non condividere le stesse origini divine di Cristo. Quando giungiamo ad avere fede in Cristo, il cambiamento del nostro stato è quello di essere adottati nella famiglia di Dio, con tutti i benefici che ne conseguono”.
L’adozione dunque, si riferisce a un cambiamento di posizione, a una nuova posizione, far parte della famiglia di Dio con diritti e privilegi.
Trevor Burke scrive: “Dio non solo giustifica le persone e poi le lascia indigenti senza un posto dove andare, ma le adotta nel calore e nella sicurezza della sua famiglia”.
Il teologo James Packer vedeva l’adozione come un privilegio più alto della giustificazione, diceva: "L'adozione è il privilegio più alto che il Vangelo offre: più alto anche della giustificazione"
Tramite la giustificazione, Dio ci vede, o dichiara giusti davanti a Lui come Giudice, ma nella dottrina dell'adozione siamo amati da Dio come Padre.
Nella giustificazione ci troviamo davanti a un Giudice che pronuncia una sentenza.
Ma nell’ adozione, il Giudice non solo ti dichiara "non colpevole", ma si alza anche dal banco, scende dove sei, ti toglie le manette e dice: "Vieni a casa con me figlio mio”.
Essere giustificati da Dio come Giudice è una grande cosa, ma forse lo è ancora di più, essere amati e curati da Dio Padre nonostante siamo peccatori!
Se hai fede in Gesù Cristo, sei amato, amata da Dio Padre e da questo dipenderà la qualità della tua vita cristiana come anche l’adorazione a Dio!
Sempre James Packer diceva: "La risposta più ricca che conosco è che un cristiano è colui che ha Dio come Padre…Se vuoi sapere quanto una persona ha capito bene il cristianesimo, scopri ciò che pensa del fatto di essere figlio di Dio, di avere Dio come suo Padre. Se questo non è il pensiero che spinge e controlla la sua adorazione, le sue preghiere e tutta la sua visione della vita, significa che non ha compreso molto bene il cristianesimo”.
La chiesa dovrebbe essere un popolo il cui culto, preghiere e visione della vita sono tutti stimolati e controllati dal fatto che siamo figli di Dio.
Vediamo ora:
II LA BENEDIZIONE DI ESSERE UN FIGLIO DI DIO
Quali sono i benefici di essere figli di Dio?
In primo luogo:
A) Un figlio di Dio riceve lo Spirito Santo
Nel v.6 leggiamo:“E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: ‘Abbà, Padre’. Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio”.
Mediante la fede in Gesù (cfr. per esempio Giovanni 7:38-39; Galati 3:26), Dio ci adotta come Suoi figli, e di conseguenza ci dona lo Spirito del Figlio (cfr. per esempio Giovanni 14:26; Romani 8:9; Filippesi 1:19), cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Atti 16:6-7) nei nostri cuori, e ci dà la certezza che siamo Suoi figli e mediante il quale abbiamo comunione con Dio come ci ricorda: “Abbà, Padre”.
Timothy George dice: “Lo Spirito Santo è il segno e il pegno della nostra adozione in modo che dalla sua presenza nei nostri cuori siamo veramente convinti che Dio è per noi, non contro di noi, che anzi è il nostro Padre celeste”.
Se possiamo avere la certezza che siamo figli di Dio, questo è perché Spirito Santo è in noi!
“Abbà” è la parola aramaica per “Padre”.
Nel Medio Oriente questa parola di indirizzo era usata dai bambini piccoli per salutare il loro padre, l’equivalente per noi di “papà”, ed era una parola che esprimeva un caldo senso d’intimità.
“Abbà, Padre” è l'attività specifica dello Spirito Santo in noi, ricorda la preghiera di Gesù nel Getsemani (Marco 14:36), e l'inizio del Padre Nostro come ha insegnato lo stesso Gesù (cfr. Luca 11:2).
Sarebbe certamente presuntuoso e audace rivolgersi a Dio come “Padre” se Gesù stesso non ci avesse insegnato farlo e se non fossimo veramente figli di Dio!
C’è stato un cambiamento di relazione che deriva dall'essere in Cristo, ed è per questo che noi credenti non ci rivolgiamo più a Dio come farebbe un servo, o uno schiavo!
Romani 8:15 dice che noi credenti gridiamo: “Abbà! Padre!”, quindi è implicito che sia coinvolto anche il credente in questo grido!
Il verbo usato “grida” (krazon – presente attivo participio) come anche in Romani 8:15, indica un grido costante di una certa intensità, sia di sentimento che di volume.
Quindi qualcosa detta con passione e a voce alta, senza vergognarsi!
È un segno di certezza e fiducia incrollabile.
Così lo Spirito Santo ci dà la certezza che siamo figli di Dio e permette ai credenti di chiamare Dio con fiducia: “Abbà, Padre”.
La seconda benedizione è:
B) Un figlio di Dio non è più schiavo degli elementi del mondo
Nel v.7 leggiamo: “Così tu non sei più servo, ma figlio”; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio”.
“Servo” (doulos) indica schiavo! Il cristiano non lo è più!
Come abbiamo visto prima una persona che non ha Gesù Cristo, non è salvato ed è schiavo degli elementi del mondo.
Se sei un figlio di Dio, non sei più schiavo delle tradizioni, degl’insegnamenti e delle regole dei rituali, delle norme umane e delle religioni, cioè degli elementi del mondo per essere accettati da Dio (cfr.vv.3,8-9).
Un figlio di Dio, è libero, non ha quell’angoscia di guadagnarsi il favore di Dio con le proprie opere!
Per questo Gesù invitava le persone dicendo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28-30).
Gesù invita coloro che sono stanchi e oppressi dalle afflizioni della vita ad andare a Lui!
Gesù dà riposo a chiunque accetta il Suo invito ad andare da Lui!
Ma ci sono affaticati e oppressi che riguardano le esigenze della religione!!
Gesù si riferiva a tutti coloro che erano oppressi dal carico pesante di norme e regolamenti per piacere a Dio, messi sulle loro spalle dagli scribi e dai farisei.
Dunque, il riferimento è per coloro che sono affaticati e oppressi dalle richieste della religione come quella farisaica (cfr. per esempio Matteo 15:3-9; 23:4; Atti 15:5-10).
Gesù stava chiaramente invitando ad abbandonare il legalismo farisaico e ad andare da Lui, ed era questo il problema che avevano le chiese della Galazia!
Per i cristiani della Galazia mettersi sotto la legge (o gli elementi del mondo) significava quindi, tornare all'infanzia spirituale, mentre sono già figli ed eredi di Dio a pieno sviluppo.
Gesù invita anche te oggi ad andare a Lui che sei schiavo delle tradizioni, delle regole degli uomini e delle religioni!
E ti darà riposo!
Infine in terzo e ultimo beneficio è:
C) Un figlio di Dio è erede di Dio (cfr. Romani 8:14-16).
Paolo dice ancora al v. 7: “Ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio”.
Affermando che i cristiani sono stati adottati da Dio come Suoi figli, con tutti i diritti e privilegi che riguardano tale status, Paolo afferma che sono diventati parte della famiglia e del popolo di Dio, ereditando le benedizioni promesse.
Ora avere l’eredità di Dio è l'eredità più ricca di tutte le altre eredità!
È qualcosa di unico!
Dunque vediamo:
(1) La conseguenza di essere figli
Come figlio di Dio, sei erede per (dia- genitivo di agenzia) Dio! Perché lo ha voluto Dio!
Lawrence Richards riguardo che siamo eredi di Dio scrive: “Le benedizioni che riceviamo ora provengono dal ricco magazzino della sua ricchezza, distribuite secondo la sua volontà, ma veramente nostre”.
Dio è l’agente, Lui compie l’azione! Lui ci dona l’eredità!
L’iniziativa è la Sua, non la nostra! Lui l’ha programmata e realizzata mediante Gesù e lo Spirito Santo! (cfr. per esempio Efesini 1:4-5)
Ogni singolo cristiano non è più uno schiavo, ma un figlio adulto, e di conseguenza un erede di Dio per la Sua grazia!
La parola “erede” (klēronomos) ricorda ancora le leggi Romane dove tutti i figli, o figlie, naturali, o adottati, erano ugualmente eredi.
Nel momento dell’adozione un bambino, ma anche un adulto, era dichiarato figlio e ne portava il cognome e faceva far parte della famiglia.
Poi, quando il padre moriva, il figlio ereditava l'intero patrimonio.
Ma la differenza e il vantaggio dell'adozione di Dio, rispetto all'adozione umana, è che ereditiamo l'eredità di nostro Padre senza dover mai addolorarci per la perdita di nostro Padre, perché Dio non morirà mai, perché è immutabile (cfr. per esempio Malachia 3:6), ed eterno (per esempio Salmo 90:2).
Come un figlio, gode dei diritti e dei privilegi completi propri di un figlio, un cristiano riceverà da Dio tutto ciò che ha promesso ad Abraamo (Galati 3:18-29).
Vediamo:
(2) Come riceviamo l’eredità
(a) Diventare figli è un dono da parte di Dio e di Dio solo e non attraverso alcun sforzo, o volontà, o merito umano
Dio, il Padre ci dà l’eredità per grazia (cfr. per esempio Galati 1:6; 2:21; 3:18; 5:4).
Giovanni 1:11-13 parlando di Gesù dice: “È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio”.
“Egli ha dato” (edōken - aoristo attivo indicativo) indica una concessione di grazia di Dio, un dono certo, reale (cfr. per esempio Giovanni 3:27; 6:31,65; 19:11).
I credenti, dunque, possono essere sicuri del loro nuovo status dal momento che è il risultato dell’opera di Dio in loro e non secondo i loro sforzi.
In secondo luogo:
(b) Per natura e nascita, non siamo parte della famiglia di Dio, ma meritevoli dell'ira di Dio (Efesini 2:3), diventiamo figli per volontà di Dio
Dio ha voluto fare di te un Suo figlio, o una Sua figlia!
E come abbiamo visto è per Sua volontà e non per una volontà umana!
(c) Poiché tutto è da Dio, ed è un Suo dono, e poiché i figli di Dio godono dei pieni privilegi, allora Dio certamente donerà, o realizzerà tutto ciò che ha promesso
Le promesse di Dio sono “si” e “amen”! (2 Corinzi 1:20)
Dio non è un uomo che mente ed è infedele, è fedele e mantiene le promesse! (cfr. per esempio Numeri 23:19; Tito 1:2)
Abbiamo già tante benedizioni sulla terra, ma ci sarà la benedizione più grande quella che saremo alla presenza gloriosa di Dio nella felicità eterna per essere coeredi di Gesù Cristo e avere un’eredità eterna (cfr. per esempio Romani 8:17; 1 Timoteo 1:16; 6:12; Tito 1:2; Ebrei 9:15) nella patria celeste! (cfr. per esempio Filippesi 3:20; Ebrei 11:9-11,14-16).
James Packer scrive: “La giustificazione è la benedizione fondamentale, su cui si fonda l'adozione; l'adozione è il coronamento della benedizione, a cui la giustificazione apre la strada. Lo stato di adozione appartiene a tutti coloro che ricevono Cristo (Giovanni 1:12). Lo stato di adozione dei credenti significa che in Cristo e attraverso Cristo, Dio li ama come ama il suo unigenito Figlio e condividerà con loro tutta la gloria che è di Cristo ora (Romani 8:17,38–39)”.
CONCLUSIONE
Se sei un figlio, o una figlia di Dio, devi gioire nel Signore e trovare una forte consolazione se pensi al fatto che non lo abbiamo meritato visto la nostra natura peccaminosa!
Wayne Detzler scrive: “L'adozione è importante non a causa delle sue numerose apparizioni nel Nuovo Testamento. È piuttosto importante per la grandezza del suo significato. Prendere un peccatore senza speranza ed elevarlo a diventare un figlio pieno di speranza richiede un miracolo, un miracolo che l'apostolo Paolo chiama adozione”.
Nessun privilegio è più grande di far parte della famiglia di Dio, di un Padre perfetto che ci ama e ci ha liberato da ogni schiavitù in Cristo e ci ha fatto Suoi eredi per grazia, non possiamo allora che ringraziarlo!
Vance Havner disse: “Sono pellegrino e straniero sulla terra, ma non sono orfano”.
Ti senti poco importante? Solitario? Scoraggiato? Vuoto? Senza direzione?
Ricordati se sei in Cristo, non sei un orfano! Sei un figlio, una figlia di Dio!
Medita sul fatto che sei un figlio, o figlia dell'Altissimo.
Lascia avvolgere da questa verità! Lascia che ti riempia! Perché è grandemente significativa!
Oltre l’eredità assicurata che hai in cielo, questa tua filiazione implica che Dio, il Padre, ti assicura la Sua su questa terra!
Anche i padri terreni, per quanto peccatori, sanno fare doni buoni ai propri figli; quanto più il nostro Padre che è nei cieli sa prendersi cura di tutti i nostri bisogni! (cfr. per esempio Matteo 7:7-11; Ebrei 4:14-16; 1 Pietro 5:6-7).
Allora ricordati ogni giorno che sei un figlio, o una figlia di Dio!
Segui l’esempio di John Newton.
John Newton, è stato colui che ha scritto l'inno più popolare e famoso d'America, e forse anche del mondo: “Amazing Grace”, se ricordava che era un figlio di Dio.
Era figlio unico la cui madre morì quando aveva solo sette anni. Divenne marinaio e andò in mare a undici anni. Crescendo, divenne il capitano di una nave di schiavi e partecipò attivamente all'orribile degradazione e disumanità della tratta degli schiavi.
Ma quando aveva ventitré anni, il 10 marzo 1748, quando la sua nave era in pericolo di affondare al largo della costa di Terranova, implorò Dio per la misericordia, e la trovò.
Non ha mai dimenticato quanto fosse sorprendente che Dio lo avesse accettato, per quanto fosse cattivo.
Per tenerlo bello fresco nella sua memoria, ha fissato su una parete di casa sua, sopra la mensola del caminetto del suo studio, le parole di Deuteronomio 15:15:
“Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha redento”.
Certamente tu non sei stato schiavo in Egitto, ma certamente era schiavo, o schiava, della religione, di un’ideologia, di una tradizione umana, di regole, del peccato e del diavolo, ma ora se sei in Cristo, ricordati ogni giorno che sei stato adottato da Dio come Suo figlio!
Come Dio non dimentica che sei suo figlio, o figlia, non te lo dimenticare tu!
Dio non dimentica e abbandona i suoi figli!
Se sei una Sua figlia, o figlio, ha scolpito il tuo nome sulle palme delle Sue mani (Isaia 49:13-16; Ebrei 13:5).
I Suoi figli rimangono perennemente nella Sua memoria! Sono sempre ricordati!
Qualunque cosa faccia con le Sue mani, Dio vedrà sempre il tuo nome e la tua persona!
Il Signore non ti abbandona! La Sua presenza è una presenza costante! Non ti dimentica!
Non dubitare mai del Suo amore e se lo farai ricordati della morte di Gesù per te!
Amy Boucher Pye scrive: “Durante i molti anni che Charles Spurgeon trascorse nella sua chiesa di Londra, nell’ottocento, amava predicare sulla profondità di Isaia 49:16, verso che afferma che Dio ci ha scolpiti sulle palme delle Sue mani. Diceva così: ‘Questo testo dovrebbe essere predicato centinaia di volte!’
Si tratta di un pensiero così prezioso che possiamo riprenderlo nella mente ancora e ancora.
Spurgeon faceva il bellissimo collegamento tra la promessa del Signore al Suo popolo, Israele, e il Figlio di Dio, Gesù, che morì sulla croce per noi. Spurgeon chiedeva: ‘Cosa sono quelle ferite nelle Tue mani?.... Lo strumento dello scultore furono i chiodi, inseriti a martello. Perché il Suo popolo fosse scolpito sulle Sue mani, era necessario che Gesù fosse attaccato alla croce’.
Come il Signore diceva al Suo popolo di essere scolpito sulle Sue mani, allo stesso modo Gesù aprì le Sue braccia alla croce, accettò quei chiodi nella carne in modo da poterci liberare dai nostri peccati.
Se (o quando) siamo tentati di pensare che Dio ci ha dimenticati, abbiamo solo bisogno di guardare a quelle mani e ricordare la promessa di Dio. Egli ha messo segni indelebili sulle Sue mani per noi. Ecco quanto ci ama Dio”.