Salmo 63:8-11: Il sostegno di Dio
Stiamo ancora meditando su questo bellissimo salmo, siamo agli ultimi versetti.Ricordiamo ancora il contesto, Davide era nel deserto (v.1), quando era re (v.11) e fuggiva dal figlio Absalom che si era ribellato contro il padre per essere il nuovo re (2 Samuele 15:23, 28; 16:2,14; 17:16).
Davide fu costretto a lasciare Gerusalemme, dovette fuggire per salvarsi la vita, e a un certo punto di quella fuga, lui e la sua compagnia si trovarono in un deserto.
Questo posto desolato è l’occasione per Davide per esternare il suo desiderio per Dio, la soddisfazione che ha in Lui e in questi ultimi versetti vediamo la certezza di Davide del sostegno di Dio.
James Montgomery Boice scrive: “I commentatori pedanti ritengono che questi ultimi versi siano una macchia indegna su quello che altrimenti sarebbe stato un salmo particolarmente bello, e alcuni hanno suggerito che siano stati aggiunti in seguito da un editore un po' insensibile. Ma non è affatto così.
Ci riportano semplicemente al punto di partenza, nel deserto con Davide, e ci ricordano che questo è un mondo reale dopo tutto e che, se vogliamo essere veramente soddisfatti dell'amore di Dio, non deve essere in qualche mai, mai atterrato proprio qui, in mezzo alle delusioni, alle frustrazioni e ai pericoli di questo mondo. In altre parole, è proprio nel momento in cui suo figlio lo aveva tradito e cercava di ucciderlo che Davide trovò l'amore del Signore riccamente appagante.
Date queste circostanze, il salmo è uno straordinario trionfo della fede. Ma, come scrive G. Campbell Morgan, ‘due cose sono necessarie per un trionfo come questo. Questi sono indicati nelle parole iniziali del salmo. In primo luogo, ci deve essere la consapevolezza della relazione personale: - O Dio, tu sei il mio Dio-; e in secondo luogo, ci deve essere una seria ricerca di Dio: -Presto ti cercherò-‘ Poiché questo è vero, una persona saggia desidererà entrambi”.
Cominciamo a vedere:
I IL SOSTEGNO CON LA DESTRA DI DIO (v.8)
Nel v.8 leggiamo: “La tua destra mi sostiene”.
Davide sempre al v. 8 dice che la sua anima era legata a Dio per seguirlo, ma qui leggiamo che allo stesso tempo, la destra di Dio lo sosteneva.
È la grazia di Dio che ci permette di essere fedeli a Lui! (cfr. per esempio Salmo 73:23; 1 Corinzi 1:8-9; Filippesi 1:6; 1 Pietro 1:5; Giuda 24-25).
Derek Kidner scrive: "È Dio stesso che rende possibile [l'aggrapparsi a Dio], e la fermezza della sua presa che sostiene, è implicita nell'allusione alla mano destra, la più forte delle due".
Vediamo allora:
A) La destra di Dio
Come dice Kidner, “la tua destra” (yĕmînekā) si riferisce alla mano destra (cfr. per esempio Genesi 48:13-14; Salmo 74:11; Isaia 41:13; Daniele 12:7) del Signore che sostiene Davide, quindi è un’espressione antropomorfica.
La mano destra di Dio significa l'immensa e infinita potenza di Dio.
Infatti, la mano destra del Signore è usata per indicare che il Signore ha creato terra e cieli (Isaia 48:13), nel contesto della liberazione dall’Egitto, per esempio nel cantico di Mosè la destra del Signore è ammirevole per la Sua forza, ha vinto i nemici Egiziani (Esodo 15:6,12), e li introdusse nella terra promessa scacciando via le nazioni per far posto a Israele (Salmo 44:1-3); che giudica i suoi nemici (Abacuc 2:16) e libera chi confida in Lui (Salmo 17:7).
La destra del Signore e il Suo braccio lo rendono vittorioso, fa prodigi in favore del Suo popolo (Salmo 20:6-7; 98:1; 118:15).
Come in questo salmo, nel Salmo 18:35, la destra del Signore ha sostenuto Davide, nel senso che lo ha salvato dai nemici.
Così “la tua destra” è simbolo della potenza vittoriosa liberatrice, o protettrice di Dio che non conosce ostacoli, esibisce l'onnipotenza di Dio a favore del Suo popolo, o in questo caso dei fedeli nel liberarli dai nemici.
Davide allora qui, sta celebrando una salvezza, o vittoria militare.
H. C. Leupold scrive a riguardo: “Mentre l'uomo continua a lottare, troverà sempre grande conforto nell'esperienza che la mano di Colui che è più forte di lui non lo lascerà cadere. Non si tratta di un quietistico godimento di Dio, ma di una relazione pratica che aiuta l'uomo a superare vittoriosamente i pericoli che senza dubbio incontrerà”.
Sapere che Dio il Creatore e il Guerriero vincitore è dalla nostra parte, se noi siamo dalla Sua, è davvero un grande conforto!
La mano destra del Signore è la speranza e la fiducia del popolo di Dio nel momento del bisogno (cfr. per esempio Isaia 41:10,13).
I credenti possono trovare nel Signore una fonte di aiuto e forza ovunque si trovino (Salmo 139:10; Isaia 41:10), poiché in Lui possono aspettarsi la sicurezza presente (Salmo 10:8), la protezione (Salmo 121:5; 138:7), il sostegno, come vediamo anche qui (Salmo 18:35; 73:23) e gioiosa vittoria (Salmo 18:15-16), nonché la speranza di delizie in eterno (Salmo 16:11).
In secondo luogo vediamo:
B) Il sostegno di Dio
“Mi sostiene”.
“Sostenere” (tāmaḵ) è in enfasi, e indica “supportare”, “afferrare”, “tenere”, quindi Dio tiene nelle Sue mani e supporta attivamente il Suo servo in modo che non cada!
Davide, la cui anima è legata a Dio, è sostenuto da Dio!
Dio sostiene con le Sue mani i suoi servi (cfr. per esempio Isaia 41:10).
Così anche nel Nuovo Testamento, riguardo le Sue ”pecore”, leggiamo che sono nelle mani di Dio e nessuno le strapperà da queste (Giovanni 10:28).
Se sei un servo del Signore, se gli appartieni, sei al sicuro tra le Sue mani, sei tenuto e protetto da Lui!
Un credente, Frederick Nolan, stava fuggendo dai suoi nemici durante un periodo di persecuzione in Nord Africa.
Inseguito da loro per colline e valli senza un posto dove nascondersi, cadde esausto in una caverna lungo la strada, aspettandosi che i suoi nemici lo trovassero presto.
In attesa della sua morte, vide un ragno che tesseva una tela. In pochi minuti, il piccolo insetto aveva tessuto una bella ragnatela attraverso l'imboccatura della caverna.
Gli inseguitori arrivarono e si chiesero se Nolan si nascondesse lì, ma vedendo l'opera d'arte intatta e non rotta, pensarono che fosse impossibile per lui entrare nella caverna senza rompere la ragnatela. E così sono andati avanti.
Nolan esclamò: “Dov'è Dio, una tela di ragno è come un muro. Dove Dio non c'è, un muro è come una tela di ragno”.
II IL SOSTEGNO CONTRO I NEMICI (vv.9-11)
I vv.9-11 ci parlano che Davide è fiducioso in Dio per la vittoria.
Quando cerchiamo Dio con fede sincera, Dio promette non solo di soddisfare la nostra anima, ma anche che si prederà cura di noi durante il nostro cammino in questa vita (cfr. per esempio Matteo 6:33; Romani 8:32; Filippesi 4:13,19).
Questo è esattamente ciò che Davide sapeva in quel periodo difficile della sua vita, quando il figlio cercava di fargli male.
Davide sa che la sua vita è in pericolo, ma sa anche che Dio è il suo sostegno.
Davide in questi versetti mostra ancora la sua fede solida in Dio.
Derek Kidner scrive a riguardo: “I nemici di Davide, sempre presenti nei suoi salmi, compaiono solo ora, tanto è stato intenso il suo assorbimento. Ma la minaccia è abbastanza reale, e la sua ombra oscura fa emergere la solidità della sua fede, che non ha nulla di ‘fuggitivo e recluso’. Sa che ‘l'amore incrollabile’ di Dio, da lui lodato al versetto 3, è forte di giustizia (cfr. 62:12)”.
Coloro che cercano la vita del servo fedele di Dio, scopriranno che la loro stessa vita verrà tolta!
Il salmista esprime la sua speranza nel trionfo finale della giustizia divina a favore suo, nonostante in quel momento sia in una situazione sfavorevole di fuga nel deserto.
I suoi nemici non lo distruggeranno, ma essi stessi subiranno una fine violenta: moriranno in battaglia, e i loro corpi senza vita saranno consumati dagli sciacalli. Di conseguenza, il re si rallegrerà in Dio, mentre i suoi nemici bugiardi saranno messi a tacere.
Così i vv. 9-11 illustrano la protezione che Dio concede ai suoi, come vediamo nei vv. 7-8.
Riguardo il sostegno di Dio contro i nemici, Davide fa tre affermazioni di fede.
La prima affermazione di fede è:
A) I nemici saranno distrutti (v.9)
Nel v.9 leggiamo: “Ma quanti cercano la rovina dell'anima mia, sprofonderanno nelle parti più basse della terra”.
“Ma” (wĕ) descrive un forte contrasto.
Coloro che cercano la rovina di Davide saranno distrutti.
La parola “rovina” (shôʾāh) significa "essere precipitato in una rovina e rapida distruzione”, "giacere desolato".
Infatti, questa parola, era usata per parlare di una terra desolata come se fosse stata distrutta (Giobbe 30:3; 38:27).
Era usata per descrivere una tempesta che portava grande distruzione (Proverbi 1:27; Ezechiele 38:9).
Così si usava parlare di giudizio divino in termini di rovina (Isaia 10:3; 47:11; Sofonia 1:14).
Davide ha fede che quelli che cercano la sua rovina, sprofonderanno nelle parti più basse della terra (bĕtaḥtiyyôt hāʾāreṣ), questa è un’espressione per indicare la tomba, la fossa (Lamentazioni 3:55; Ezechiele 26:20), quindi lo sceol, il soggiorno dei morti (cfr. per esempio Salmo 55:15; 71:20;86:13; Isaia 44:23).
Mi fa ricordare, che per il giudizio di Dio, con le loro famiglie, Core, Datan e Abiram, inghiottiti dalla terra scesero vivi nel soggiorno dei morti (šeʾôl - Numeri 16:25-33).
Quindi, come dice A.F. Kirkpatrick: “Mentre il suo sentiero sale verso Dio, il loro scende nelle profondità dello Sceol”.
La seconda affermazione è:
B) I nemici saranno divorati (v.10)
Il v.10 dice: “Saranno dati in balìa della spada, saranno preda di sciacalli”.
Hassell Bullocks scrive: “Coloro che cercheranno di uccidere Davide saranno essi stessi uccisi e i loro cadaveri saranno lasciati in pasto agli sciacalli che li divoreranno”.
Il soggetto di coloro che consegnerà i nemici di Davide alle mani della spada (balìa - ʿal yĕdê ḥāreb), idiomaticamente “il potere della spada”, quindi che perderanno in battaglia, anche se non è scritto, è Dio.
Non solo i nemici di Davide saranno sconfitti, moriranno in battaglia violentemente e non saranno seppelliti, ma saranno anche mangiati dagli sciacalli.
Questa certamente non è un'immagine piacevole, ma abbastanza comune di una battaglia campale che una volta finita, lasciava a terra tanti corpi privi di vita; Davide come uomo di guerra lo aveva visto tante volte.
Essere divorati dagli sciacalli, “animali spazzini”, era una sorte particolarmente degradante, il corpo non riceveva una degna sepoltura (espressioni simili cfr. per esempio Isaia 18:6; Geremia 7:33).
Questa è una fine particolarmente vergognosa, riservata ai nemici di Dio (cfr. per esempio 2 Re 9:30-37).
Certamente come ci ricorda Michael Wilcock: “Personalmente avrebbe avuto il cuore spezzato dalla morte di suo figlio, ma sapeva lo stesso che coloro che si oppongono all'unto del Signore possono aspettarsi solo la sconfitta, e alla fine deve esserci gioia, anche se non una gioia a buon mercato, quando i distruttori vengono essi stessi distrutti”.
Avere fede in Dio, significa credere che può capovolgere una situazione anche disperata!
Davide crede in un capovolgimento della situazione: questi nemici che desideravano che morisse nel deserto e divirato da branchi di sciacalli, sarebbe invece, stata una realtà per loro!
E così sarà, perché Absalom con il suo esercito sarà sconfitto! (2 Samuele 18:1–18).
Gerald Wilson scrive: “Non è certo un caso che Dio sazia la fame e la sete del salmista mentre i nemici stessi diventano ‘cibo’ per gli sciacalli. Egli è fiducioso che Dio sconfiggerà il nemico in modo decisivo, in modo che non vi siano dubbi sulla sua capacità di esercitare una cura protettiva sui fedeli”.
La fiducia che si ripone in Dio sarà premiata! (cfr. per esempio Ebrei 11:6).
Davide braccato come un criminale, proprio dal figlio, la sua unica arma è il suo Dio, così si affida a Lui per essere protetto e sarà esaudito.
La terza affermazione di fede è:
C) I nemici saranno disapprovati (v.11)
Nel v.11 è scritto: “Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché ai bugiardi verrà chiusa la bocca”.
Questo versetto serve come contrasto finale tra coloro che confidano in Dio e coloro che non lo fanno.
Se i nemici saranno distrutti, il re, cioè Davide, si rallegrerà in Dio, a causa di ciò che Dio ha fatto, appunto per la vittoria che Dio gli darà sui suoi nemici, il fatto che sarà liberato, sarà per lui motivo di lode.
Così anche coloro che giurano per lui, cioè per Dio, si glorieranno per ciò che Dio ha fatto per Davide.
“Giura” (nišbāʿ) è una dichiarazione, una promessa solenne, descrive chi s’impegna (cfr. per esempio Numeri 30:2; Deuteronomio 4:31; 1 Samuele 20:42) in questo caso un impegno per Dio.
Secondo lo studioso Luis Alonso Schökel: “Giurare per lui equivale ad una confessione di fede, perché uno giura per la divinità che venera”.
L'atto del giuramento comporta l'aspettativa che la promessa fatta sarà mantenuta (cfr. per esempio Esodo 20:7; Zaccaria 5:3-4; Malachia 3:5).
Così giurare per il Signore è praticamente sinonimo di "confessare fedeltà al Signore" (cfr. per esempio 2 Cronache 15:14-15; Isaia 19:18).
In Deuteronomio 6:13, giurare nel nome del Signore, è parallelo a temerlo e servirlo fedelmente (vedi anche Deuteronomio 10:20).
Tutti coloro che giurano fedeltà a Dio, cioè tutti coloro ai quali Dio è oggetto di fede e obbedienza, lo loderanno.
Quindi chi giura, è la persona fedele a Dio, questa si glorierà in Dio (yithallēl – hitpael imperfetto medio), è manifestare la lode a Dio.
Questa parola (hālal) è associata al ministero dei leviti che lodavano Dio mattina e sera (1 Cronache 23:30).
Tutta la creazione, tuttavia, è sollecitata a partecipare (Salmo 148), e vari strumenti sono stati utilizzati per lodare Dio (Salmo 150).
Il motivo della lode a Dio è perché le bocche dei bugiardi, coloro che si opponevano a Davide e credevano alle menzogne di Absalom per rovesciare il trono del padre, saranno messe a tacere da Dio.
Secondo lo studioso John Goldingay: “Gli aggressori sono ora definiti come persone che dicono falsità, alla maniera di Sennacherib e del suo staff in 2 Re 18-19, o di persone all'interno di Israele che dubitano della competenza del re e parlano per politiche diverse da quella che implica la fiducia in YHWH”.
Secondo lo studioso Allen Ross, le loro menzogne (šāqer) probabilmente intende qualcosa di più delle calunnie maligne contro Davide; probabilmente intende negare la verità dell'amore leale di Dio in generale.
E qui vediamo la differenza tra la bocca che loda Dio e la bocca che dice menzogne: la prima non sarà mai fermata, ma canterà per sempre intensamente, e la seconda sarà resa senza parole, le loro bocche che dicono falsità, saranno chiuse al giudizio di Dio.
Così questo mostrerà la disapprovazione di Dio per i nemici di Davide.
CONCLUSIONE
I problemi per un vero credente, non saranno occasione di allontanarsi da Dio, ma di avvicinamento a Lui!
Molte persone si allontanano, o smettono di seguire il Signore quando una crisi dolorosa devasta la loro vita.
Alcuni si arrabbiano, o nutrono amarezza verso Dio.
Altri incolpano Dio.
Altri ancora, non accettano che Dio abbia permesso che una cosa del genere accadesse, che non abbia agito in modo soprannaturale per impedirla.
Ma Davide c’insegna che una persona fedele a Dio, rimane tale anche in mezzo ai problemi!
Davide non si è arrabbiato con Dio!
Non lo ha incolpato quando il figlio Absalom cercava di distruggerlo, invece, Davide scelse di avvicinarsi di più a Dio! Di esercitare la fede in Lui!
Dobbiamo seguire l'esempio di Davide di legarci, di aggrapparci a Dio nei momenti di difficoltà!!
Dobbiamo confidare in Dio che ci sostenga nei problemi, anche quando gli altri mentono su di noi, o peccano contro di noi, dobbiamo ricordare che Dio è giusto e che tratterà con giustizia tutti i malfattori a Suo tempo!
Dobbiamo affrontare i problemi nella nostra vita, a volte problemi terribilmente dolorosi, avvicinandoci a Dio con la consapevolezza che Lui si farà trovare! (Salmo 145:18; Ebrei 10:22; Giacomo 4:8).
Inoltre questi versetti finali del Salmo 63, ci ricordano che coloro che non sono in armonia con la via, o la volontà di Dio periranno.
Il messaggio che troviamo qui è: “Se metti la mano nel fuoco, ti brucerai. Ci sono scelte da fare”.
Se decidi di vivere secondo la tua via lontano da quella dal Signore, sarai giudicato da Dio!
La nostra anima deve legarsi a quella di Dio per seguirlo e Lui ci sosterrà!
Così siamo chiamati a rinunciare alla nostra volontà per fare la volontà di Dio, per seguirlo dove Lui vorrà e fare ciò che Lui vorrà!
Come Davide anche noi abbiamo i nostri nemici, e non sono umani e quindi le nostre armi sono spirituali, potenti in Dio per abbattere le fortezze dei nostri nemici (2 Corinzi 10:3–4).
Nemici che oltre a essere il peccato e il mondo, inteso come sistema ribelle a Dio, c’è anche il diavolo.
Il diavolo cercherà di distruggerci, ma è lui che alla fine andrà nello stagno di fuoco, dove sarà tormentato giorno e notte per sempre (Apocalisse 20:10).
Così anche tutti coloro che si oppongono ostinatamente a Dio e dicono bestemmie e menzogne contro di Lui, saranno messi a tacere e si ritroveranno con il grande ingannatore nello stagno di fuoco che è la seconda morte, l’eterna separazione da Dio (Apocalisse 20:10–15).
Sapendo che questo suo destino è sicuro, sapendo che noi cristiani siamo figli di Dio, è molto più arrabbiato e violento nei nostri confronti in questa vita.
Quindi, oltre a ricordare la fine del diavolo, dobbiamo ricordare che in questa vita siamo nelle mani di Dio, che ci sostiene!
Il Signore ci preserverà da ogni male sempre dovunque ci troviamo! (Salmo 121:7-8).
La vita cristiana, non è una vita spensierata!
Ma Dio promette di proteggere le nostre anime in questo mondo, portandoci sani e salvi attraverso la vita alla gloria eterna che ci aspettano in paradiso (cfr. per esempio Salmo 73:23-24; 2 Corinzi 4:16-18; Apocalisse 21:1-8).