1 Samuele 11:7:Il terrore del Signore
“…Il terrore del SIGNORE s'impadronì del popolo e partirono come se fossero stati un uomo solo”.Saul fu fatto re d’Israele (1 Samuele 10:1-27).
La prima prova per il suo regno fu la minaccia dell'attacco degli Ammoniti contro Iabes di Galaad, il quale voleva cavare l’occhio destro a tutti. Come ai giorni in cui regnavano i giudici, alla notizia riportata dai messaggeri, lo Spirito di Dio scese su Saul ed egli si adirò. Saul non era più timoroso (1 Samuele 10:22); ispirato dallo Spirito, esercitando la sua autorità di re, radunò gl’Israeliti che sconfissero gli Ammoniti (1 Samuele 11:11).
Questo è il contesto di questo versetto, nello specifico, quando i messaggeri riportarono la minaccia degli Ammoniti a Saul mentre ritornava dai campi, chiede perché il popolo piangeva e gli riferirono le parole minacciose del re Ammonita Naas, all’udire queste parole, lo Spirito di Dio investì Saul che s’infiammò d’ira, prese un paio di buoi, li tagliò a pezzi, li mandò per mano dei messaggeri in tutto Israele dicendo che sarebbero stati così trattati i buoi di chiunque non avrebbero seguito lui e Samuele (1 Samuele 11:5-6).
David Guzik riguardo l’ira di Saul scrive: “La Bibbia dice che possiamo essere arrabbiati e non peccare (Efesini 4:26), ma la maggior parte della nostra rabbia è egoistica. L'ira di Saul non derivava da un personale senso di ferita o offesa, ma da una giusta preoccupazione per la causa del Signore tra il suo popolo”.
Certo Saul ha fatto una cosa molto forte, ma voleva che fosse chiaro che il non farsi avanti e difendere la causa di Dio in quel momento era peccato e sarebbe stato punito come peccato.
David Toshio Tsumura a riguardo scrive: “Qui lo smembramento simbolico dei buoi può essere considerato come ‘una sorta di maledizione condizionale’. Poiché tutti gli israeliti erano obbligati ad andare ad aiutare qualsiasi israelita in tempo di bisogno militare, chiunque non andava era maledetto”.
Il v. 7 ci dice che il terrore del Signore s’impadronì del popolo e partirono compatti (cfr. per esempio Giudici 6:16; 20:1,8,11; 2 Samuele 19:14) a combattere gli Ammoniti.
Come Saul riconobbe dopo la vittoria (1 Samuele 11:13), il potere dietro questa missione di salvezza fu il Signore, e non lui! Fu lo Spirito di Dio che venne su Saul e spinse il re ad agire e a equipaggiarlo per il servizio in modo che potesse fare qualcosa per il Signore (1 Samuele 11:6).
Lo Spirito Santo ci equipaggia a servire il Signore in modo efficace per l’edificazione della chiesa, affinché Dio sia glorificato (cfr. per esempio Atti 1:8; Romani 12:3-8; 1 Corinzi 12:4-11; Efesini 4:7-16; 1 Pietro 4:10-11).
David Guzik scrive a riguardo: “Questo è sempre il modello di Dio. Non vuole che cerchiamo lo Spirito egoisticamente, ma che siamo potenziati e usati da Lui per toccare gli altri”.
Fu il "terrore del Signore" che spinse il popolo a rispondere (1 Samuele 11:7). Ma che cos’era esattamente questo terrore? Qualcuno potrebbe dire che era il terrore di conseguenza al fatto di quello che Saul poteva fare loro come aveva fatto con i buoi - anche se Saul minaccia solo di fare lo stesso con i loro buoi -. Il terrore di Saul, che era il re d’Israele, può essere in qualche modo comprensibile, date le previsioni pungenti che Samuele fece su come sarebbe stato avere un re (1 Samuele 8:10-22). Tuttavia, questo terrore sarebbe meglio chiamarlo il "terrore di Saul", ma non lo è, perché è “il terrore del Signore”.
Allo stesso modo, non è il terrore di Naas, o degli Ammoniti, perché è “il terrore del Signore”.
Noi altrove nella Bibbia, troviamo l’espressione legata al timore (yirʾāh)del Signore, e questo significa essere saggi (Giobbe 28:28), o “il principio della saggezza” (Proverbi 9:10), o “il principio della scienza” (Proverbi 1:7).
In 1 Samuele 11, viene usata un’altra parola simile: "terrore" (paḥaḏ).
Questa frase si trova ripetutamente nel secondo capitolo di Isaia (Isaia 2:10,19,21), dove si parla del giudizio del Signore e della Sua presenza maestosa che farà sì che le persone si nasconderanno nelle caverne o nei crepacci.
La parola Ebraica per "terrore" usata qui in 1 Samuele 11:7 è anche usata come appellativo per Dio nella Genesi, dove Giacobbe si riferisce a Dio come al "Terrore di Isacco" (Genesi 31:42,53).
Il terrore del Signore descrive normalmente una reazione che si abbatte sui nemici del Signore quando interviene a favore del Suo popolo.
È il terrore delle nazioni (Filistei, Edomiti, Moabiti, Cananei) tanto da rimanere paralizzati perché hanno udito ciò che il Signore aveva fatto agli Egiziani, quindi per la Sua forza invincibile e schiacciante (Esodo 15:14-16).
Quindi la reputazione del Signore suscita terrore e un effetto paralizzante di chi non gli appartiene nel far male al Suo popolo (cfr. per esempio Esodo 15:16; Deuteronomio 2:25;2 Cronache 17:10), mentre per chi fa parte del Suo popolo è agire secondo la Sua volontà per il Suo onore.
Che cosa significa allora “terrore del Signore”?
La parola “terrore” (paḥaḏ) significa “attesa, o aspettativa spaventosa”.
Lo studioso James Swanson riguardo questa parola scrive: “Lo stato o la condizione di grave angoscia per problemi imminenti”.
Si riferisce alla paura terrificante, anche accompagnata da tremori, o tremori fisici (cfr. per esempio Giobbe 4:14).
In questo caso è il terrore, la paura che suscita il Signore riguardo il Suo giudizio (cfr. per esempio Giobbe 31:23; Isaia 2:10,19,21; 33:14).
Il Signore li riempì di terrore della Sua stessa rappresaglia!
Possiamo dire la fonte della paura è stata il Signore, oppure hanno avuto il terrore che si ha per il Signore. Entrambe le interpretazioni sono possibili, anche se la prima sembra preferibile.
Nel Salmo 119:120 è questa parola, la Nuova Riveduta la traduce con “paura” e rivolgendosi a Dio il salmista dice: “Tu mi fai rabbrividire di paura; io temo i tuoi giudizi”.
Dunque, l'ira del Signore deve essere temuta (Isaia 2:10; Geremia 30:5; 49:5).
I cristiani oggi spesso vogliono evitare di parlare del terrore, o della paura del Signore, poiché si vuole sottolineare solo l'amore e la grazia di Dio.
Tuttavia, la Bibbia è molto chiara sull'importanza di avere terrore, o di temere il Signore.
Il timore del Signore implica essere in soggezione di Dio e rispettarlo adeguatamente. Pertanto, temere il Signore richiede in definitiva di osservare i suoi comandamenti e di impegnarsi in un comportamento etico appropriato.
Ci sono buone ragioni per avere terrore del Signore, specialmente se si vive nella disobbedienza contro di Lui.
Il terrore del Signore s’impadronì del popolo, cioè cadde (nāpal per esempio Deuteronomio 22:4; Isaia 30:25) sul popolo (ʿal-hāʿām) e produsse buoni frutti.
Nella nostra storia qui in 1 Samuele 11, portò buoni frutti in Israele.
In primo luogo, ha portato all'obbedienza di Saul mentre il popolo rispondeva alla sua chiamata. In secondo luogo, ha portato all'unità in Israele, perché il testo dice: "Partirono come se fossero stati un uomo solo”. In terzo luogo, ha portato a impegnarsi in comportamenti appropriati, poiché hanno partecipato al sostegno e alla salvezza delle persone oppresse a Iabes di Galaad.
Quindi se abbiamo il terrore del Signore questo si vedrà dall’obbedienza a Lui (cfr. per esempio Deuteronomio 10:12-13; 1 Pietro 1:14-17), dal fatto che ricerchiamo l’unità della chiesa (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:10; Efesini 4:1-3), e dal fatto che amiamo il prossimo (Levitico 19:18; Marco 12:31).