Salmo 62:5: Il soliloquio per il riposo della propria anima
“Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza”.
Un soliloquio lo possiamo trovare in un personaggio teatrale che sta riflettendo sui propri pensieri e sentimenti interiormente, come per esempio, in "Amleto" di William Shakespeare, quando Amleto si chiede se sia meglio essere o non essere, esponendo i suoi dubbi e le sue paure.
Una persona mentre cammina, o si trova in auto, o nella sua stanza parla ad alta voce rivolgendosi a se stesso per esprimere i suoi pensieri più intimi, o riflettere su varie aspetti della sua vita, fare un punto della sua situazione, o per riflettere sulle scelte passate, o sulle decisioni importanti da prendere.
Oppure mentre facciamo la spesa ripetiamo a voce alta a noi stessi ciò che dobbiamo comprare per non dimenticare niente, questo è un soliloquio.
Non è raro che uno sportivo prima di una gara dice a se stesso: “Ce la puoi fare!!”
Anche questo è un soliloquio, cioè un parlare ad alta voce con se stessi, senza interlocutori.
Tutti parliamo con noi stessi per diverse ragioni, Davide nel v.5 riflettendo su chi è Dio in un periodo difficile della sua vita parla con se stesso auto-esortandosi a trovare riposo in Lui.
Noi vediamo in alcuni salmi che l’autore esorta la propria anima a non abbattersi, ma a sperare in Dio (Salmo 42:5,11; 43:5), a trovare riposo in Dio come in questo salmo (Salmo 116:7), o a benedire, o lodare il Signore considerando le Sue benedizioni (Salmo 103:1-2; 146:1).
In un momento di riflessione, il soliloquio è una meditazione fatta con se stessi, non è dunque, una cosa anormale, bizzarra, imbarazzante parlare con noi stessi, anzi è importante perché in questo modo prendiamo coscienza, o ci permette di analizzare, chiarire e tirare fuori le nostre emozioni, le nostre motivazioni, o i nostri desideri, i nostri impulsi e azioni, o come in questo salmo ragionando su chi è Dio possiamo auto-incoraggiarci, o auto-esortarci, motivarci a fidarci di Dio e a sperare in Lui.
Di fronte alla minaccia dei nemici (vv.3-4), Davide mostra una forte fiducia nel Signore da dove proviene la sua salvezza e rifugio sicuro (vv.1-2,6-7).
Tutto il popolo di Dio dovrebbe quindi farsi coraggio e rendersi conto che può confidare in Dio in ogni circostanza e aprire il cuore davanti la Sua presenza e non confidare nella violenza, o nelle ricchezze (vv.8,10) per risolvere i problemi.
Davide si fida della parola di Dio, quella parola che dice che a Dio appartiene il potere, la misericordia e la giustizia (vv.11-12), e per questo che si auto-esorta a trovare riposo in Lui.
Siamo tentati sempre di confidare in qualcosa che vediamo e non nel Dio invisibile, ma Davide c’incoraggia a confidare e sperare in Dio nelle nostre circostanze avverse, e ad auto-esortare noi stessi a farlo!
Dunque, noi vediamo che Davide in questo versetto fa un’esortazione a se stesso motivandola.
Partiamo nel considerare:
(1) La risoluzione dell’esortazione
Queste parole indicano che Davide è risoluto, determinato.
L’esortazione la vediamo dal verbo “trova riposo solo in Dio”, infatti “trova riposo” è un comando (dômmî – qal imperativo attivo).
La dichiarazione indicativa del fatto che la sua anima trova riposo solo in Dio del v.1, si è trasformata nel v.5, in un’auto-esortazione imperativa.
La variazione parla di una fiducia che è presente, ma deve essere mantenuta nella vita come pratica della speranza in Dio.
La parola “trova riposo” (dômmî) è “fare silenzio”, “tacere” (cfr. per esempio Salmo 30:12; 31:17), come anche “riposare”, cioè essere in uno stato di riposo, compreso il sonno, con un focus sull'inattività (cfr. per esempio Giobbe 30:27; Lamentazioni 2:18).
Il senso è che le emozioni negative dell’anima devono tacere, che l’anima non sia agitata, deve stare a riposo. Il senso nel contesto è una quieta aspettativa interiore, e quindi riposare. Quindi, mentre si aspetta l’intervento favorevole di Dio, si deve rimanere calmi!
Questa quiete interiore deriva dal cedere fiduciosamente tutte le nostre paure, ansie e insicurezze a Dio.
Questa quiete è il silenzio dell’anima, cioè il riposo, la tranquillità, la pace interiore nel bel mezzo di una circostanza metaforicamente che ci scuote come un terremoto, un incendio, una tempesta, perché consapevoli di chi è Dio!
John Goldingay scrive: “La preoccupazione del salmo per il silenzio lo ha fatto sembrare un testo appropriato per incoraggiare la preghiera contemplativa, tuttavia questo ‘non è il silenzio della pietà contemplativa, ma il silenzio dopo la tempesta’, o meglio, nel mezzo della tempesta. Alla fine suggerisce che se c'è un modo per vivere nella tempesta, è alla luce di alcune verità fondamentali su Dio”.
La nostra anima fa silenzio, cioè rimane tranquilla, quiete, solo quando saremo concentrati e crediamo in chi è Dio!
Il riposo dell’anima è come la pace di Dio che supera ogni intelligenza e custodisce i nostri cuori e pensieri in Cristo Gesù (Filippesi 4:7).
Davide è enfatico quando dice: “Solo in Dio”, ed è ripetuto in questo salmo quattro volte, se ho contato bene (v.1,2,5,6).
Quindi solo nella persona di Dio e non in altri (v.9), o in altro (v.10) dobbiamo sperare!
È interessante ciò che scriveva a riguardo John Trapp: “Non si fidano affatto di Dio coloro che non confidano solo in lui. Colui che sta con un piede su una roccia e un altro piede sulle sabbie mobili, affonderà e perirà, con la stessa certezza di chi sta con entrambi i piedi sulle sabbie mobili. Davide lo sapeva, e quindi invita seriamente la sua anima (poiché le sue fatiche erano per lo più dentro casa) a confidare solo in Dio”.
Effettivamente è così! Chi si fida di Dio non ha bisogno di fidarsi di altri, o di altro, se lo fa non si fida veramente di Dio!
“Dio” (Elōhiym) si riferisce all'essere soprannaturale che ha creato l’universo e lo governa (cfr. per esempio Genesi 1:1; Salmo 65:6; Geremia 27:5; 32:17), il Signore assoluto accanto a cui non esiste nessun altro, nessun’altra volontà!
“Elōhiym” indica “forte”, “una divinità di grande forza, o potenza”, “l'Uno forte”, “il potente Capo”, o che “Dio è forte e potente”, “la divinità suprema”, “l’essenza trascendente”; si riferisce a un'energia assoluta e illimitata.
Ecco in chi noi dobbiamo confidare e sperare! C’è qualcosa di meglio? Di più grande?
Eppure confidiamo, o siamo tentati a confidare nelle persone, o nei soldi, o in altre cose e non in Dio!
In questo contesto Davide aveva nemici, e quindi la certezza della salvezza" (vv.1,2,6,7) e la protezione efficace (vv.2,6,7,8) si trovano in Dio: la speranza di Davide risiede nel guerriero divino, che combatte per lui, infatti altrove nella Bibbia, Dio è descritto come guerriero (Esodo 15:3) che combatte le battaglie del e per il Suo popolo! (Esodo 14:14; Deuteronomio 1:30; 2 Cronache 20:17).
E così insieme al salmista possiamo affermare: “Gli uni confidano nei carri, gli altri nei cavalli; ma noi invocheremo il nome del SIGNORE, del nostro Dio” (Salmo 20:7).
Dio è il Salvatore (cfr. per esempio Salmo 42:5), la salvezza viene da Lui, appartiene a Lui (cfr. per esempio Isaia 43:11; Giona 2:10; Apocalisse 7:10), è una Sua faccenda perché connota un salvataggio che nessuna risorsa umana potrebbe portare!
Allora, affida le tue battaglie quotidiane a Dio! Se stai vivendo metaforicamente un terremoto, un incendio, una tempesta, problemi grandi e complessi di vario genere, stress, tensioni, paure, ansie, preoccupazioni, affrontale con l’aiuto di Dio!
Davide cerca la sua calma interiore in Dio; seguiamo anche noi il suo esempio.
Infatti vediamo:
(2) La direzione dell’esortazione
L’esortazione è rivolta alla propria anima: “Anima mia”.
Come già detto, Davide comanda a se stesso di trovare riposo in Dio!
“Anima” (nep̱eš) è il sé interiore, la parte di una persona che pensa, sente, vuole e desidera; è l'essere interiore con i suoi pensieri e le sue emozioni (cfr. per esempio Genesi 34:3; Deuteronomio 4:29; Giudici 10:16; Proverbi 14:10; Ezechiele 25:6).
È necessario la costanza auto-esortazione a confidare in Dio per mettere a tacere le nostre paure, ansie, preoccupazioni.
Davide esorta se stesso a non lasciarsi scoraggiare dalla minaccia del nemico, perché spera in Dio che è la sua salvezza e protezione come vediamo in questo salmo.
Quindi vediamo:
(3) La motivazione dell’esortazione
“Poiché da lui proviene la mia speranza”
Ancora una volta vediamo l’enfasi su Dio (da lui).
Quindi la motivazione per Davide della sua auto-esortazione a trovare riposo in Dio è perché la sua speranza proviene da Lui.
“Speranza” (tiqwāh) è il sentimento che un desiderio sarà soddisfatto; indica aspettare, o cercare con ansiosa aspettativa.
La speranza è aspettare con tenace perseveranza e fede; perseverare con fiduciosa aspettativa che Dio agirà in modo decisivo per la salvezza (vv.1,2,6,7; cfr. per esempio Genesi 49:18).
La parola ebraica “speranza” (tiqwāh) qui descrive che proviene dal Signore (Yahweh), il Dio di Israele, e che ci si può aspettare solo da Lui (Salmo 37:7-8; 71:5)
Al v.1 aveva detto:”Solo in Dio trova riposo l'anima mia;
da lui proviene la mia salvezza”, ora al posto di “mia salvezza”, dice la “mia speranza”, quindi il v.5 la parola “speranza” sottolinea la paziente attesa di quella salvezza, parola che troviamo quattro volte in questo salmo (vv.1,2,6,7), che proviene da Dio: Dio, e Dio solo, è quindi il fondamento della speranza!
Dio è Colui, nel quale il salmista ripone la sua speranza di liberazione.
Steven Lawson scrive: “Riaffermando la sua certa fiducia in Dio (vv. 1-2), Davide istruisce il suo cuore a trovare riposo... in Dio solo. Ripetendo il ritornello iniziale, egli si appella alla fiducia in Dio, una fiducia piena di speranza, una parola ebraica che significa un'attesa ansiosa di Dio, che attende il suo intervento. La sua tendenza naturale sarebbe stata quella di agire d'impeto, prendendo in mano la situazione”.
In conclusione, possiamo dire: quando la nostra fede viene messa alla prova, dobbiamo resistere alla nostra naturale tendenza a dubitare e quindi di conseguenza ad aver paura e, o a preoccuparci, o addirittura a essere angosciati, o disperati!
Dobbiamo invece confidare in Dio e a riposare in Lui consapevoli che la salvezza appartiene solo a Lui.
Gesù c’invita in questa direzione: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28–29).
Gesù c’invita ad andare da Lui per avere riposo, esortiamo la nostra anima a trovare riposo solo in Dio, quelli che sperano in Lui non saranno delusi! (Salmo 34:5).
Il carattere di Dio è un insieme affidabile, perfetto, potente, glorioso su cui possiamo fare pieno affidamento!