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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita

 Deuteronomio 2:7: Dio è con te nel viaggio della vita
Qualcuno ha detto: "Un viaggio è come un matrimonio. Tu prendi il buono con il cattivo".
Un viaggio è come un matrimonio, con i suoi momenti buoni e cattivi, perché ci sono momenti di relax, di gioia, ma non sempre tutto fila liscio come abbiamo pianificato prima di partire: ritardi, problemi di salute, con la prenotazione, scioperi, condizioni meteorologiche avverse, e così via.
Metaforicamente anche la vita può essere paragonata a un viaggio, con i suoi alti e bassi, con gioie e tristezze, salute e dolori, serenità e inquietudine, successi e fallimenti, conforto e sfide, con previsti e imprevisti.
Come il popolo d'Israele, anche noi attraversiamo per “deserti”, metaforicamente momenti di difficoltà e incertezze di vario genere. 
Ma Dio è con noi, veglia su di noi e ci accompagna in ogni passo del nostro cammino, come ha fatto con il popolo d’Israele.
Il contesto di questo versetto di Deuteronomio, racconta le tappe del viaggio del popolo di Israele nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù di Egitto. 
Questo versetto dice che il Signore, il Dio d’Israele si è preso cura del Suo popolo nei quarant’anni nel deserto, e per questo motivo il popolo poteva permettersi di comprare da mangiare e da bere dagli Edomiti perché Dio lo aveva assistito (v.6). 
In questo versetto ci sono tre aspetti della cura del Signore per Israele, oggi ne vedremo due, il terzo, a Dio piacendo la prossima volta. 
Il primo aspetto è:
I IL SIGNORE BENEDICE IL SUO POPOLO
“Ti ha benedetto in tutta l'opera delle tue mani”. 
Il Signore (Yahweh) aveva benedetto ogni attività del Suo popolo.
Vediamo prima di tutto:
A) Le caratteristiche della benedizione
La parola Ebraica per “benedizione” (bāraḵ) indica il favore del Signore implicando una disposizione positiva, o azioni gentili verso il destinatario.
Secondo quello che vediamo sia in Levitico 26 e in Deuteronomio 28-30 (cfr. per esempio Deuteronomio 7:9-11; 11:18-32), questi capitoli esprimono la natura del patto Sinaitico, un legame che ha voluto il Signore di Sua iniziativa, e rappresenta il Suo amore fedele per Israele che ha scelto come Suo popolo, non perché avesse qualcosa di particolare, ma perché li amava ed era fedele alle promesse che aveva fatto ai padri (Deuteronomio 7:7-8).
Dall’altra parte il popolo, doveva rispondere con un impegno totale, con obbedienza fedele, una consacrazione continua nel timore del Signore (cfr. per esempio Deuteronomio 6:13; 10:12, 20; 11:13; 13:5), in risposta all'iniziativa e all’amore fedele del Signore: tutto il libro del Deuteronomio è pieno di appelli a dare la giusta risposta alle iniziative del Signore nella vita della nazione.
Michael Grisanti riguardo questo patto scrive: “L'alleanza si fonda sul passato, dà significato al presente e promette speranza per il futuro. La stipula dell'alleanza al Sinai non è stata solo un evento storico, ma ha inaugurato una relazione continua tra Yahweh e Israele”.
Riguardo il passato: il patto affonda le sue radici nella storia passata, ricordando al popolo d'Israele le promesse fatta ai patriarchi d’Israele e la liberazione dalla schiavitù d'Egitto e l'amore elettivo e salvifico di Dio (cfr. per esempio Deuteronomio 1:8-11; 4:30-31; 7:7-8; 9:5; 29:10-15).
Riguardo il presente: il patto dà forma al presente, fornendo una struttura di vita e un codice etico per il popolo d'Israele (cfr. per esempio Esodo 19:6; 20:1-17; Deuteronomio 10:12-13; 11:1,13-14,22,32; 12:26-28)
Riguardo il futuro: il patto offre speranza per il futuro, promettendo la benedizione divina se Israele una volta allontanatosi dal Signore si converte a Lui (cfr. per esempio Levitico 26:40-45; Deuteronomio 1:39; 30:1-10).
Questo patto aveva delle implicazioni in base all’obbedienza e alla disobbedienza alla legge di Dio, vale a dire la benedizione e la maledizione, che sono alternative poste davanti la scelta d’Israele (cfr. per esempio Deuteronomio 11:26-28; 30:15-20).
La legge di Dio aveva lo scopo di rivelare la Sua santità e quindi di affrontare il peccato con lo scopo di eliminare il male da Israele, quindi dissuaderlo dal commettere il peccato, proteggerlo dalla sua influenza corruttrice e condurlo alla benedizione divina, piuttosto che alla Sua ira e maledizione!
Immagina una luce che illumina un sentiero oscuro, la legge di Dio è come una luce che illumina il cammino, mostrando la via da seguire per vivere una vita santa che piace a Dio che conduce verso la Sua benedizione!
Secondo il patto Sinaitico (Levitico 26; Deuteronomio 28-30), la benedizione è il contrario della maledizione (qelālāh).
Si riferisce alla prosperità materiale (salute, abbondanza di cibo e di beni materiali).
Al successo (vittoria sui nemici, successo nelle imprese).
Alla felicità (pace interiore, gioia, senso di appagamento).
Alla protezione (sicurezza da pericoli e avversità).
Le maledizioni, che sono dovute alla disobbedienza a Dio, al contrario, includono: siccità e carestia; sconfitta in guerra, malattie e sofferenza, sterilità e declino della popolazione; guerra e insicurezza, povertà e miseria (Levitico 26:14-46; Deuteronomio 28:15-69).
Dunque, il peccato non è solo una violazione della legge di Dio, un’offesa alla Sua santità (cfr. per esempio Esodo 19:5-6; 20:1-17; 1 Giovanni 3:4), e ci allontana da Dio (cfr. per esempio Isaia 59:1-2, Romani 3:23; 5:12), ma è anche un atto di autodistruzione (cfr. per esempio Genesi 2:17; 3:14-19; Romani 6:23). 
Quando disobbediamo a Dio, ci allontaniamo dalla fonte della vita e della vera felicità! (cfr. per esempio Salmo 16:11; 36:9; Giovanni 4:13-14; 10:10; 17:3).
Le benedizioni e le maledizioni ci fanno capire come il Signore prende seriamente la nostra obbedienza, o la nostra disobbedienza! E quindi la nostra fedeltà a Lui!
La storia della relazione tra il Signore e Israele è ricca d’insegnamenti per noi oggi, così Peter Craigie ci ricorda: “Ma la triste storia non è scritta per permetterci di esprimere un giudizio sugli uomini dell’antico Israele. Serve piuttosto come paradigma della natura dell'uomo. Concesso il più alto privilegio possibile, un rapporto intimo con Dio, l'uomo tuttavia va per la sua strada, dimentico di quell'alta vocazione, finché non attira su di sé la maledizione di Dio”.
Le parole di Peter Craigie c’invitano a non assumere un atteggiamento di superiorità verso Israele giudicandolo, dovremmo piuttosto riconoscere in esso uno specchio che riflette la nostra stessa natura, infatti anche noi siamo capaci di disobbedire a Dio e di attirare su di noi la Sua disapprovazione punitiva, o disciplinante (cfr. per esempio Atti 5:1-11; 1 Corinzi 11:27-30; Ebrei 12:4-11).
Pur avendo ricevuto il dono inestimabile di una relazione intima con Dio, l'uomo tende ad allontanarsi da questa vocazione, per poi attirare su di sé lo sdegno del Dio santo e giusto (cfr. per esempio Salmo 7:11; Romani 1:18).
Allora, la storia d'Israele con il suo cattivo esempio, serve da monito per noi oggi (cfr. per esempio 1 Corinzi 10:1-11), invitandoci a riflettere sulla nostra natura umana e comportamento, e a scegliere la via della fedeltà e dell'obbedienza a Dio, come confermato anche nel Nuovo Testamento (cfr. per esempio Matteo 6:24; 7:21-23; Giovanni 14:15; 1 Corinzi 6:9-10; 2 Corinzi 6:14-18; Galati 5:19-21; Ebrei 10:26-27; Giacomo 1:22; 2 Pietro 2:20-22; 1 Giovanni 2:3-6).
La Bibbia ci esorta a riflettere sulla nostra relazione con Dio, sulla nostra obbedienza alla Sua volontà e sull'importanza di vivere una vita in linea con i Suoi insegnamenti, prendendo esempio dalla storia e dalle lezioni del popolo d'Israele.
Questo è un momento per noi per riflettere sulla nostra vita, se è conforme alla volontà di Dio!
In sintesi possiamo dire allora che:
(1) La benedizione del Signore era condizionale
Dio promette al Suo popolo la benedizione a condizione della loro obbedienza e fedeltà al patto con cui sono legati (cfr. per esempio Levitico 26:13; Deuteronomio 1:11; 7:13-14; 8:10; 10:8; 11:26-28; 12:7; 14:24,29; 15:4,6,10,14; 16:10,15; 26:15; 28:3-15;30:15-20).
Quindi la benedizione e la maledizione, secondo il patto con cui gl’Israeliti erano legati al Signore, dipendevano dalla loro obbedienza, o disobbedienza (Levitico 26; Deuteronomio 28-30).
Tim Keller disse: "Le benedizioni e le maledizioni non sono premi, o punizioni arbitrarie. Sono la conseguenza naturale di come scegliamo di vivere la nostra vita".
(2) La benedizione era completa: abbracciava tutti gli aspetti della vita: prosperità materiale, appagamento interiore, protezione, successo (cfr. per esempio Levitico 26; Deuteronomio 16:11; 28-30; Giosuè 1:7-9; Salmo 1:1-3; Proverbi 3:5-6).
(3) La benedizione era generazionale: le benedizioni di Dio si estendevano alle future generazioni (cfr. per esempio Esodo 20:5-6; Levitico 26:9; Numeri 14:18; Deuteronomio 7:9; 28:11,48; 30:19-20).
Nel Nuovo Testamento vediamo che la benedizione di Dio è legata al Nuovo Patto in Cristo (cfr. per esempio Efesini 1:3; Matteo 26:262; 1 Corinzi 11:23-26), che è garanzia che ci darà tutto quello che è necessario per vivere la vita materiale e cristiana (cfr. per esempio Romani 8:31-32).
Questo Nuovo Patto in Cristo comporta un cambiamento interiore che si ripercuote nelle azioni di obbedienza e consacrazione a Dio (cfr. per esempio Geremia 31:31-34; Ezechiele 11:17-20; 2 Corinzi 5:17; Ebrei 8:7-13; 1 Giovanni 3:9-10).
In secondo luogo vediamo:
B) Le circostanze della benedizione
“Ti ha benedetto in tutta l'opera delle tue mani”.
Il verbo “ti ha benedetto” (bērakkā – piel perfetto attivo) indica un'azione compiuta con intensità, o enfasi. 
In questo caso, "ti ha benedetto" sottolinea la potenza e l'efficacia della benedizione divina.
Quindi non si tratta di una semplice benedizione, ma di un atto potente e significativo che ha avuto un effetto significativo nella vita d’Israele.
La benedizione non è stata solo un augurio di bene, ma una vera e propria conferma di favore concreto di Dio.
L'espressione "ti ha benedetto in tutta l’opera delle tue mani” ricorre, con variazioni, diverse volte nel libro (Deuteronomio 14:29; 15:10; 16:15; 24:19; 30:9). 
Questo è un modo di dire per riferirsi a tutto ciò che il popolo aveva intrapreso.
“L'opera delle tue mani” si riferisce alla benedizione divina su ogni aspetto della vita e del lavoro del popolo d'Israele.
Quali erano le attività nel deserto?
L’opera delle mani si riferiva alla ricerca di cibo e acqua, alla caccia di animali selvatici, la cura del bestiame; la costruzione di tende e ripari, l’accensione di fuochi per cucinare il cibo, per scaldarsi durante la notte e per proteggersi dalle bestie selvagge; la produzione di artigianato, l’educazione dei figli.
In modo particolare la cura del bestiame e l’artigianato che gli avrebbe permesso di comprare ciò che gli mancava dagli Edomiti.
 
Il Signore non è un amico, o un parente a distanza, o di qualsiasi altra persona che ci vuole bene, ma che non ci può aiutare! 
La Sua presenza nella nostra vita è molto più intima e costante!
Dio non è un lontano benefattore, ma la nostra ombra inseparabile, sempre pronto a soccorrerci!
Il Signore è la nostra ombra! È con noi sempre per aiutarci! (Salmo 121:1-8).
Dio è attivamente presente e coinvolto nelle nostre vite, la Sua benedizione è concreta e si estende a ogni aspetto della nostra esistenza rendendo l’opera delle nostre mani fruttuosa quando ci affidiamo a Lui e viviamo in obbedienza alla Sua volontà.
C’è un secondo aspetto da considerare in questo versetto:
II IL SIGNORE SEGUE IL SUO POPOLO
“Ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto”.
A) Dio si prende cura del suo popolo
Quest’affermazione rappresenta una potente dichiarazione teologica; ci mostra un Dio che non è distaccato dalla realtà umana, ma si coinvolge in modo personale nella vita del Suo popolo. 
Dio non si limita a guardare da lontano, ma cammina affianco al Suo popolo passo dopo passo nel suo viaggio, sostenendoli nelle sue sfide.
Donald Snow dice: “Potresti non sapere dov’è Dio, ma Lui sa sempre dove sei”.
Allora dimentica l'immagine di un Dio distaccato e lontano!
Il nostro Dio non è un osservatore passivo della tua vita! Assolutamente No! 
Il Signore aveva seguito Israele, cioè si era preso cura del popolo e lo ha protetto nel vasto e terribile viaggio nel deserto (Deuteronomio 8:3-5).
Nella frase Ebraica il senso è: “Ha conosciuto il tuo cammino nel deserto, il grande” (āydaʿ lektĕkā ʾet-hammidbār haggādōl).
“Il fatto che il viaggio sia stato conosciuto da YHWH è di per sé un'importante affermazione teologica: il Dio d’Israele è stato consapevole, o personalmente attento al loro viaggio; non è stato distante, o non coinvolto nelle loro esperienze” scrive Bill Arnold.
“Conoscere” (yāḏaʿ) nell’Antico Testamento ha vari significati, qui può avere il senso dell'intima conoscenza di Dio della vita e delle sofferenze del Suo popolo, manifestando la Sua compassione che lo spinse ad agire in suo favore (cfr. per esempio Esodo 2:25), e quindi lo ha conosciuto anche nel senso che ha portato insieme agl’Israeliti le preoccupazioni, o i pesi che avevano (Esodo 3:7; Salmo 69:19; 142:3).
L'uso del verbo "conoscere" implica che Dio non solo è consapevole delle difficoltà del Suo popolo, ma le vive con loro; s’immedesima nella loro sofferenza e condivide la loro esperienza.
Così “ti ho seguito” (āydaʿ - Qal perfetto attivo) può avere anche il senso di prendersi cura, nel senso di provvedere ai bisogni del popolo (cfr. per esempio Genesi 39:6,8; Salmo 31:8; 144:3; Proverbi 27:23; Geremia 15:15; Osea 12:5), anche nel proteggerli (Naum 1:7-8), in questo caso dai pericoli del deserto.
B) Dio cammina con il Suo popolo
“Viaggio attraverso” (lektĕkā – qal infinito costrutto) è cammino, quindi camminare (cfr. per esempio Genesi 48:15; 2 Samuele 15:30).
Il Signore ha seguito il Suo popolo durante il cammino che ha fatto nel deserto, e non lo ha fatto solo con una colonna di fuoco di notte e una nuvola di giorno (cfr. per esempio Esodo 13:19), camminava passo dopo passo con il Suo popolo nel deserto, la Sua era una presenza concreta e attiva di aiuto in favore del Suo popolo.
La presenza del Signore, era una forza viva e dinamica che si manifestava in modi diversi per aiutare e sostenere il popolo durante il suo difficile viaggio nel deserto.
Il deserto è un luogo difficile, un labirinto inospitale, un arido crogiolo, dove il sole cocente batte inesorabile e la terra arida crepa sotto i piedi.
Gerald Gerbrandt scrive: “La natura selvaggia è un luogo di fame e sete, di impotenza e di morte. È un luogo in cui la dipendenza delle persone da Dio diventa evidente. Una volta insediati nella terra, gli uomini produrranno il proprio cibo attraverso l'agricoltura, ma poi saranno tentati di pensare che sono responsabili del proprio benessere (cfr. 8:11-18). Ma questa non è un’opzione nel deserto”.
Il deserto è un luogo dov’è difficile sopravvivere, ma Dio si è preso cura del Suo popolo (un numero approssimativo dai due ai tre milioni di persone).
Ora per noi oggi, metaforicamente, la presenza attiva di Dio, si estende a ogni deserto personale di difficoltà, malattia, lutto, incertezze e così via che ogni vita attraversa.
Dio è vicino, cammina passo dopo passo con noi, se facciamo parte del Suo popolo!
La Sua compassione e il Suo amore ci donano la Sua forza e la Sua pace per affrontare qualsiasi situazione e perseverare nel cammino della vita, ci guida e ci protegge, ci conforta e ci consola, ci dona speranza anche nei momenti più bui!
Etty Hillesum una scrittrice e diarista Ebrea Olandese che ha vissuto durante l'Olocausto, evidenzia la sua profonda fede e la sua capacità di trovare speranza e significato anche nei momenti più bui della vita, disse: "Anche nel dolore più profondo, c'è sempre un barlume di luce. È la luce di Dio che ci accompagna e ci sostiene".
Nonostante le terribili circostanze in cui si trovava, Etty Hillesum rimaneva salda nella sua convinzione e verità che, anche nel dolore e nella sofferenza più profonda, la presenza di Dio era presente come una luce che accompagna e sostiene.
La sua testimonianza riflette un profondo senso di spiritualità e resilienza, e suggerisce che, nonostante le avversità, la presenza di Dio è un faro di speranza e consolazione anche nelle situazioni più difficili e angoscianti della vita.
Lasciamo che questi versetti riscaldino i nostri cuori:
"Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l'anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome. Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza" (Salmo 23:1-4).
Parlando di coloro che confidano in Dio come rifugio e fortezza, nel Salmo 91:15 leggiamo: “Egli m'invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò, e lo glorificherò”.
" Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia." (Isaia 41:10).
Queste promesse sono valide anche per noi oggi!
Il Signore non abbandona la Sua chiesa! (cfr. per esempio Matteo 28:20; Giovanni 10:27-30; 14:16; Ebrei 13:5).
Charles Spurgeon disse: "Il Signore non è solo con noi in generale, ma con noi in ogni passo del cammino. Non ci lascia mai, né ci abbandona."
Allora non temere! Cammina sicuro, non ti manca nulla!
Pascoli erbosi ti attendono, acque calme ti ristorano!
Nessuna valle oscura può spaventarti, Dio è con te!
Il bastone e la verga del Buon Pastore ti guidano e ti proteggono!
Presenza dinamica, protettiva, forza, aiuto e sostegno sono la Sua promessa!
La Sua destra vittoriosa ti protegge, ti solleva e ti conduce alla vittoria!
Confida in Dio, tuo pastore fedele, e la tua vita sarà un canto di gioia!
Immaginalo accanto a te, nel caldo torrido del deserto. 
Ti sostiene quando le tue forze vacillano, ti rinfranca quando la sete ti attanaglia, ti indica la via quando il sentiero si fa incerto e ti senti mancare. 
Il Signore Dio, è il tuo compagno fedele, la tua “grandissima roccia” in mezzo alle tempeste della vita.
Non sei solo! Il Dio che ti ama e ti ha creato non ti abbandona mai! 
Egli è con te, in ogni momento, in ogni gioia e in ogni dolore, nel buono e nel cattivo tempo della tua vita!
CONCLUSIONE
Viviamo in un mondo che spesso esalta l'individualismo e il successo materiale, ma la vera benedizione viene da Dio e si manifesta in una vita vissuta secondo la Sua volontà.
La storia d’Israele c’insegna che la disobbedienza, oltre a offendere Dio, è autodistruttiva per noi stessi!
Oltre la benedizione di Dio, abbiamo visto che Dio si prende cura del Suo popolo, e questo è un invito ad affrontare il viaggio della nostra vita con fiducia e speranza: Dio è con te passo dopo passo, ti accompagna nel tuo cammino in tutta la tua vita!
Non sei da solo! Non sei da sola, perché il Suo amore e la Sua potenza ti avvolge e ti protegge se fai parte del Suo popolo!
Così in questo viaggio della vita, che a volte è duro e difficile, ricordati che Dio è la tua ombra che ti aiuta!
Non importa quale “deserto stai attraversando”, puoi trovare conforto e sicurezza nella presenza fedele del Dio immutabile! 
Egli ti sostiene, ti protegge e ti guida attraverso ogni difficoltà. 
Fidati di Lui! 
La Sua mano ha preso la tua come un padre suo figlio, o sua figlia e non la lascia mai!
Finisco con l’incoraggiamento della lettura del Salmo 73:23-24: “Ma pure, io resto sempre con te; tu m'hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella gloria”.
Fidati della presenza e guida divina, perché anche “nel deserto”, Dio tiene la tua mano e ti conduce verso la gloria!
Fedele alla mano che mi guida, cammino sicuro verso la gloria eterna non lasciando la Sua mano!
Puoi pregare così: 
Padre Celeste
Ti ringrazio per la tua presenza costante nella mia vita.
Sei il mio conforto sicuro, la mia roccia inamovibile.
Prendo la tua mano destra con fiducia,
certo che mi guiderai con la tua potenza e mi proteggerai da ogni male.
Il tuo consiglio è la mia bussola,
la tua saggezza mi conduce sulla via giusta,
anche in mezzo al deserto, o quando la strada è buia e tortuosa.
Confido in te con tutto il mio cuore, certo delle tue benedizioni,
sapendo che mi condurrai verso la gloria eterna,
la mia destinazione ultima, per la tua grazia e fedeltà.
Aiutami ad avere una fede incrollabile 
e a esserti sempre obbediente e fedele,
aiutami ad avere una speranza che non vacilla,
un amore per te che arde sempre più vivo.
Che io possa sperimentarti ogni giorno
in modo da testimoniare della tua presenza 
della tua forza dinamica e attiva concreta,
della tua bontà e il tuo amore a tutti,
e condurre altri alla tua luce eterna.
Nel nome di Gesù!
Amen.

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