Ecclesiaste 1:11: Nessuno sarà ricordato!
La vanità del mondo umano
"Lei è da invidiare più di chiunque altro io conosca", disse un giovane a un milionario. "Perché?", rispose il milionario. "Non conosco alcun motivo per cui dovrei essere invidiato".
"Cosa, signore!", esclamò il giovane sorpreso.
"Perché, lei è un milionario! Pensi alle migliaia di euro che le sue entrate portano ogni mese!".
"E allora?" rispose il milionario. "Tutto ciò che ne ricavo è il cibo e i vestiti, e non posso mangiare più della paghetta di un uomo e indossare più di un vestito alla volta. Anche tu puoi fare quanto me, non è vero?".
"Sì, ma pensi alle centinaia di belle case che possiede e agli affitti che le fruttano", ribadì il giovane.
"A cosa mi serve?" rispose il ricco. "Posso vivere in una sola casa alla volta. Quanto al denaro che ricevo per gli affitti, non posso mangiarlo né indossarlo; posso solo usarlo per comprare altre case in cui far vivere altre persone; sono loro i beneficiari, non io".
Poi, finalmente, dopo un'altra discussione, il milionario si rivolse al giovane e disse: "Posso dirti che meno desideri in questa vita, più sarai felice. Tutta la mia ricchezza non può comprare un solo giorno di vita in più, non può riacquistare la mia giovinezza, non può procurare il potere di allontanare l'ora della morte. E allora cosa succederà? Tra pochi anni al massimo dovrò coricarmi nella tomba e lasciare tutto per sempre. Giovane uomo, non hai motivo di invidiarmi".
Certamente chi vive nella povertà, o fa fatica a iniziare, o a completare il mese per le spese, può dire: “È meglio avere i soldi, che non averli!”
Ma il punto di questa storia è: il ricco non è da invidiare non portano alla felicità, e poi morirà anche lui!
Comunque, questa storia mi fa riflettere sul fatto che tutto passa!
Così anche un proverbio Francese dice: “Tutto passa, tutto muore, tutto sbiadisce”.
Il tempo scorre inesorabile, portando via con sé ogni cosa. Niente dura per sempre: giovinezza, bellezza, ricchezza, potere...
Anche i ricordi più cari si offuscano con il passare del tempo.
Queste cose sono come fiori che sbocciano al mattino e appassiscono al tramonto.
Per quanto ci sforziamo di preservarle, il tempo scorre inesorabile e le porta via con sé.
Questo proverbio Francese ci ricorda la natura effimera della vita terrena. Esprime l'idea che tutto ciò che esiste si deteriora, è destinato a cambiare, decadere e alla fine scomparire.
Una volta morti saremo ricordati? A questa domanda l’ecclesiaste risponde di no!
Cominciamo col vedere:
I LA FRAGILITÀ
Salomone sta parlando della fragilità della memoria umana.
Non so se conoscete la storia del post-it, quei piccoli foglietti di carta colorata con un lato adesivo riposizionabile che servono come promemoria.
C’è un aneddoto famoso che riguarda l'inventore del post-it, che è nato da un errore.
Spencer Silver, uno scienziato dell’azienda 3M (una multinazionale Statunitense nota per la produzione di una vasta gamma di prodotti, tra cui forniture per ufficio, materiali per costruzioni, prodotti per l'industria e per l'elettronica, prodotti per la sicurezza e molto altro ancora), stava cercando di creare un adesivo super forte, ma ha finito per sviluppare un adesivo che si staccava facilmente.
Inizialmente sembrava un fallimento, ma poi un collega ha avuto l'idea di utilizzare questo adesivo per creare i famosi post-it, che hanno avuto un enorme successo.
La parola “memoria” o “ricordo” (zikrôn) trasmette la qualità essenziale di ricordare qualcuno, o qualcosa del passato che ha un significato particolare (cfr. per esempio Esodo 17:14; 28:12,20; 30:16; Ester 6:1-2).
Può avere il senso di un riconoscimento di atti meritori compiuti in passato (cfr. per esempio Malachia 3:16).
Marco Tullio Cicerone disse: "La memoria è il tesoro e la guardiana di tutte le cose".
Da un lato, la memoria è un tesoro perché custodisce i nostri ricordi più preziosi.
Le esperienze che viviamo, le persone che amiamo, le lezioni che impariamo: tutto questo viene conservato nella nostra memoria e ci arricchisce come persone.
Dall'altro lato, la memoria è anche una guardiana perché ci protegge dall'oblio. Se non avessimo memoria, non saremmo in grado di imparare dai nostri errori, o di costruire relazioni durature.
Purtroppo dobbiamo dire che la memoria è un tesoro effimero, un tesoro che la “ruggine” insidia, che i “ladri del tempo” sottraggono perché dimentichiamo facilmente!
Per vari motivi non ricordiamo tutto, dimenticare è un processo naturale, e più andiamo avanti con gli anni peggio sarà.
Ci sono molte cose che dimentichiamo: nomi, appuntamenti, i buoni propositi, chiavi, ombrelli (è un’esperienza che ho fatto molte volte) fatti e informazioni, discorsi, dove abbiamo parcheggiato la macchina, andare al supermercato ma abbiamo dimenticato la lista della spesa.
E poi - questo mi accade spesso - entrare in una stanza per fare qualcosa e poi dimenticare il motivo per cui ci siamo entrati!
La situazione diventa ancora più difficile riguardo il nostro passato: le esperienze della prima infanzia, il nostro primo giorno di scuola, e così via.
Anche i grandi personaggi dimenticavano!
Albert Einstein, il genio dalle formule che hanno rivoluzionato il mondo, famoso per la sua mente brillante, aveva una memoria ballerina, cioè non affidabile su alcuni aspetti.
Si dice che spesso dimenticasse cose comuni come il suo indirizzo, o il nome delle persone.
Un giorno, tornando a casa, si accorse che aveva dimenticato il suo indirizzo. L'autista, sorpreso, gli chiese: "Maestro, non ricorda nemmeno il suo indirizzo?" Einstein rispose: "Perché dovrei ricordarlo? Ho un taccuino in tasca che può dirmelo."
La memoria a volte non è solo ballerina, ma è anche un filo fragile che si spezza e ci lascia smarriti.
Anche il grande politico inglese Winston Churchill dimenticava.
Si racconta che, durante un discorso al parlamento Britannico, si fosse improvvisamente interrotto, cercando di recuperare il suo discorso.
Alla fine, guardando verso il pubblico, disse: "Mi scuso, ma ho perso la trama del mio discorso. Tuttavia, non preoccupatevi, ho dimenticato anche il mio discorso!"
Così questi aneddoti ci ricordano che anche i grandi personaggi possono avere problemi di memoria!
Il primo, dimenticava indirizzi e nomi; il secondo, perdeva il filo del suo discorso davanti a una platea importante.
La memoria, anche la più brillante, può vacillare!
Ma Salomone a che cosa si riferisce riguardo la memoria?
La Nuova Riveduta traduce: “Non rimane memoria delle cose d'altri tempi; così di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno più tardi”.
Invece la CEI traduce il v.11 così: “Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito”.
La differenza sta nelle parole “cose d’altri tempi” con “degli antichi”.
Anche i commentatori sono divisi a riguardo; questo perché la parola Ebraica (riʾšōnîm) “cose di altri tempi”, o “antichi” indica appartenente a qualche tempo precedente, ed è usata per indicare gli antenati (cfr. per esempio Levitico 26:45; Deuteronomio 19:14; Giobbe 8:8; Salmo 79:8; Geremia 34:5) come anche agli eventi che sono accaduti prima (Esodo 4:8), o azioni (Levitico 4:21; 1 Samuele 14:14; 2 Samuele 7:10).
Fa poca differenza se il riferimento del passato e del futuro è a persone o avvenimenti, perché se le persone vengono dimenticate, lo sono anche gli eventi, o le loro azioni, e viceversa.
Ma qui Salomone sembra che si riferisca di più alle persone (Ecclesiaste 1:4; 2:16).
Allora Salomone ci sta dicendo che delle persone morte non ci sarà più nessun ricordo!
In secondo luogo vediamo:
II LA FAMA UMANA
Rileggiamo ancora la versione della CEI del v.11: “Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito”.
Fino a che punto sappiamo tracciare, o ricordare il nostro albero genealogico? Forse possiamo tornare indietro di tre, quattro, o anche cinque generazioni: ma cosa possiamo dire delle generazioni precedenti?
Che dire di quegli uomini e di quelle donne vissuti in epoche passate?
Possiamo tracciare il nostro albero genealogico per poche generazioni, dopodiché ci imbattiamo in un abisso di silenzio!
Le nostre origini di famiglia, sono avvolte in un velo di silenzio, un'eco flebile che si perde nella notte dei tempi.
La storia dei nostri antenati si sfilaccia come un filo sottile, che si dissolve nel silenzio dopo poche generazioni.
Così la realtà è, che tra cinque o sei generazioni, non saremo nemmeno noi ricordati!
Anche la nostra memoria si perderà nella polvere del tempo, nella nebbia del passato, nel vuoto dell'ignoto.
Come una ruota ciclica si dimenticano gli antichi, ma in futuro anche noi saremo dimenticati!
Come dice Brian Currie: “Le cose precedenti vengono presto dimenticate. Le notizie e gli eroi di oggi diventano presto quelli di ieri e il loro ricordo svanisce presto. Quanti di questa generazione sanno nominare i politici, i leader mondiali, le star dello sport e del cinema che erano nomi familiari ai tempi della generazione precedente? Così sarà con coloro che cercano fama e fortuna, potere e prestigio in questa epoca. Presto saranno dimenticati”.
È probabile che Salomone si riferisca in modo particolare a quelli che vogliono acquistare fama per essere ricordati.
Nell'antichità, più, o meno come oggi, la gente credeva di ottenere un poco di immortalità mettendo al mondo figli per essere ricordati, e in mancanza di loro si edificavano monumenti per tenere vivo il loro ricordo, come per esempio Absalom, figlio di Davide: "Mentre era in vita, si era eretto il monumento che è nella valle del re; perché diceva: ‘Io non ho un figlio che conservi il ricordo del mio nome’; perciò diede il suo nome a quel monumento, che anche oggi si chiama monumento di Absalom” (2 Samuele 18:18).
Questo tipo di memoriale avviene anche oggi in tempi moderni, per esempio molti paesi hanno monumenti dedicati a leader politici famosi, come il Lincoln Memorial a Washington D.C. negli Stati Uniti, che commemora il presidente Abraham Lincoln, o il Monumento a Nelson Mandela a Pretoria, in Sudafrica, che celebra l'ex presidente sudafricano e icona dell'apartheid.
O anche: “The Maya Angelou Center for the Arts” a Winston-Salem, North Carolina, è un centro culturale che celebra la vita e l'opera di questa poetessa e attivista americana.
Un'imponente statua di Maya Angelou si trova di fronte al centro, raffigurandola con le braccia aperte in segno di accoglienza e ispirazione.
Anche oggi, come Absalom, ci sono persone che vogliono essere ricordate, e queste sono alcune frasi a riguardo.
“Voglio fare in modo che il mio passaggio su questa terra lasci un segno indelebile nella memoria delle persone".
"Desidero essere ricordato come qualcuno che ha reso il mondo un posto migliore per le generazioni future".
"Spero di essere ricordato come una persona che ha ispirato gli altri a inseguire i propri sogni senza paura".
"Il mio obiettivo è lasciare un'eredità di amore e gentilezza che continuerà a vivere anche dopo la mia partenza".
"Voglio essere ricordato come un innovatore, qualcuno che ha rivoluzionato un settore e ha aperto nuove possibilità per gli altri".
"Spero di lasciare alle spalle un'impronta duratura, affinché la mia presenza possa essere sentita anche quando non sarò più qui".
"Desidero essere ricordato per la mia umanità, il mio altruismo e la mia dedizione nel rendere il mondo un posto migliore per tutti".
"Voglio essere ricordato come una fonte di ispirazione, qualcuno che ha insegnato agli altri il valore del perseguimento dei propri obiettivi e dei propri sogni".
"Il mio desiderio è che la mia vita sia celebrata come un esempio di coraggio, resilienza e determinazione".
"Sogno un giorno di essere ricordato come una persona che ha fatto la differenza nella vita di molte persone, lasciando dietro di sé un legato di amore e felicità".
Vi riporto anche alcune frasi anche di uomini famosi riguardo l’essere ricordati.
Il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy disse: "È un dato di fatto che nella vita non possiamo essere ricordati per ciò che non facciamo, o per ciò che non diciamo. Dobbiamo agire, dobbiamo parlare, dobbiamo lasciare un'impronta nel mondo in modo che possiamo essere ricordati per delle cose positive".
Così anche Nelson Mandela disse: "Non importa quanto tempo passerà, quello che conta è come verrai ricordato. Lasciare un segno nel mondo è il vero obiettivo della vita"
Anche l’inventore, imprenditore e visionario americano Steve Jobs affermò: "Non importa quanto crederemo di aver vissuto una vita significativa, l'unica cosa che conta è come la nostra vita verrà ricordata dagli altri".
E infine la principessa Diana disse: "Per essere ricordati, dobbiamo lasciare un'impronta indelebile nel cuore delle persone che tocchiamo. La bellezza di essere ricordati sta nel fatto che possiamo vivere per sempre nelle menti e nei cuori degli altri”.
Ma alla fine tutto sbiadisce! Come dice quel proverbio Francese che abbiamo sentito prima!
La fama è effimera e la memoria svanisce con il tempo!
Anche il ricordo delle persone più famose e potenti oggi, domani sbiadirà!
Infine vediamo:
III LA FUGACITÀ
La fugacità della fama umana.
“Al v.4, Salomone aveva detto che una generazione se ne va e un’altra viene, ora afferma che non rimane più ricordo degli antichi” dice James Bollaghen.
Una poesia recita così:
Come un'ombra che svanisce al sole nascente,
così la fama umana si dilegua nel tempo.
Un soffio di vento tra le foglie autunnali,
un sussurro disperso nella vastità del mare.
Oppure un’altra poesia dice:
Nel turbine dell'eternità,
sfumano le ombre della gloria,
fama umana, breve e smorta,
svanisce nell'abisso del tempo.
La vanità, inganno effimero,
sorride al vento dell'oblio,
sussurra storie di antiche gesta,
cadute nel nulla dell'infinito.
Ogni trionfo, come alba fugace,
svanisce nel crepuscolo implacabile,
e l'eco delle gesta superbe,
si spegne nel silenzio eterno.
Così danzano le figure umane,
sotto il velo dell'inesorabile destino,
fame di eternità, ma destinate
alla fugacità del tempo eterno.
La perdita della fama nel corso del tempo può essere attribuita a diversi fattori
legati all'evoluzione culturale, sociale e storica.
Per esempio ai cambiamenti culturali e sociali che cambiano con il tempo.
Anche le persone che erano famose in un'epoca possono essere dimenticate, o considerate meno rilevanti nelle generazioni successive a causa di nuove priorità e interessi.
La perdita della fama nel corso del tempo può essere attribuita:
Alle trasformazioni storiche.
Gli eventi storici possono spostare l'attenzione pubblica su nuove figure e tematiche, facendo sì che personaggi famosi del passato diventino meno centrali nella memoria collettiva.
La perdita della fama nel corso del tempo può essere attribuita:
All’evoluzione dei mezzi di comunicazione.
Con l'avvento dei mezzi di comunicazione moderni, la quantità di informazioni disponibili è aumentata esponenzialmente.
Ciò significa che nuove figure emergono più rapidamente e che la memoria collettiva tende a essere più breve e mutevole, con un ciclo di vita più breve per la fama.
E ancora, la perdita della fama nel corso del tempo può essere attribuita:
Alla selezione storica.
Solo una frazione delle persone e degli eventi storici può essere ricordata nel tempo.
Ciò porta a una sorta di selezione naturale, dove solo i personaggi e gli eventi più significativi, o rilevanti per una determinata cultura, o periodo storico vengono tramandati attraverso le generazioni.
Infine, la perdita della fama nel corso del tempo può essere attribuita:
Ai cambiamenti nei valori e nelle percezioni.
Le norme sociali e i valori cambiano nel corso del tempo, il che può influenzare il modo in cui le persone vengono ricordate.
Ciò che era considerato positivo, o eroico in un'epoca può essere riconsiderato negativo o discutibile in un'epoca successiva, portando alla riduzione della fama di certe figure storiche.
La fame d’immortalità brucia nell'animo umano, ma la storia è spietata: i grandi e i piccoli, i potenti e i deboli, i famosi e gli anonimi, tutti sono destinati al buio del sonno più profondo!
La maggior parte delle persone non saranno ricordate nelle generazioni successive!
L’ecclesiaste descrive la realtà nel modo in cui di solito avviene per la maggior parte delle persone.
Certo, si verificheranno sempre alcune eccezioni alla regola generale come i grandi imperatori, o statisti, o artisti, imprenditori, sportivi.
Ma con i secoli anche queste saranno dimenticate!
Churchill, Gandhi e Kennedy sono figure recenti ben note del ventesimo secolo, ma con il passare dei secoli la loro popolarità svanirà!
Come tutte le cose, anche la loro fama è destinata a sfumare, la loro popolarità di fiamma ardente è destinata ad affievolirsi con il tempo, le luci della loro notorietà saranno presto inghiottite dall'oscurità silenziosa, la loro celebre rinomanza tramonterà!
“Le persone morte stesse, le cose che hanno fatto e le cose che hanno acquisito sono tutte ugualmente dimenticabili nel tempo. Com'è deprimente il pensiero di sapere che le persone che vivranno nei secoli futuri sono già destinate a essere dimenticate nelle generazioni future! Chi vive oggi non ha alcuna possibilità. Nessun segno terreno, nessun monumento, o documento scritto sarà abbastanza permanente da dare una prova eterna della sua nascita, delle sue speranze e dei suoi sogni, della sua morte. Perché? Si ricordano solo le cose significative e degne di nota, e l'unico che ha una memoria infallibile è Dio!” (James Bollaghen).
Ovviamente ci saranno persone che solo in una certa misura saranno ricordate, ma queste faranno posto ad altre.
Sidney Greidainus scrive: “Le persone hanno avuto montagne che portano il loro nome, ma una generazione successiva ha cambiato i nomi. Le persone hanno inciso i loro nomi sugli edifici, ma col tempo gli edifici saranno demoliti e i nomi dimenticati. Le persone scrivono libri per essere ricordati dai posteri, ma col tempo i libri saranno sostituiti da altri libri e gli autori saranno dimenticati”.
Un esempio di persona che ha fatto cose importanti, ma che è passata nel dimenticatoio è Trotula di Salerno.
Trotula di Salerno era un medico e donna di scienza, autrice di un importante trattato di medicina ginecologica, il "De mulieribus passionibus".
Il suo lavoro è stato fondamentale per la diffusione della conoscenza medica in Europa. Ma nonostante la sua influenza, il suo nome è stato quasi dimenticato per secoli.
E tante altre persone non famose che sono state importanti e non sono molto ricordate, come per esempio Chiune Sugihara, un diplomatico giapponese che salvò la vita di oltre 6.000 ebrei durante l'Olocausto. Nel 1940, quando era console giapponese a Kaunas, in Lituania, Sugihara ignorò gli ordini del suo governo e rilasciò visti ai rifugiati ebrei che gli permisero di fuggire in Europa e in altri paesi.
Sugihara rischiò la sua carriera e la sua sicurezza per aiutare queste persone, e le sue azioni sono state riconosciute come eroiche da molti.
Nel 1985 è stato nominato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, l'Istituto Yad Vashem per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell'Olocausto.
Ma quanti si ricordano oggi di lui?
Alcune persone desiderano essere ricordate per le loro realizzazioni professionali o accademiche, per il contributo che hanno dato alla società o per le loro idee innovative.
Altre vogliono essere ricordate per il modo in cui hanno influenzato positivamente gli altri, o per le loro azioni altruistiche.
Alcuni desiderano essere ricordati per le loro relazioni significative e per l'impatto che hanno avuto sulla vita delle persone a loro vicine.
Ma in definitiva si vuole essere ricordati perché ciò conferisce significato, senso alla nostra vita e al nostro impatto sul mondo.
Ancora James Bollaghen scrive: “L'impulso di lasciare segni indelebili influenza il modo in cui le persone vivono da questa parte della tomba. Pongono la domanda: ‘Qualcuno si ricorderà di me quando me ne sarò andato?’ Cercano di lasciare il segno nel mondo, nel bene e nel male. A volte il loro nome sopravvive per un periodo di tempo attraverso fondazioni, memoriali e manufatti che portano il loro nome. Ma queste sono tutte soluzioni temporanee, e le persone stesse vengono presto dimenticate quando muoiono anche coloro che le conoscevano. È dirigendo lo sguardo verso i potenti atti di Dio nel passato che si riceve la direzione per il futuro. I credenti conoscono il loro futuro celeste solo quando tengono il viso rivolto verso il loro Signore risorto, memori della sua tomba vuota”.
Ancora una volta come abbiamo visto nelle predicazioni dei versetti precedenti di Ecclesiaste 1, il vero significato, il vero senso e la vera soddisfazione, sono in Dio e nella prospettiva eterna.
CONCLUSIONE
Noi dimentichiamo e saremo dimenticati, Dio invece ricorda, e ricorda molto bene!
John Butler scrive: “Molti personaggi famosi sono ossessionati dalla loro eredità e alcuni fanno di tutto per creare monumenti, o musei, o biblioteche, o qualsiasi altra cosa per contribuire a perpetuare la loro memoria. Ma tutto finirà. L'unico ricordo che gioverà è ricordare il Signore, ed Egli si ricorderà di te. Il ladrone morente disse: ‘”Signore, ricordati di me’, e Gesù disse: ‘Oggi sarai con me in paradiso’ (Luca 23:42,43). Non fa differenza se l'uomo si ricorda di te o no, ma se Dio si ricorda di te”.
I nomi degli eletti di Dio sono scritti con inchiostro indelebile nel Suo libro della vita (Apocalisse 21:27), scritti con il sangue di Cristo.
Mentre il mondo corre frenetico dietro alle luci sfavillanti della celebrità, chi si aggrappa alla roccia eterna della fede in Dio tramite Gesù Cristo, trova la vera pace e il vero significato.
Poiché solo nel ricordo di Dio, solo nel riflesso della Sua gloria eterna, possiamo trovare la vera immortalità, la vita eterna con Lui per la fede in Gesù Cristo (cfr. per esempio Giovanni 3:16; 10:28; Romani 6:23; 1 Giovanni 5:13).
Anche le nostre tombe un giorno, come vediamo nei cimiteri per le vecchie tombe secolari, molto probabile saranno trascurate, forse non si vedranno più le nostre foto, o i nostri nomi, ma Dio si ricorderà di noi se siamo veramente Suoi figli!
Il tempo cancella le lapidi, Dio non dimentica i Suoi figli!
Anche se le nostre tombe saranno consumate dal tempo, anche se i nostri nomi saranno cancellati dal tempo, il nostro Padre Celeste ci ricorderà per sempre!
Ricordiamolo ancora: Salomone ci vuole dire che è tutto privo di significato e frustrante senza Dio, non cambia nulla!
Questo versetto sottolinea il fatto che nonostante i nostri sforzi e le nostre realizzazioni, alla fine tutto ciò che abbiamo fatto sarà vano e dimenticato.
C’invita a riflettere sulla trascendenza del tempo e ad accettare la nostra relativa insignificanza nel corso delle generazioni senza Dio!
C’invita a considerare la ciclicità della vita e la natura ricorrente delle esperienze umane, con la natura effimera della vita.
Salomone c’invita a ricercare un significato più profondo in Dio e a vivere di conseguenza! (Ecclesiaste 12:1,15).