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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Osea 3:2: Un amore redentivo

 Osea 3:2: Un amore redentivo 
Stiamo ancora esplorando una delle storie più commoventi e profonde dell'Antico Testamento: la vicenda del profeta Osea e della sua moglie infedele, Gomer. 
A differenza di altre figure profetiche che erano titubanti, o scettici contro la difficile chiamata di Dio, vedi per esempio Mosè (Esodo 4:10) e Geremia (Geremia 1:6), Osea non si oppone alla chiamata del Signore, obbedisce diligentemente al comando di riprendere sua moglie adultera. 
Nella Bibbia, il libro di Osea offre una rappresentazione singolare e potente dell'amore di Dio. 
Il profeta narra le vicende del suo matrimonio con Gomer, una donna infedele che lo tradisce con altri uomini. 
Nonostante il dolore e il tradimento, Osea, su comando di Dio, riporta a casa Gomer riscattandola dalla schiavitù.
Questa storia non è solo un racconto di amore umano tradito e restaurato, ma è anche una potente immagine dell'amore redentore di Dio per il Suo popolo.
Ci parla anche dell'amore sacrificale di Gesù Cristo, che ha pagato il prezzo ultimo per liberaci dalla schiavitù del peccato e di Satana.
Nella precedente predicazione di Osea 3, abbiamo visto che l’amore di Dio persiste al tradimento con la storia di Osea e di sua moglie infedele, oggi vediamo che l’amore è un amore redentivo.
I L’AMORE REDENTORE DI OSEA 
Nel v. 2 è scritto: “Allora me la comprai per quindici sicli d'argento, per un comer d'orzo e un letec d'orzo”.
Il peccato, ci lascia in una situazione peggiore di quella in cui eravamo prima di iniziare!
Non viene detto perché Osea doveva comprare sua moglie per se, ma il pagamento di un prezzo ci fa capire che la donna si trovava legalmente schiava in altre mani, forse era diventata una schiava concubina per debiti, quando decise di lasciare il marito, che poi andò a riprenderla pagando un riscatto (cfr. Giudici 19:1-3).
Viene specificato il prezzo pagato per la donna adultera: “Per quindici sicli d'argento, per un comer d'orzo e un letec d'orzo”.
Il prezzo e il metodo di pagamento sono strani; forse riflettono il profeta che deve racimolare tutto ciò che può per la sua “redenzione”.
Il fatto che il pagamento sia stato fatto in denaro e in natura è curioso; suggerisce che Osea ebbe difficoltà a trovare abbastanza soldi per comprarla, molto probabilmente non era un uomo ricco.
Ci fa capire che ha dovuto mercanteggiare, infatti la parola Ebraica tradotta “comprai” (ʾekkĕre) non solo indica che Osea ha pagato un prezzo (Deuteronomio 2:6); include anche l'idea di mercanteggiare, contrattare per lei (Giobbe 6:27; 40:30).
Quindi, il pagamento, effettuato in argento e orzo, fa pensare a una trattativa piuttosto che a un canone fissato per decreto. 
Può anche essere che il valore complessivo dell’orzo (un comer d'orzo e un letec d'orzo equivalevano a circa 330 litri) che equivaleva ad altri quindici sicli, che con i quindici sicli d’argento fanno trenta sicli, l’equivalente, o il valore di una schiava (Esodo 21:32).
Osea sta riportando a casa la stessa donna che ha sposato nel capitolo 1 e la cui prostituzione simboleggiava l'apostasia di Israele nel capitolo 2. 
La redenzione di Gomer rappresenta la liberazione d’Israele dalla schiavitù del peccato e dell'idolatria.
Simboleggia l'intervento salvifico di Dio che libera il Suo popolo dalla condizione di rovina spirituale in cui è caduto.
Richiama l'esodo dall'Egitto, dove Dio liberò Israele dalla schiavitù del faraone (cfr. per esempio Esodo 3:7-10; 20:2). 
L'acquisto di Gomer da parte di Osea rappresenta una potente immagine della redenzione di Israele da parte di Dio. 
Nonostante le sue trasgressioni, Dio non abbandona il Suo popolo, ma lo riscatta con amore e misericordia, offrendogli la possibilità di tornare a Lui e vivere una nuova vita all'interno del patto Mosaico con cui erano legati.
Non ci viene detto nulla dei sentimenti di Osea, di quello che provava, ma il testo ci fa capire che ha pagato una somma per comprare la moglie.
Derek Kidner scrive: “Nella Scrittura, il più delle volte, l'amore è prima pratico, solo emotivo in secondo luogo; e si riconosce sempre dai suoi frutti”.
Quello che vediamo in Osea con questo gesto è: “L'amore in azione. È l'amore che porta tutto ciò che è necessario per realizzare il proposito divino” (David A. Hubbard).
Questo non vuol dire che l'amore sia freddo, ma è più di un semplice sentimento, è qualcosa che si manifesta nella pratica con un giusto atteggiamento.
Lloyd J. Ogilvie scrive: “L'obbedienza al comando del suo Dio richiedeva un cuore amorevole tanto quanto un atto d'amore. Ricomprare Gomer non avrebbe significato nulla per Dio se l'atteggiamento di Osea fosse stato giudicante, arrogante o pieno di risentimento. Ecco il problema per noi. Possiamo fare ogni genere di cose buone per le ragioni sbagliate e con lo spirito sbagliato dentro di noi. Quante delle nostre buone opere nella chiesa sono disprezzate da nostro Signore perché il cuore non è sincero?”.
Dobbiamo interrogarci sulle nostre motivazioni, sul nostro atteggiamento interiore e sulla sincerità del nostro amore per Dio. 
Solo così le nostre "buone opere" potranno essere davvero gradite a Dio e avere un impatto positivo sulla vita degli altri.
La storia di Osea con la moglie adultera illustra:
II L’AMORE REDENTORE DI GESÙ CRISTO
Cosa faresti se tu cadessi sui binari mentre arriva un treno?
Sicuramente faresti di tutto per tirarti fuori da quella situazione drammatica.
E se cadessi qualcun altro sui binari mentre arriva un treno, cosa faresti?
Forse ci penseresti più di una volta!
Un certo Wesley Autrey, un operaio edile di 50 anni e veterano della Marina, nella metropolitana di New York non ci ha pensato due volte, quando Cameron Hollopeter, diciannove anni, ha avuto un attacco epilettico incontrollabile mentre aspettava un treno ed è caduto proprio sui binari direttamente sulla traiettoria di un treno in arrivo.
Ma Wesley Autrey, che si trovava sulla piattaforma con le due figlie, vide Hollopeter cadere, saltò sui binari e lo afferrò. Con pochi secondi a disposizione, rotolò con il giovane in un canale di scolo tra due binari. Un istante dopo, i vagoni del treno passarono a pochi centimetri da loro, incredibilmente, nessuno dei due rimase ferito.
Nei giorni successivi Autrey è stato ricompensato per il suo coraggio. Il sindaco Michael Bloomberg gli ha consegnato il più alto premio della città per i risultati civici, definendolo "un uomo che ci rende tutti orgogliosi di essere Newyorkesi". Ha ricevuto 10.000 dollari da Donald Trump, un viaggio a Disney World e una fornitura di MetroCard per un anno dalla Metropolitan Transportation Authority. 
Autrey è modesto riguardo al suo nuovo status di eroe di Harlem. 
"L'ho fatto solo perché ho visto qualcuno in difficoltà", ha detto ai giornalisti. "Qualcuno aveva bisogno di aiuto".
L’amore redentivo di Osea per la moglie, ci ricorda l’amore redentivo di Dio che ha pagato un prezzo alto per salvare il Suo popolo dai peccati, i peccatori attraverso Gesù Cristo (Matteo 1:21; Giovanni 3:16; 1 Timoteo 1:15).
Attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce, Dio ha pagato il prezzo per la nostra redenzione.
Tutti abbiamo bisogno dell’aiuto indispensabile di Dio che riguarda la nostra situazione spirituale; infatti, siamo intrappolati nel peccato con le cattive conseguenze mortali.
Ma Dio ha mandato il Figlio Gesù Cristo per liberarci e per darci la vita eterna! (cfr. per esempio Giovanni 3:16; Romani 6:23).
Quindi, vediamo che:
A) La redenzione di Gomer da parte di Osea è un’ombra che preannunciava la luce salvifica di Gesù Cristo 
Spurgeon disse: “Il cuore del Vangelo è la redenzione, e l'essenza della redenzione è il sacrificio sostitutivo di Cristo”.
L’Antico Testamento non era altro che un'ombra (Colossesi 2:17; Ebrei 10:1), un debole contorno, qualcosa di non sostanziale, o incompleto, una debole rappresentazione, della realtà di Gesù Cristo.
Quando gli apostoli cominciarono a predicare il vangelo di Gesù Cristo, affermarono che il messaggio dell'Antico Testamento si era avverato (cfr. per esempio Atti 3:18-24; Romani 1:1-4, 1 Corinzi 15:3-4; 1 Pietro 1:10-12; 2 Pietro 2:19).
Anche Gesù disse che l’Antico Testamento parlava di Lui, per esempio in Luca 24:44 è scritto: “Poi disse loro: ‘Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi’”.
Oltre ai tanti passaggi dell’Antico Testamento riportati nel Nuovo applicandoli a Gesù, troviamo anche momenti storici, quello che gli studiosi chiamano drammi storici che illustrano, o descrivono in modo potente ciò che Gesù sarebbe venuto a fare, come per esempio il sacrificio di Isacco da parte di Abramo (Genesi 22); 
l'agnello pasquale il cui sangue salva dalla morte i primogeniti Ebrei (Esodo 12); 
il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto (Numeri 21).
La storia di Osea con la moglie infedele potrebbe rientrare in questa simbologia del rapporto tra Gesù e la chiesa (cfr. per esempio 2 Corinzi 11:2; Efesini 5:22-32) come lo era il Signore con Israele.
Oggi siamo noi che prendiamo il posto dell’infedele moglie di Osea, sono i nostri peccati che ci hanno trascinato nella disgrazia e Gesù, il nostro fedele Salvatore e Sposo, ha pagato il prezzo per riconciliarci con Dio (cfr. per esempio Romani 5:9-11; 2 Corinzi 5:18-19).
Calvino diceva: “In qualche modo ineffabile, Dio ci ha amati e tuttavia si è adirato contro di noi allo stesso tempo, finché non si è riconciliato con noi in Cristo”.
B) La redenzione di Gesù Cristo è un caro prezzo per salvare i peccatori
Oggi parecchie persone vedono Gesù come un grande insegnante, ma John Stott ci ricorda: “Gesù non è venuto solo per insegnare, ma per salvare, non solo per rivelare Dio all'umanità, ma anche per redimere l'umanità per Dio”.
La redenzione è un tema centrale della Bibbia, nel Nuovo Testamento la parola indica l’opera di Gesù Cristo che ha compiuto per salvare l'umanità peccatrice impotente nel salvarsi.
“Il tema centrale della redenzione nelle Scritture è che Dio ha preso l'iniziativa di agire compassionevolmente a favore di coloro che sono impotenti ad aiutarsi. Il Nuovo Testamento chiarisce che la redenzione divina comprende l'identificazione di Dio con l'umanità nella sua condizione e l'assicurazione della liberazione dell'umanità attraverso l'obbedienza, la sofferenza, la morte e la risurrezione del Figlio incarnato” (R. David Rightmire).
La redenzione è la liberazione mediante il pagamento di un prezzo.
Il prezzo è il sangue di Gesù per liberare il peccatore dalla schiavitù del peccato (cfr. per esempio Giovanni 8:34; Romani 6:6) e dalle sue conseguenze (cfr. per esempio Isaia 59:1-2; Giovanni 3:36; Romani 5:12; 6:23; Efesini 2:1-3), come anche da Satana (cfr. per esempio Atti 26:18; Colossesi 1:13; Ebrei 2:14-15).
Ci sono diversi passi che parlano della dottrina della redenzione, ma ne vedremo due.
Il primo è 1 Pietro 1:18-19: “Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia”.
L’apostolo Pietro sta motivando i cristiani a comportarsi con timore durante il loro pellegrinaggio sulla terra, considerando che Dio giudica l’opera di ciascuno senza favoritismi (1 Pietro 1:17)
Quello che ci fa capire è:
(1) La redenzione è dal vano modo di vivere
“Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri” (v.18).
“Siete stati riscattati” (elutrōthēte – aoristo passivo indicativo) comunica un messaggio potente: i credenti sono stati liberati dal peccato, o iniquità (cfr. per esempio Romani 6:6,17–18; Tito 2:14) e dalla morte (cfr. per esempio Romani 6:23) in modo definitivo e irrevocabile attraverso il sacrificio di Gesù Cristo.
Infatti, il tempo verbale aoristo indica un'azione già compiuta in un momento preciso del passato. 
La voce passiva indica che l'azione è stata compiuta su un soggetto da un agente esterno. 
In questo caso, i credenti (il soggetto) non si sono salvati da sé, ma sono stati riscattati da Dio (l'agente) attraverso il sacrificio di Cristo (lo strumento).
Il modo indicativo afferma l'azione come un fatto certo e compiuto; non c'è dubbio, o incertezza sul riscatto dei credenti.
“Siete stati riscattati” indica essere stati liberati mediante il pagamento di un riscatto di qualcuno, cioè un prezzo di rilascio, era usato in contesti secolari per acquistare la libertà di uno schiavo, o di un ostaggio tenuto prigioniero da un nemico.
Nella traduzione greca dell’Antico Testamento, la “Settanta”, la parola (lutroō) è usata per descrivere la retribuzione per le colpe commesse (Esodo 21:30); il riscatto del primogenito (Esodo 13:12–13; Numeri 3:44–51; 18:15–17); il riscatto di una proprietà, anche persona pagando il suo valore al suo attuale possessore (Levitico 25:26, 33, 48-49).
Nei Salmi il termine è applicato anche alla liberazione degli individui (Salmi 25:22; 26:11; 31:5; 32:7).
Il termine (lutroō) è anche usato per descrivere la liberazione di Israele da parte di Dio dalla schiavitù e dall'esilio sia dall’Egitto (cfr. per esempio Esodo 6:6; Deuteronomio 7:8; 9:26; 15:15; 24:18) che da Babilonia (Isaia 41:14; 43:1, 14; 44:22–24; 51:11; 52:3; 62:12; 63:9).
La redenzione non è avvenuta con argento, o con oro, che sono cose corruttibili, cioè le cose destinate a decadere, o a consumarsi (cfr. per esempio Romani 1:23; 1 Corinzi 9:25; 15,53-54; 1 Pietro 1:23) perché appartengono a questo mondo, o a questa epoca
Pur essendo metalli preziosi e durevoli, non sono eterni, e poi hanno un valore transitorio, il loro valore è soggetto alle fluttuazioni del mercato e alle circostanze economiche. 
Ciò che è prezioso oggi potrebbe perdere valore domani, rendendo questi metalli un mezzo di scambio instabile e inaffidabile.  
Inoltre, hanno un’insignificanza spirituale, non hanno alcun beneficio per la liberazione spirituale; non salvano dal peccato e dalle sue conseguenze, il loro valore è limitato alla sfera materiale e temporale (cfr. per esempio Salmo 49; 1Timoteo 6:17).
“Siete stati riscattati” implica una redenzione mediante il pagamento di un prezzo di riscatto; cioè, la nostra redenzione è avvenuta a costo del sacrificio di Cristo.
Di certo Pietro ci fa capire come il sacrificio di Gesù è incorruttibile, immutabile ed eternamente efficace per la redenzione, al contrario dei beni materiali transitori.
Il credente è stato riscattato dal vano (mataias), vale a dire privo di significato, scopo, o vantaggio, modo di vivere della tradizione dei padri, le tradizioni pagane, o stile di vita tradizionale (patroparadotou) pagano tramandate di generazione in generazione.
Queste tradizioni sono le pratiche che spesso includevano idolatria, sacrifici rituali, credenze superstiziose e una morale non allineata con gli insegnamenti cristiani, quindi anche i comportamenti immorali e peccaminosi radicati nella cultura e nelle abitudini sociali del tempo. 
Si riferisce non solo alla religione, ma all'intero stile di vita e alla cultura pagana.
Così l'influenza di queste tradizioni e comportamenti peccaminosi veniva trasmessa di generazione in generazione, creando una sorta di eredità spirituale peccaminosa e negativa che condizionava la vita e le scelte delle persone.
E infine questa filosofia di vita (vano modo di vivere) era incapace di offrire la salvezza, la pace interiore o un rapporto autentico con Dio. 
Le persone intrappolate in questo sistema erano destinate a rimanere vuote e insoddisfatte, prive di vera speranza per il futuro.
(2) La redenzione è con il prezioso sangue di Gesù
“Ma con il prezioso sangue di Cristo” (v.19).
“Non si può pensare a un perdono ‘a buon mercato’ quando ricordiamo che la nostra redenzione è costata a Dio la vita del suo amato Figlio” (Geoffrey B. Wilson).
Il perdono di Dio ha un costo: la vita del Figlio!
“Ma” (alla – congiunzione avversativa) indica il contrasto con quanto detto prima e cioè non siamo stati salvati con le ricchezze materiali, ma con il sangue di Gesù, che chiamato “prezioso” (timiō) indica di grande valore, o di alto prezzo, costoso.
La parola “prezioso” era usata nell'antica Grecia per indicare oggetti di grande valore, come gioielli, opere d'arte o metalli preziosi. 
Qui il suo significato viene amplificato per indicare un valore immenso e incomparabile. 
Il sangue di Cristo non ha prezzo perché supera infinitamente il valore di qualsiasi cosa creata.
Il “sangue” significa la morte di Gesù nei suoi aspetti salvifici.
Il sangue non comporta la liberazione della vita, come se la vita fosse in qualche modo misticamente trasmessa dallo spargimento di sangue, ma indica che Cristo ha versato la Sua vita alla morte per i peccatori. 
Quindi non è più di un semplice sanguinamento, si riferisce alla morte di Gesù! (Romani 5:9-10; cfr. per esempio Luca 24:46; Atti 17:3; Efesini 2:13–16; Apocalisse 5:9; 13:8).
Il sangue di Cristo è il mezzo attraverso il quale i credenti sono redenti, è il prezzo, il pagamento. 
La redenzione se per noi è gratis (Romani 3:23-24), ma non lo è stata per Dio! è costata la vita del Figlio Gesù Cristo!
All'idea del pagamento di un riscatto si unisce l'idea di Cristo come sacrificio sostitutivo che ha portato la nostra colpa (cfr. per esempio 1 Pietro 2: 24).
Il sangue di Gesù è prezioso per Dio perché Lui lo ha mandato per salvarci, così come scrive Wayne Grudem: “Questa morte e il sangue che la rappresenta sono così preziosi agli occhi di Dio che non dovremmo mai considerarli con leggerezza. Né possiamo sottovalutare il suo valore: solo il sangue di Cristo poteva pagare il prezzo della nostra redenzione”.
Il sangue di Gesù è prezioso perché ci redime in modo efficace dai peccati (cfr. per esempio Atti 20:28; Romani 3:24–25; Efesini 1:7; Ebrei 9:12; Colossesi 1:20), possiede un'efficacia salvifica che riguarda la purificazione dai peccati (cfr. per esempio 1 Corinzi 6:11; Ebrei 10:22; 1 Giovanni 1:7-9) e il perdono (cfr. per esempio Ebrei 9:22), il riconciliare l'uomo con Dio (cfr. per esempio Romani 5:8-11) e dona la vita eterna (cfr. per esempio Giovanni 3:16; Romani 6:23). 
Il sangue di Cristo è prezioso perché ha il potere di redimere e liberare le persone dal peccato e dalle sue conseguenze. 
È l'unico mezzo attraverso il quale l'umanità può essere riconciliata con Dio e sperimentare la salvezza.
La Sua preziosità risiede nella sua capacità di redimere e trasformare l'umanità.
(3) La redenzione è di un sacrificio perfetto
“Come quello di un agnello senza difetto né macchia” (v.19).
Questa descrizione enfatizza la perfezione morale di Gesù e l'assenza di peccato nella Sua vita (cfr. Giovanni 8:46; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:22; 1 Giovanni 32:5), rendendo il Suo sacrificio accettabile agli occhi di Dio.
L'immagine dell'agnello richiama i sacrifici dell'Antico Testamento (cfr. per esempio Levitico 1:9-14; 4:27-35) e anche la redenzione dall'Egitto (Esodo 12; 1 Corinzi 5:7). 
Gesù è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo (Giovanni 1:29).
Il sacrificio di Cristo è una dimostrazione suprema dell'amore di Dio per l'umanità (cfr. per esempio Giovanni 3:16; Romani 5:8; 1 Giovanni 4:10). 
Gesù, per amore nostro (cfr. per esempio Galati 2:20; 1 Giovanni 3:16), ha volontariamente dato la Sua vita (cfr. per esempio Giovanni 10:17) come prezzo di riscatto, dimostrando il valore inestimabile che Dio attribuisce all’umanità.
A differenza dei sacrifici animali che dovevano essere ripetuti, il sacrificio di Cristo è avvenuto una volta per tutte (cfr. per esempio Ebrei 7:27; 9:1-14,28; 10:1-14). 
Il sangue di Gesù ha un valore eterno e una potenza duratura, garantendo una redenzione permanente per coloro che credono in Lui.
Il sacrificio di Cristo adempie queste profezie e simboleggia la perfezione del piano redentivo di Dio.
Il prezioso sangue di Cristo è il prezioso sangue di un agnello “senza difetto”, così doveva essere un agnello offerto in sacrificio sotto l’Antico Patto (amōmou – Esodo 29:1; Levitico 22:18-21; Numeri 6:14). 
Per Gesù si riferisce nel senso morale, quindi irreprensibile, santo, senza colpa (Ebrei 9:14).
E poi “senza macchia” (áspilos) denota purezza e perfezione fisica per l’agnello è per Cristo perfezione morale, senza peccato (cfr. per esempio 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:21-22; 1 Giovanni 3:5); infatti, Gesù è il Santo di Dio (Marco 1:24; Luca 1:35; Atti 3:14). 
Indica una condizione di purezza che non può essere rimproverata.
Questa seconda parola rafforza ed enfatizza la prima parola, e prese insieme, le due parole significano perfezione totale del sacrificio di Gesù Cristo a causa della Sua vita perfetta.
Un altro versetto ci fa capire che:
C) La redenzione comporta la glorificazione di Dio 
In 1 Corinzi 6:19-20 leggiamo: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”.
Il corpo di un vero cristiano, è il tempio dello Spirito Santo, ed è presente in lui dato da Dio, quindi il corpo appartiene a Dio, non al cristiano.
Il motivo è perché è stato comprato caro prezzo, allusione al sacrificio di Gesù sulla croce, di conseguenza, logicamente, il cristiano non è proprietario di sé stesso, ma appartiene a Colui che lo ha comprato, cioè a Dio; pertanto, il cristiano è chiamato a glorificare Dio nel suo corpo. 
Questo significa onorarlo e servirlo con tutto ciò che siamo e facciamo. 
Implica una condotta morale e uno stile di vita che siano in accordo con la volontà di Dio e che lo onorano.
La parola “comprare” (agorázō) significa “acquistare al mercato“(degli schiavi) “essere tirato fuori dal forum”, dal mercato degli schiavi (cfr. per esempio 1 Corinzi 7:23; Apocalisse 5:9).
Il pagamento di un prezzo per la liberazione degli schiavi era una pratica familiare anche agli antichi.
“Siete stati comprati” (ēgorasthēte-aoristo passivo indicativo) significa “essere stati acquistati”, “essere, o diventare proprietà di un altro” tramite acquisto, o tramite una transazione finanziaria.
Uno schiavo acquistato che diventa schiavo di un altro.
Questo si riferisce a un cambio di proprietà, la persona schiava del peccato è acquistato da Dio con il sangue di Cristo. 
Il punto è appartenere a un nuovo Signore, cioè a Dio; Egli, avendo pagato il prezzo, ci lega a Sé.
“Paolo ha in mente un cambiamento di proprietà, non una manomissione che si traduce in una libertà incondizionata” (Ciampa, R. E., & Rosner, B. S.).
Mentre Paul Gardner scrive: “Non si tratta di acquistare la libertà di una persona. In altre parole, la metafora non riguarda l'acquisizione dell'indipendenza di uno schiavo. Piuttosto, Paolo ha in mente un trasferimento di proprietà, o di signoria”.
Il Signore ha pieno diritto di proprietà su chi ha acquistato!
Qui ci può essere un’allusione proprio a Osea 3:1-5.
Paolo non identifica a chi ha pagato il prezzo, se al peccato, o Satana (Giovanni 8:34; Atti 26:18; Romani 6:12; Colossesi 1:13-14), o il prezzo pagato, il sangue prezioso di Cristo (Atti 20:28; 1 Pietro 1:19). 
Vuole solo sottolineare che ora appartengono interamente a Dio (Romani 6:16-23; 7:6).
Leon Morris scriveva: "I redenti sono paradossalmente schiavi, schiavi di Dio, perché sono stati acquistati a caro prezzo... I credenti non sono portati da Cristo in una libertà di egoistica facilità. Piuttosto, poiché sono stati acquistati da Dio a un costo terribile, sono diventati schiavi di Dio, per fare la Sua volontà".
La redenzione ha la sua fonte ultima in Dio (Romani 3:24; 1 Corinzi 1:30).
Dio ci ha comprati per servirlo!
La libertà ottenuta in Cristo non è una libertà di fare ciò che si vuole, ma una libertà al servizio di Dio!
I credenti sono chiamati a vivere secondo la volontà di Dio, non secondo i propri desideri egoistici.
Dovremmo usare il nostro corpo in modo che gli altri possano vedere che apparteniamo a Dio. 
Ci rifiutiamo di usarlo per atti peccaminosi, lo riserviamo interamente all'obbedienza a Dio, solo per fare la volontà di Dio. 
Verlyn D. Verbrugge dice: “Glorificare Dio significa riflettere con il nostro modo di vivere la gloria di Dio. Cioè, quando la gente ci vede, dovrebbe essere in grado di vedere dalle nostre azioni quanto sia glorioso e maestoso il nostro Dio, che ci ha trasformati da peccatori in santi che vivono una vita santa davanti a lui”.
CONCLUSIONE
Abbiamo iniziato questo sermone con la toccante storia del profeta Osea che ha riscattato sua moglie infedele dalla schiavitù. 
Questa storia ci ha guidato attraverso un viaggio di comprensione dell'amore redentore di Dio, culminato nel sacrificio supremo di Suo Figlio, Gesù Cristo.
Come Osea ha pagato un prezzo per Gomer, così Dio ha pagato un prezzo inestimabile per noi…con il prezioso sangue di Gesù ci ha liberato dalla schiavitù del peccato e di Satana. 
Siamo stati redenti non per vivere secondo i nostri desideri egoistici, ma per glorificare Dio in ogni aspetto della nostra vita.
Dobbiamo ricordare, che i nostri corpi sono templi dello Spirito Santo, e quindi in ogni pensiero, in ogni parola, in ogni azione, con tutto il nostro corpo lo dovremmo glorificare, dovremmo riflettere la gloria di Colui che ci ha redenti. 
La nostra vita non è più nostra; appartiene a Cristo!
Portiamo sempre con noi la consapevolezza del costo della nostra redenzione! 
Lasciamo che questa verità trasformi il nostro modo di vivere. 
In ogni tentazione, ricordiamo il prezzo pagato da Gesù per liberarci dal peccato. 
In ogni sfida, ricordiamo la forza di Colui che ha vinto la morte per noi. 
Viviamo, dunque, come coloro che sono stati amati a caro prezzo, viviamo per glorificare Dio.

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