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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Neemia 2:4: Un uomo di preghiera in azione

  Neemia 2:4: Un uomo di preghiera in azione
“E il re mi disse: ‘Che cosa domandi?’ Allora io pregai il Dio del cielo”.
Erano ormai trascorsi tredici anni da quando Artaserse aveva emanato il decreto che conferiva a Esdra l’autorità di recarsi a Gerusalemme e riformare Israele (Esdra 7:7; Neemia 2:1). 
L’opera di Esdra ebbe un certo successo iniziale, ma quando i Giudei cercarono di rafforzare le difese di Gerusalemme ricostruendo le mura della città, i loro nemici li accusarono di volersi ribellare alla Persia. 
Questi denunciarono la cosa ad Artaserse, con il risultato che il re emanò un decreto che imponeva l’immediata interruzione dei lavori (Esdra 4:7-23).
Nel frattempo, in Persia, Neemia, un funzionario Giudeo del palazzo del re, era salito al fidato grado di coppiere (cfr. per esempio Neemia 1:11). 
Quando i Giudei vennero a sapere che uno dei loro era in grado di parlare al re, si recarono in Persia per vederlo. 
In particolare, gli raccontarono del disagio che gli oppositori dei Giudei avevano creato a Gerusalemme eseguendo il decreto del re (Neemia 1:1-3; cfr. Esdra 4:23). 
Questo decreto poteva essere revocato sempre per la decisione del re in un secondo momento, se lo desiderava (Esdra 4:21); i rappresentanti di Gerusalemme speravano senza dubbio che Neemia potesse convincere il re a revocare il decreto sfavorevole a loro.
Neemia, era un uomo spirituale e un uomo di preghiera; sapeva che i problemi dei figli d’Israele era il risultato dei loro peccati e, in uno spirito di umile confessione, portò la questione davanti a Dio chiedendogli il Suo aiuto (Neemia 1:4-11).
Per quattro mesi Neemia pregò sulla questione (Neemia 1:1; 2:1). 
Era quindi pienamente preparato quando si presentò l'occasione di parlarne con il re. 
Il risultato fu che ricevette il permesso di tornare e di portare a termine l'opera di ricostruzione che aveva progettato. 
Gli fu dato anche il materiale da costruzione necessario (Neemia 2:1-8). Probabilmente questo fu il momento in cui fu nominato governatore di Gerusalemme (cfr. Neemia 5:14).
Quindi, ciò che vediamo di Neemia è che era un uomo di Dio e un uomo di preghiera, infatti più volte nel libro di Neemia si legge che Neemia pregava (Neemia 1:4-11; 2:1; 4:3,5,9; 5:15, Neemia 6:9-14; 7:2; Neemia 8:6,10; 9:4-5,33;10:29; 12:43; Neemia 13:22-23). 
Neemia 2:4, riporta la registrazione di una di queste preghiere e ci dà delle istruzioni sul tema della preghiera.
Prima di tutto vediamo:
I IL POSTO DELLA PREGHIERA
“E il re mi disse”.
Mentre Neemia stava versando il vino nella coppa del re, il re, vedendolo triste gli disse che certamente aveva qualche preoccupazione.
Neemia rispose al re che era preoccupato per la situazione rovinosa della sua città di origine (Gerusalemme).
Il re chiese a Neemia quale fosse la sua richiesta, e in questo momento, prima di rispondergli, pregò proprio lì davanti al re nel castello di Susa, in Persia.
Non è necessario essere inginocchiati in una chiesa, o in una cappella per pregare, possiamo pregare ovunque: in cucina, per strada, o seduti sul divano, o in qualsiasi altro posto e in qualsiasi momento (cfr. per esempio Matteo 18:19-20; Giovanni 4:21-24).
Giona, pregò Dio mentre si trovava nel ventre di un grande pesce (Giona 1:17).
Daniele pregava regolarmente nella sua stanza, nonostante il divieto del re (Daniele 6:10).
Gesù si ritirava spesso in luoghi solitari per pregare (Luca 5:16).
Gli apostoli pregavano insieme nel cenacolo dopo l'ascensione di Gesù (Atti 1:14).
Dio è onnipresente, pertanto dovunque ci troviamo è presente, pertanto possiamo parlare con Lui!
Ma dobbiamo tener presente ciò che diceva Martin Lutero: "Ovunque tu sia, prega. Non è il luogo che rende la preghiera buona o cattiva, ma il cuore di chi prega".
Effettivamente Dio guarda alla sincerità e integrità del cuore (cfr. per esempio 1 Samuele 16:7; 1 Re 8:39), ed è questo che dobbiamo curare (cfr. per esempio Deuteronomio 4:29; Geremia 29:13; Matteo 5:8; 15:8-9).
Neemia, di fronte a una situazione difficile, si rivolge a Dio in preghiera, dimostrando come la preghiera possa essere importante in ogni momento della vita.
La preghiera è un dialogo personale con Dio, un momento di connessione profonda e sincera. 
Può avvenire anche in contesti pubblici, come nel caso di Neemia, ma conserva sempre un carattere intimo.
Comprendere che la preghiera non è confinata a edifici, o a luoghi specifici ci permette di superare la paura di non poter pregare in determinate circostanze.
La consapevolezza che Dio è sempre presente ci incoraggia a pregare spontaneamente e in qualsiasi momento, anche nei momenti più inaspettati e impegnativi della giornata.
Ma è importante coltivare la sincerità del nostro cuore; infatti, più che il luogo, ciò che conta è la sincerità e l’integrità del nostro cuore.
In questo modo supereremo la formalità.
Possiamo liberarci da schemi rigidi e pregare con le nostre parole, esprimendo i nostri sentimenti e bisogni in modo autentico.
Ora che abbiamo compreso che possiamo pregare ovunque, concentriamoci su chi stiamo pregando.
Quindi, vediamo:
II LA PERSONA CHE È PREGATA
“Allora io pregai il Dio del cielo”.
Questa frase rivela la profonda fede di Neemia e la sua dipendenza da Dio. 
Egli riconosce che la sua forza e la sua capacità di persuadere il re non provengono da se stesso, ma da Dio. 
Si affida umilmente alla guida divina, consapevole che solo con il sostegno del Signore può portare a termine la sua missione.
“Dio” (ʾĕlōhîm) si riferisce all'essere soprannaturale che ha dato origine all'universo e lo governa; oggetto dell'antico culto Israelita.
È interessante che in Ebraico “cielo” è al plurale “cieli” ( šāmāyim).
Così il plurale "cieli", nel senso dell’Antico Testamento non si riferisce solo al cielo visibile, ma all'intero universo, a tutti i cieli e a tutti gli spazi celesti. 
Questa pluralità sottolinea la vastità e la complessità della creazione divina, e quindi enfatizza l'immensità e la complessità del dominio di Dio, suggerendo molteplici sfere, o dimensioni della Sua sovranità.
Suggerisce un controllo totale su tutti gli aspetti e le dimensioni della realtà celeste.
L'uso del plurale enfatizza la maestà e la potenza di Dio, che trascende ogni limite e domina su tutto ciò che esiste.
Corrie Ten Boom disse giustamente: "Non c'è panico in cielo! Dio ha tutto sotto controllo".
Non siamo nelle mani dei potenti, o di qualsiasi altra persona, nemmeno nelle mani del destino, o della natura, ma siamo nelle mani di Dio che ha tutto sotto controllo! (cfr. per esempio Salmo 33:10-11; 47; Daniele 4:17,34-35; Romani 8:28).
Riconoscendo il Signore come “Dio dei cieli”:
Neemia riconosce la Sua sovranità e signoria sull'intera creazione, inclusi i cieli e tutto ciò che è al di sopra della terra. 
Neemia distingue il Dio di Israele dagli dèi pagani, che spesso erano associati ad aspetti o fenomeni naturali, o a divinità specifiche locali. 
Neemia esalta Dio come l'Essere trascendente, superiore al creato e non riducibile agli idoli fatti da mani umane
Neemia rivolgendosi al "Dio dei cieli", esprimeva la sua fiducia nella protezione e nell'aiuto onnipotente del Dio sovrano.
Anche in una situazione difficile, Neemia sapeva di poter contare sulla potenza assoluta sovrana di Dio.
Dunque, “Dio dei cieli”:
Dobbiamo accettare che non possiamo comprendere pienamente Dio!
“Dio dei cieli” ci fa capire che Dio trascende ogni nostra comprensione e ogni potere terreno                  
Di fronte alla maestà di Dio, riconosciamo la nostra limitatezza e dipendenza da Lui
Anche nelle situazioni più difficili, possiamo trovare conforto e forza rivolgendoci al Dio dei cieli con quello che comporta 
E ancora:
Dobbiamo pregare solo Dio!
Neemia non pregò il re, o Abraamo, o Mosè, così nemmeno oggi potremmo dire: Maria, o qualche altro santo, o un angelo! 
Nelle Scritture non c'è assolutamente alcuna istruzione di pregare qualcuno che non sia il Signore (cfr. per esempio Esodo 20:3; Matteo 4:10; Luca 11:4; Giacomo 1:5).
Solo Dio è degno di ricevere la nostra adorazione e lode (cfr. per esempio 1 Cronache 16:25; Salmo 18:3; 96:4; 145:3; Matteo 4:10; Apocalisse 4:11).
Solo Dio ha il potere di ascoltare e rispondere alle nostre preghiere!
Charles Spurgeon disse: "Il Dio che governa i cieli è il solo Dio che può rispondere alle preghiere della terra".
La Bibbia insegna che Dio è l'unico onnipotente (cfr. per esempio Genesi 17:1; Giobbe 42:2; Salmo 147:5), l'unico onnisciente (cfr. per esempio Salmo 139:1-5; Isaia 46:8-10; Ebrei 4:13) e l'unico onnipresente (cfr. per esempio Salmo 139:7-12; Geremia 23:23-24). 
È una perdita di tempo pregare chiunque non sia “il Dio del cielo”!
Il Dio dei cieli di Neemia trascende ogni limite, domina l'intero universo e richiede la nostra esclusiva devozione a Lui solo, Onnipotente, Onnisciente e Onnipresente, eleviamo le nostre preghiere, trovando forza e guida in ogni circostanza della vita.
Confortanti sono le parole di Elisabeth Elliot: "Non c'è nulla di troppo grande per il Dio dei cieli, e nulla di troppo piccolo per la Sua attenzione paterna".
Elisabeth Elliot ci ricorda ancora la maestosità e la potenza infinita di Dio; come il Creatore dell'universo, il Sovrano di tutto ciò che esiste, non c’è problema, sfida, o circostanza che sia troppo grande per Lui!
E dall’altra parte ci ricorda giustamente che Dio è nostro Padre (cfr. per esempio Matteo 6:9; Romani 8:15-16; Galati 4:6; Efesini 3:14-15), sottolineando la tenerezza e l'amore di Dio per i Suoi figli. 
Il Signore, non è un Dio distante e indifferente, ma un Padre che si preoccupa dei minimi dettagli della nostra vita (cfr. per esempio Matteo 10:30-31).
“Il modo giusto di avvicinarsi a Dio è quello di tendere le mani e chiedere a Colui che sappiamo avere il cuore di un Padre” (Dietrich Bonhoeffer).
Allora nel nostro mondo moderno, quando spesso ci sentiamo sopraffatti da forze che sembrano fuori dal nostro controllo: pandemie globali, cambiamenti climatici, instabilità economica, guerre, ma anche a tutti i nostri problemi personali di vario genere, ricordare che preghiamo il "Dio dei cieli" può darci conforto e nuove prospettive.
Proprio come Neemia affrontava sfide politiche apparentemente insormontabili, noi possiamo rivolgerci a Dio con fiducia nelle nostre difficoltà quotidiane.
In terzo luogo, in Neemia vediamo:
III LA PRONTEZZA DELLA PREGHIERA
“Allora io pregai il Dio del cielo”.
Mentre stava dando la risposta al re, Neemia stava pregando!
Neemia pregò immediatamente. 
Per essere veloci nel pregare è necessario essere persone di preghiera.
La preghiera spontanea nasce da una relazione profonda con Dio. 
Più tempo trascorriamo in Sua presenza, più naturale sarà per noi rivolgerci a Lui in ogni momento.
Per essere pronti e veloci a pregare in ogni circostanza, è necessario coltivare un'abitudine costante di preghiera.
Se non si ha l’abitudine di pregare, non si pregherà subito dovunque ci troviamo.
Come fece Neemia in questo caso, indica che aveva molta dimestichezza con la preghiera.
Voglio ricordare ancora che era un uomo di preghiera e quindi aveva dimestichezza con la preghiera! 
Nella prontezza della preghiera vediamo:
A) Il silenzio della preghiera
“Allora io pregai il Dio del cielo”.
Neemia non pregò in modo udibile. Pregò in silenzio, come aveva fatto anche Anna (1 Samuele 1:15).
Qualcuno ha detto: "La preghiera silenziosa è come un fiume che scorre in profondità, irrigando l'anima".
Certamente può essere così, la preghiera silenziosa fa bene alla nostra anima, ma in questo contesto è efficace, perché Dio risponde anche a questo tipo di preghiere!
Non è necessario che le vostre preghiere siano udibili. 
Dio vede il cuore e quindi potete alzare il vostro cuore in preghiera silenziosa ed Egli lo ascolterà (cfr. per esempio 1 Samuele 16:7; Geremia 17:10; Atti 1:24).
Nella prontezza della preghiera vediamo:
B) La brevità della preghiera
La preghiera di Neemia fu ovviamente molto breve. 
Si colloca tra la fine della domanda del re e l'inizio della risposta di Neemia.
Quando si prega non è necessario pregare a lungo per avere una risposta efficace come la ebbe Neemia.
Le preghiere efficaci al Dio del cielo, possono essere non solo veloci, ma anche brevi, quello che fa la differenza è il Dio del cielo.
Robert Murray M’Cheyne disse: “Il valore di una preghiera non si misura dalle sue dimensioni”.
E Agostino d'Ippona diceva: "Non è la lunghezza della preghiera che conta, ma la sua fervente devozione”.
Non è la quantità delle parole, ma la qualità della fede e dalla devozione di chi prega che conta nella preghiera!
L'efficacia della preghiera non dipende dalla sua lunghezza, o complessità, ma dalla sua sincerità, come abbiamo detto prima e aggiungiamo dalla fede di chi prega (cfr. per esempio Matteo 9:27-30; Ebrei 11:6), e la sua fervente devozione (cfr. per esempio Giacomo 5:16-17; 1 Giovanni 3:21-22).
Infine, nella prontezza della preghiera vediamo:
C) La motivazione della preghiera
Neemia pregò Dio per essere aiutato nella richiesta al re. 
Neemia credeva che il suo Dio fosse in grado di influenzare il cuore del re per concedergli una risposta favorevole, proprio quella per cui aveva già pregato nei quattro mesi precedenti (Neemia 1:11).
Dio nella Sua provvidenza ha la capacità di influenzare i cuori dei potenti! 
E così ha fatto anche con il re Artaserse (cfr. per esempio Deuteronomio 2:30; 2 Samuele 16:23 con 17:14; 1 Re 12:15; Esdra 1:1-5; 6:22; Proverbi 21:1; Isaia 45:4-5; Daniele 1:9); infatti Neemia poi partirà (Neemia 2).
Davanti un Dio grande, possiamo pregare per ogni cosa, possiamo pregare su tutto, consapevoli come dice l’apostolo Paolo che Dio può fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo (Efesini 3:20).
Sapendo che la preghiera è la chiave che apre le porte del cielo, prima di affrontare qualsiasi situazione difficile, o mentre la stai affrontando, prega!
CONCLUSIONE
La storia di Neemia ci insegna che la preghiera non è solo un'attività formale, ma un dialogo continuo con Dio che permea ogni aspetto della nostra vita. 
Che si tratti di decisioni importanti al lavoro, sfide familiari o semplicemente navigare le complessità della vita moderna, possiamo seguire l'esempio di Neemia.
Da questo versetto noi possiamo fare le seguenti applicazioni.
1) Dipendenza da Dio e preghiera
Neemia, pur trovandosi in una posizione alta alla corte del re, non si fida delle sue sole capacità, o posizione sociale, ma ricerca immediatamente l’aiuto di Dio attraverso la preghiera prima di presentare la sua richiesta al re. 
Questo ci insegna l’importanza di confidare in Dio e pregare per avere saggezza e guida divina in ogni situazione importante che affrontiamo, ma anche per i nostri bisogni, o per quelli degli altri, in questo caso la ricostruzione di Gerusalemme.
2) L'importanza del tempismo
Certamente Neemia già aveva pregato nei mesi precedenti, ma qui era necessario il tempismo davanti alla domanda del re.
Neemia prega nel momento in cui ha maggiormente bisogno, prima di rivolgersi al re.
Se c’è da pregare per un soggetto, pregare subito non costa nulla.
3)  Coraggio e iniziativa
Neemia non si arrende di fronte alle difficoltà che il suo popolo sta affrontando, ma decide di agire per migliorare la situazione. 
Questo ci esorta ad avere coraggio, prendere l'iniziativa e fare del nostro meglio per affrontare le sfide con determinazione secondo la volontà di Dio. 
4)  Sensibilità verso il prossimo
Neemia è mosso da un sincero desiderio di aiutare il suo popolo in difficoltà. 
Questo esempio ci ricorda di essere sensibili ai bisogni degli altri e di agire con compassione quando possiamo. 
5)  Fede in azione
La preghiera di Neemia non è fine a se stessa, ma è seguita dall’azione concreta nel presentare la richiesta al re. 
La preghiera di Neemia non è fine a sé stessa, ma lo spinge ad agire concretamente per la ricostruzione di Gerusalemme.
Questo ci esorta a mettere in pratica la nostra fede senza fermarci solo alla preghiera.
Dio del cielo, 
Ti ringraziamo per la Tua sovranità su ogni cosa. 
Guidaci nelle nostre decisioni e azioni quotidiane. 
Dacci saggezza per affrontare le sfide che incontriamo. 
Aiutaci ad avere coraggio e compassione verso gli altri. 
Che la nostra fede si traduca in azioni concrete per il bene del prossimo. 
Nel nome di Gesù. Amen.





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