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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Salmo 74:12: Il contrasto tra la circostanza e Dio

 Salmo 74:12: Il contrasto tra la circostanza e Dio
Immaginatevi di svegliarvi un giorno e scoprire che tutto ciò che avete amato è stato distrutto.
La vostra casa, il luogo dove avete trascorso momenti felici con la vostra famiglia, è in rovine. 
La vostra comunità (amici, parenti, conoscenti), unita e forte, è stata dispersa.
Questo è ciò che hanno provato i Giudei quando Gerusalemme fu saccheggiata dai Babilonesi.
Ma in mezzo a quella desolazione, il salmista Asaf ha trovato una speranza inaspettata; ha ricordato chi era Dio e cosa aveva fatto per il suo popolo in passato.
Il modo migliore per affrontare la sofferenza con tutte le nostre perplessità è quello di concentrarci su chi è Dio e sulle Sue azioni storiche.
Questo è il messaggio che troviamo nel salmo 74, dove il salmista Asaf, dopo aver descritto la devastazione di Gerusalemme, si concentra sulla maestà e il potere di Dio.
Il salmista passa a ricordare le grandi opere che Dio ha compiuto in passato, quasi a voler rinfrescare la sua memoria e a sottolineare il contrasto tra la gloria passata e la situazione attuale di miseria che il popolo stava vivendo. 
Ricordando le azioni passate di Dio durante l’esodo a favore del Suo popolo e l’entrata nella terra promessa, il salmista con fede prorompe in un inno di lode, magnificando ed esaltando il Signore.
Ricordando chi è Dio e le grandi opere che ha compiuto, Asaf incoraggia se stesso e gli altri a pensare a Dio in termini di capacità di realizzare ancora opere di salvezza. 
In questi versetti vediamo il passaggio dal lamento a una confessione di fede, una confessione che sottolinea il potere impressionante di Dio in una serie di affermazioni rivolte direttamente a Lui.
Nel contrasto vediamo:
I L’AUTORITÀ CHE RIGUARDA DIO 
“Eppure Dio è nostro re”.
Se mentre nelle sezioni precedenti di questo salmo, viene descritta la desolazione di Gerusalemme e del tempio, con Dio come inattivo, ora in forte contrasto a questo si concentra sul fatto che Dio è Re che opera salvezze.
Certamente le mura di Gerusalemme erano distrutte e il tempio era in rovina, le persone erano esiliate in una terra straniera, il potere del nemico Babilonese sembrava inamovibile, Israele era il disprezzo dei pagani, e non sembrava esserci nessuna soluzione umanamene parlando.
Ma c'era di più di quello che si vedeva apparentemente, come ci dice la congiunzione: “Eppure”, che introduce una realtà gloriosa, trionfante e incoraggiante.
Questa è una realtà dolorosa e apparentemente senza speranza, ma Asaf ricorda a se stesso e alla comunità la verità ultima sul loro Dio, indipendentemente dalle indicazioni contrarie della loro esperienza attuale.
Senza alcuna prova della salvezza di Dio nel presente, il salmista si concentra su ciò che Dio è e ha fatto.
Questa è una straordinaria confessione di fede, date le circostanze attuali del salmista e del popolo Giudaico; una dichiarazione di fiducia in Dio che trasforma i versetti precedenti da un lamento di lutto a una preghiera fiduciosa!
"Egli alzò gli occhi con fede dalle rovine in fiamme al trono santo di Dio nei cieli e ricevette una nuova prospettiva sulla situazione" (Warren W. Wiersbe).
“Eppure” (w – congiunzione avversativa) contrasta con quanto detto prima riguardo l’inattività del Signore e la distruzione che aveva portato il nemico, i Babilonesi in Giudea, compreso il tempio (vv.2-11), con le caratteristiche del Signore e le Sua opera di salvezze storiche. 
Nonostante l'apparenza presente, Dio era Dio, era ancora Re che salva!
Certamente non dobbiamo far finta di niente davanti ai problemi, alle tragedie, alle sofferenze, ma nel valutare qualsiasi situazione è da stolti tralasciare la cosa più importante: Dio il nostro Re!
L'uomo saggio e di fede non chiude gli occhi davanti la miseria e le devastazioni umane, ma nemmeno dimentica chi è Dio e cosa fa!
Pertanto, l’ultima parola, o visione del salmista, non è stato lo sconforto dovuto alla desolazione, ma la salvezza di Dio suo re!
Qualunque cosa qualcuno possa dire, o fare contro il Suo popolo, il Signore è stato e rimane Re del Suo popolo.
Dunque, l’affermazione “eppure Dio è nostro re”, è come un raggio di luce che illumina il tunnel più oscuro, un'ancora solida in mezzo la tempesta, che porta dall’orlo della disperazione alla speranza, dal panico alla pace profonda, dal dolore alla gioia.
Asaf vede con i suoi occhi una situazione dolorosa e si lamenta davanti a Dio, ma con “eppure” "inizia la dichiarazione di fede. 
Nonostante tutte queste apparenti contraddizioni, Asaf vedeva quello che Dio è, cioè Re, e che opera la salvezza. 
A riguardo Morgan G. Campbell commenta così: "L'uomo di fede non è mai cieco alla desolazione. Vede chiaramente tutti i fatti terribili. Ma vede di più. Vede Dio. Pertanto, la sua ultima parola non è mai desolazione: è piuttosto salvezza". 
Dunque, come vediamo nella Bibbia:
A) Dio è il Re 
Per quanto misteriose possano essere, le circostanze attuali del popolo non possono cambiare la realtà dell'identità del Signore come Re.
Dio è Re sopra ogni cosa!
"Re" (měʹ·lěḵ ) indica che Dio è l'autorità più alta, indica che è il sovrano supremo e quindi il potere assoluto che controlla tutte le cose; la Sua autorità sovrasta tutto e tutti!
Quest’affermazione contrasta con l'apparente trionfo del male; il fatto che Dio sia Re implica che alla fine trionferà sul male (cfr. per esempio Apocalisse 19-22).
Questa frase ci ricorda che Dio è il Signore della storia e che i nostri problemi, per quanto grandi possano sembrare, sono sotto il Suo controllo.
Dio è il Re indiscusso su tutte le nazioni, il creatore e sostenitore di tutto ciò che esiste!
La Sua autorità è assoluta e incontrastabile (cfr. per esempio Salmo 47:2-9, 95:3, 98:6).
Dio è Re potente e maestoso!
Il Signore Dio è descritto come un re potente e maestoso, la cui voce fa tremare la terra e i cieli. 
La Sua gloria è incomparabile (cfr. per esempio Salmo 29:10, 68:24, 95:3, Isaia 6:5).
Dio è Re giusto 
Come Re giusto, Dio giudicherà le nazioni e porterà giustizia sulla terra. 
I malvagi tremeranno davanti alla Sua maestà, mentre i giusti gioiranno nel Suo regno (cfr. per esempio Salmo 5:2, 95:3, Sofonia 3:15, Zaccaria 14:9,16-17).
Dio è Re che protegge e salva
Il Signore è il rifugio e la fortezza del Suo popolo. Egli lo protegge dai suoi nemici e li guida verso la salvezza (cfr. per esempio Salmo 44:4, 84:3, Isaia 41:21, 43:15).
Dio è un Re santo e puro, che richiede la santità da parte del Suo popolo
Il Signore abita in un luogo santo e la Sua presenza trasforma tutto ciò che tocca (cfr. per esempio Isaia 6:5, 33:22).
Dio è un Re fedele e ama
Nonostante il peccato dell'umanità, Dio rimane fedele alle Sue promesse e ama il Suo popolo (cfr. per esempio Geremia 8:19, 10:7, 10, Malachia 1:14).
Nella Bibbia vediamo ancora che:
B) Dio come Re ha un trono 
Il trono di Dio si erge maestoso come giusto giudice (Salmo 9:4), in eterno (Salmo 45:6; cfr. per Salmo 10:16; 146:10).
Il Suo trono si estende da un'estremità all'altra dell'universo, la Sua potenza è infinita e il Suo dominio eterno, dal Suo trono santo, regna su tutto, su tutti i popoli e su tutte le nazioni (Salmo 22:28; 47:8; 59:13; 66:7; 89:9; 93:1; 96:10; 97:1; 99:1; 103:19,22;114:2; 145:11–13; 146:10).
Dal Suo trono in cielo, alto, molto elevato riempie con la Sua gloria il tempio (Salmo 47:8; 103:19; Isaia 6:1).
Il cielo è il Suo trono, la terra lo sgabello dei Suoi piedi (Isaia 66:1), splende come zaffiro il trono dell'Onnipotente (Ezechiele 1:26).
Fermiamoci a ricordare e a contemplare la grandezza e la maestà di Dio, il nostro Re eterno, poi adoriamolo e ringraziamolo!
Preghiamo che ci aiuti a vivere una vita santa come vuole Lui! Perché a questo ci chiama! (cfr. per esempio Levitico 19:2; 2 Corinzi 6:14-7:1; 1 Tessalonicesi 4:3; 1 Pietro 1:14-16).
Dopo l’autorità vediamo:
II L’AFFERMAZIONE CHE RIGUARDA DIO
“Mio Re dai tempi antichi, colui che opera la salvezza sulla terra”.
In realtà la frase Ebraica è al singolare: “Mio Re” (ʾănî měʹ·lěḵ ).
Questa è un'ammissione personale del salmista che Dio è davvero il suo "Re". 
Non sta solo ripetendo un credo, o un detto, ma questo è un riconoscimento personale che Dio è il suo re.
Ma secondo il contesto è probabile che stia parlando anche per la nazione.
"Di fronte a prove e difficoltà, l'affermazione “mio Re”, ci offre un solido punto di riferimento e una fonte di grande conforto, è una verità assoluta che ci dà la forza di affrontare ogni ostacolo.
Nonostante la Sua inattività fino a quel momento, secondo il salmista, Dio era ancora Re come lo era sempre stato dall'antichità.
vediamo:
A) L’eternità di Dio
“Dai tempi antichi”.
“Tempi antichi” (qeḏem) si riferisce che Dio esiste da molto tempo (cfr. per esempio Deuteronomio 33:15; 2 Re 19:25); come anche eterno, per sempre, cioè, pertinente a una durata di tempo illimitata (cfr. per esempio Deuteronomio 33:27; Salmo 55:19; Michea 5:1; Abacuc 1:12).
La Bibbia dice che Dio è eterno (cfr. per esempio Salmo 48:14; 90:2; 93:2; Isaia 40:28), quindi Re eterno (Salmo 10:16; Geremia 10:10).
Dunque, la Sua presenza e la Sua opera non si limitano al presente, ma abbracciano tutta la storia da sempre, e dal contesto, Asaf si riferisce in modo particolare alla liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù di Egitto.
Non vediamo solo l’eternità di Dio, ma anche:
B) L’immanenza di Dio 
Sempre nel v.12 leggiamo: “Colui che opera la salvezza sulla terra”.
Herbert Carl Leupold giustamente commenta così: “Le redini non gli erano sfuggite di mano, e aveva ancora quella caratteristica che la storia aveva così chiaramente stabilito di essere un Dio che ‘opera grandi opere di salvezza in mezzo alla terra’".
L'immagine che troviamo in questo versetto è quella di un re la cui guida e potere sono efficaci nel far vincere il suo popolo sui nemici ostili (cfr. per esempio Salmo 20:5-6; 21:1-2; 118:14,15,21). 
“Guardando al passato e recitando esempi della sua precedente liberazione del suo popolo, confessano che egli è davvero il re vittorioso che compie grandiose azioni di salvezza” (Daniel J. Estes).
Secondo Asaf, l'inattività del Signore descritta nei vv.1-11, non è coerente con l'attività che originariamente lo caratterizzava; Asaf aveva già fatto appello agli atti di Dio durante l'esodo dall’Egitto e il passaggio nel Mar Rosso (v. 2).
Ora ribadisce quest’attività salvifica, parlando al plurale, infatti in Ebraico è: “Dio opera le salvezze sulla terra”, che oltre a quella dall’Egitto (vv.13-15), si riferisce 
ad altre parti del mondo.
“Colui che opera la salvezza sulla terra”, è una potente affermazione che sottolinea la natura eterna e attiva di Dio nella storia dell'umanità che opera la salvezza, è il Salvatore (cfr. per esempio Genesi 49:18; Esodo 14:13; 1 Samuele 14:45; 2 Cronache 20:17; Salmo 14:7; 20:5; 35:9; 68:19; 98:2–3; Isaia 12:2; 45:15,21; 52:10; Geremia 14:8; Giona 2:9; Matteo 1:21; 4:12; Efesini 2:8-9; Tito 3:5; Apocalisse 7:9-17), in qualsiasi circostanza e dovunque sulla terra, ovunque Egli voglia.
Allen Ross a proposito scrive: “La storia della fede testimonia il fatto che Dio ha costantemente e regolarmente salvato le persone dalle loro difficoltà”.
“Opera” (pōʿēl qal participio attivo singolare) indica un’azione in corso; quindi, l’attività continua di Dio sulla terra.
L'enfasi è sul fatto che Dio è capace di fare cose potenti sulla terra anche se per il momento non stava operando la salvezza, ma il giudizio sui Giudei come abbiamo visto nelle precedenti predicazioni di questo salmo. 
La “salvezza” in Ebraico è al plurale (yĕšûʿôt), quindi si riferisce agli atti salvifici.
La parola si riferisce allo stato di essere liberati, o preservati dall’attacco di persone malvagie, o dal pericolo, passare dall'angoscia alla sicurezza (cfr. per esempio Es 14:13; Salmo 44:3-4,6-7).
La salvezza è soprattutto un’opera del Signore perché implica un salvataggio che nessuna risorsa ordinaria potrebbe portare, come per esempio quell’avvenuta dalla schiavitù in Egitto come descritta nei primi capitoli del libro dell’Esodo.
Dio non è un osservatore passivo degli eventi, ma un agente attivo nella storia! 
Dio non è un Dio astratto, o distante, ma agisce concretamente nella nostra realtà, nel nostro mondo. 
La salvezza è un tema centrale nella Bibbia, è il filo conduttore dalla creazione di Genesi alla nuova creazione dell’Apocalisse.
La salvezza dai peccati è il Suo scopo principale, la Sua opera centrale per la Sua gloria che ha realizzato tramite Gesù Cristo (Efesini 1:3-14; cfr. per esempio Matteo 1:21; Giovanni 3:16,36; Romani 5:6-11; 6:23; Efesini 2:1-7; 1 Timoteo 1:15). 
La Sua salvezza è un evento storico e personale anche oggi nella nostra vita!
Dio è coinvolto nella nostra vita ed è affidabile!
La salvezza di Dio non è un evento lontano nel passato, ma una realtà presente che tocca ogni aspetto della nostra vita, questo deve essere di grande conforto e speranza per noi oggi in mezzo alle difficoltà.
Il fatto che Dio abbia operato la salvezza "dai tempi antichi" ci assicura che possiamo confidare in Lui anche oggi e in futuro.
Inoltre, questo deve portarci a essergli grati.
Possiamo ringraziare Dio per la Sua fedeltà nel passato, per la Sua presenza nella nostra vita oggi, certi che lo sarà ancora in futuro (cfr. per esempio 1 Samuele 7:12; Isaia 41:10).
E ancora, siamo chiamati a partecipare all'opera salvifica di Dio, portando la buona notizia ad altri, come comanda Gesù nel Nuovo Testamento (Matteo 28:18-20; Marco 16:15-16; Atti 1:8).
CONCLUSIONE
Se qualcuno ti chiedesse: “Cosa fai quando ti senti sopraffatto dalle difficoltà? 
Quando tutto sembra crollare intorno a te? Dove trovi il conforto e la forza per andare avanti?”
Cosa dovresti rispondere? “Io guardo al Signore Dio e ricordo le Sue grandi opere, proprio come ha fatto Asaf”. 
Dobbiamo sempre tener presente che il Signore è il Dio che ha liberato il Suo popolo dalla schiavitù, che ha aperto il Mar Rosso e che ha guidato Israele nella terra promessa.
Anche oggi, Dio è pronto a operare miracoli nelle nostre vite. 
Forse non vedremo davanti a noi il mare dividersi, o le mura di Gerico crollare, ma possiamo essere certi che Dio non è cambiato, e agisce come meglio reputa per noi! Questa è la fede che dobbiamo avere!
Il salmo 74:12, ci insegna che la vera fede non ignora le difficoltà, ma le inquadra nella giusta prospettiva. 
Anche quando le mura della nostra vita crollano, Dio rimane il nostro fondamento immutabile!
Come Asaf, siamo chiamati a:
Riconoscere onestamente le nostre sfide
Ricordare chi è Dio e cosa ha fatto nel passato
Rinnovare la nostra fiducia nella Sua sovranità
Rimanere saldi nell'attesa della Sua opera di salvezza
Dunque, l'applicazione per oggi è questa: nelle nostre difficoltà personali, familiari, o sociali, possiamo alzare gli occhi dal problema immediato per vedere il Re eterno che "opera la salvezza sulla terra". 
Questa prospettiva non elimina magicamente i problemi, ma ci dà la forza e la speranza per attraversarli con fede.
Qualcuno ha detto: "La fede non è una sottile felicità, una beata serenità che fluttua in un mondo di fantasia. La fede è una forza che riconosce Dio in mezzo alle rovine e spera nella Sua fedeltà anche quando tutto sembra perduto".
La domanda che questo salmo ci pone non è: "Le circostanze sono favorevoli?" ma piuttosto: "Crediamo ancora che Dio sia Re?". 
La risposta a questa domanda determinerà come affrontiamo le nostre sfide quotidiane.


Salmo 74:12: Il contrasto tra la circostanza e Dio

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