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"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

1 Tessalonicesi 5:18: La gratitudine a Dio è la Sua volontà

 1 Tessalonicesi 5:18: La gratitudine a Dio è la Sua volontà
Abbiamo visto nella predicazione precedente che rendere grazie a Dio in ogni circostanza è possibile.
Oltre che essere un comandamento, abbiamo anche visto che fa bene alla nostra vita.

Mentre ci avviciniamo alla conclusione di quest'anno, molti di noi sono naturalmente portati a fare dei bilanci. 

Guardiamo indietro ai mesi trascorsi, alle sfide affrontate, alle gioie vissute, e forse anche alle delusioni incontrate. 

In questo momento di riflessione, 1 Tessalonicesi 5:18 ci offre una prospettiva preziosa sulla volontà di Dio per la nostra vita che è quella della gratitudine a Dio.

Questa parola ci ricorda che la gratitudine non è semplicemente una risposta emotiva alle circostanze favorevoli, ma è profondamente radicata nella volontà di Dio per noi in Cristo Gesù. 

Mentre ci prepariamo a entrare in un nuovo anno, comprendere questa verità può trasformare non solo il modo in cui guardiamo al passato, cioè con gratitudine, ma anche come ci apprestiamo ad affrontare il futuro, sempre con gratitudine a Dio. 

In primo luogo, vediamo:
I LA MOTIVAZIONE
“Perché questa è la volontà di Dio”.

“Perché” (gar) indica la causa, la motivazione per cui dobbiamo gioire, pregare (vv.16-17; cfr. per esempio Filippesi 1:3-4; 1 Tessalonicesi 3:9-10) e ringraziare in ogni circostanza Dio, e cioè perché così vuole Dio! È la Sua volontà!

Quindi:
A) Il ringraziamento a Dio è un dovere
La festa del Ringraziamento (Thanksgiving) negli Stati Uniti, ha le sue radici nel lontano 1621. 
I Padri Pellegrini, un gruppo di coloni inglesi in cerca di libertà religiosa, organizzarono una celebrazione per ringraziare Dio per il raccolto abbondante che avevano ottenuto grazie all'aiuto dei nativi americani. 
Il governatore della colonia di Plymouth, William Bradford, decretò un giorno di ringraziamento e preghiera. 
Questo evento venne ripetuto nel 1623 e gradualmente si trasformò in una tradizione annuale.
La festa del Ringraziamento fu ufficialmente istituita come festa nazionale negli Stati Uniti da George Washington nel 1789, dicendo che era "dovere di tutte le nazioni" 
Tuttavia, il riconoscimento definitivo come ricorrenza annuale fu stabilito da Abraham Lincoln nel 1862.

Non so quanti Capi di Stato, o nazioni hanno questo atteggiamento doveroso nei riguardi di Dio che avevano di George Washington e Abraham Lincoln; ma questo è ciò che hanno fatto questi presidenti, una festa molto sentita ancora oggi negli Stati Uniti. 

Abbiamo detto nella precedente predicazione che “rendete grazie a Dio” è un comandamento, quindi è un dovere, e questo è confermato anche dal fatto che è volontà di Dio!

Coltivare un cuore grato ci allinea alla volontà di Dio!

E allora possiamo affermare: Il ringraziamento a Dio non è solo un dovere nazionale, come stabilito dai padri degli Stati Uniti, ma un dovere universale, stabilito dal Padre eterno, il Creatore dell’umanità!

Certo la parola “dovere” per alcuni è una brutta parola perché il dovere è spesso percepito come un obbligo, qualcosa che si deve fare indipendentemente dalla propria volontà. 

Perché quando si parla di dovere, si implica l'esistenza di un'unica strada giusta da percorrere, limitando così la percezione di libertà e autonomia individuale. 

Perché il dovere può essere legato a esperienze passate negative, come ad esempio punizioni o rimproveri ricevuti in infanzia per non aver adempiuto a un compito. 

Perché spesso il dovere entra in conflitto con i propri desideri e bisogni, generando un senso di frustrazione e di insoddisfazione. 

Perché il dovere può essere visto come un modo per conformarsi alle aspettative degli altri, piuttosto che essere fedeli a se stessi.

Ma davanti a Dio questa parola è giusta, perché è il Creatore che ci ha creati per la Sua gloria (cfr. per esempio Salmo 24:1-2; 100; Isaia 40:28; 43:7; 45:18; Atti 17:24; Romani 11:36; Apocalisse 4:11).

Il dovere verso Dio non è una limitazione della libertà, ma la via per scoprire il nostro vero scopo come Sue creature!

Perché i Suoi comandamenti sono perfetti, giusti, affidabili, veri, santi e buoni (cfr. per esempio Salmo 19:7-8; 119:89,151,172; Romani 7:12).

Perché i Suoi comandamenti sono per il nostro bene (cfr. per esempio Deuteronomio 6:24; 10:12-13; Proverbi 3:1-2); non sono un fardello, ma un dono prezioso che per esempio portano piacere (Salmo 119:16,103); luce (Salmo 119:105); gioia (Salmo 119:14,111).

I comandamenti di Dio sono un riflesso del Suo amore infinito e ci guidano verso una vita più piena e appagante!

Nella motivazione a ringraziare Dio in ogni circostanza vediamo che:
B) Il ringraziamento a Dio è la Sua decisione
La parola “volontà” (thelēma) indica la decisione, l’intenzione, ciò che Dio desidera che accada, ciò che Dio vuole che si obbedisca (cfr. per esempio Romani 2:18; 12:2; Colossesi 1:9; 4:12; 1 Tessalonicesi 4:3; 1 Pietro 4:2). 

Gesù venendo sulla terra per morire in sacrificio per i peccatori incarna il compimento della volontà di Dio, sottolineando la Sua obbedienza (cfr. per esempio Matteo 26:42; Luca 22:42; Giovanni 4:34; 5:30; 6:38; Ebrei 10:5-10).

La volontà di Dio è l'espressione dei requisiti morali a cui chiama il Suo popolo (cfr. per esempio Marco 3:35; Romani 12:2; 2 Corinzi 8:5; Efesini 6:6; Colossesi 4:12; 1 Tessalonicesi 4:3; Ebrei 10:36; 1 Pietro 2:15; 4:2; 1 Giovanni 2:17).

“Fare la volontà di Dio” è parte dell’essere discepoli di Gesù (Marco 3:35; Matteo 12:50; Ebrei 13:21; 1 Giovanni 2:17).

“Dio” (Theou) è nella prospettiva monoteistica Giudeo-cristiana, indica il nome dell’unico vivente e vero Dio che dobbiamo credere e amare con tutto noi stessi e se lo facciamo gli obbediremo (cfr. per esempio Matteo 22:37; 23:9; Giovanni 14:15,21,23-24; Romani 3:30; 1 Corinzi 8:4,6; Galati 3:20; Galati 3:20; Efesini 4:6; 1 Tessalonicesi 1:9; 1 Timoteo 1:17; 2:5; Giacomo 2:19 Giuda 25)

Dio è il Creatore, trascendente e immanente sostenitore dell’universo (cfr. per esempio Atti 17:24; Romani 11:36; 1 Corinzi 8:4; Apocalisse 4:11) a cui dobbiamo dare conto delle nostre azioni (cfr. per esempio Romani 14:10-12; Ebrei 10:29-31).

Dunque, l’esortazione di Paolo non proviene da lui, ma dall'autorità divina!
Non è qualcosa di facoltativo!

Il ringraziamento, insieme alla gioia e alla preghiera (1 Tessalonicesi 5:16-17), non sono caratteristiche opzionali e secondarie dell'esistenza del cristiano, ma sono al centro del piano di Dio per il Suo popolo in Cristo Gesù.

“Perché questa è la volontà di Dio" collega la gratitudine direttamente alla decisione, all’intenzione di Dio.
 
Non è semplicemente un consiglio di vita positiva, ma viene presentata come parte integrante della volontà di Dio per i credenti. 

Quando allineiamo il nostro cuore alla gratitudine, non stiamo seguendo un consiglio di vita positiva, ma stiamo entrando nel progetto eterno di Dio.

La gratitudine a Dio un'espressione profonda della nostra comprensione del Suo piano per noi.

Questo eleva la gratitudine da semplice attitudine emotiva a pratica spirituale fondamentale che onora Dio!

Potremmo non avere sempre voglia di pregare e ringraziare Dio, perché le nostre circostanze potrebbero non essere favorevoli a questo dal nostro punto di vista, eppure dobbiamo farlo lo stesso perché questa è la volontà di Dio per noi in Cristo Gesù.

Possiamo dire che la gratitudine non è un termometro che misura le circostanze favorevoli, ma una bussola che punta sempre verso Dio, anche nella tempesta!

“Di solito Dio usa i momenti difficili per costruire il carattere delle persone e rafforzare la loro fede. È facile rendere grazie per le benedizioni; è più difficile rendere grazie per le benedizioni sotto mentite spoglie. Di gran lunga il compito più difficile è rendere grazie in ogni cosa, anche nelle situazioni che non hanno senso, o sono estremamente dolorose. Eppure questo compito difficile è stato assegnato a tutti i credenti perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù per te” ( Barton B. B. & Osborne G. R).

In questo preciso momento, “la tua bussola spirituale” sta puntando verso la gratitudine a Dio anche se stai vivendo un periodo difficile?
Dobbiamo ricordare che c’è sempre un motivo valido e benefico di tutte le circostanze che viviamo, anche quelle che consideriamo brutte! (cfr. per esempio Romani 8:28-29; Giacomo 1:2-4).

In secondo luogo, vediamo:
II LA POSIZIONE DEL RINGRAZIAMENTO
“In Cristo Gesù verso di voi”.

La volontà di Dio è per tutti, non solo per i cristiani, ma qui Paolo si riferisce in modo particolare ai cristiani.

“Verso di voi” (eis hymas – accusativo di riferimento) si riferisce alla chiesa, ai cristiani di Tessalonica, e oggi anche a noi se siamo veri cristiani, cioè se siamo in Cristo Gesù, sottolineando che questa non è una verità astratta, ma un'istruzione pratica per la vita quotidiana.

I veri cristiani devono e ringraziano Dio!

“In Cristo Gesù” (en Christō Iēsou – dativo locativo) indica lo spazio, o la sfera in cui qualcosa avviene, esprime che la volontà di Dio permea coloro che sono in Cristo Gesù: chiunque è spiritualmente dentro la sfera di Cristo, è soggetto alla volontà di Dio!

Prima di diventare cristiano, Paolo era comunque vincolato dalla volontà di Dio, ma questa non era collegata a Cristo Gesù. 

Salvato ora da ciò che Dio ha fatto in Cristo, Paolo vede tutta la sua vita, non solo le sue parole e azioni esteriori (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 4:3), ma anche il suo atteggiamento interiore (gioia, preghiera, rendere grazie), come conformati a ciò che Dio vuole. 

L'uomo salvato in Cristo Gesù è cambiato dall'interno (cfr. per esempio 2 Corinzi 5:17), di conseguenza è in grado di iniziare a offrire un'obbedienza completamente nuova basata radicalmente sul modello dell'obbedienza di Cristo Gesù.

Paolo sta descrivendo una realtà spirituale dove il credente si trova "in Cristo”, come in una nuova dimensione di esistenza. 

Infatti, una persona salvata da Gesù passa dal regno delle tenebre, di Satana al regno del Figlio di Dio (cfr. per esempio Atti 26:16-18; Colossesi 1:13)

È come se Cristo fosse uno spazio spirituale in cui il credente vive, si muove ed esiste.

Allora essere in Cristo Gesù non è solo una posizione teologica, ma uno spazio spirituale dove la gratitudine diventa il nostro respiro naturale!!

Ma spesso ci affanniamo in brontolii e lamentele come gl’Israeliti nel deserto sotto Mosè. 

Ignoriamo le benedizioni che Dio ci ha dato e ci dà in Cristo focalizzandoci invece sui problemi che abbiamo.

G. Beale scrive: “L'affermazione di Paolo che il popolo di Dio è in Cristo Gesù dovrebbe ricordare loro che devono vedere tutte le cose attraverso la lente di Cristo e non dal loro punto di vista”.

La gratitudine deriva dall'essere identificati con il nostro Messia Salvatore, cioè Cristo Gesù e dal ricevere le benedizioni che si hanno solo in Lui (cfr. per esempio Efesini 1:3) e che abbiamo perché siamo in Lui.

La gratitudine cristiana non è un esercizio isolato, ma è radicata nella comprensione di ciò che Dio ha fatto attraverso Cristo. 

“Un vero cristiano è un uomo che non dimentica mai per un momento ciò che Dio ha fatto per lui in Cristo e il cui intero comportamento e la cui attività hanno le loro radici nel sentimento di gratitudine” (John Baillie).
“Cristo Gesù” indica la persona che salva dai peccati (cfr. per esempio Matteo 1:21) e dall’ira di Dio, mediante il quale possiamo avere una relazione personale con Dio (cfr. per esempio Giovanni 3:16,36; Romani 5:1-11; 2 Corinzi 5:18-19; 1 Timoteo 2:5).

L'espressione "in Cristo Gesù" contestualizza questo comando all'interno della relazione con Cristo. 

Possiamo sintetizzare il ragionamento di Paolo così: una persona salvata da Dio per mezzo di Gesù Cristo, lo porta a essere sempre grato a Dio per la Sua misericordia (cfr. per esempio Romani 3:23-26; 7:24-8:2; Efesini 1:3-9; 1 Timoteo 1:13,15–16; Tito 3:3-7).

W. B. Hunter a riguardo dice: “Il perdono dei peccati, la redenzione e la giustificazione per grazia di Dio mediante la fede non lasciavano spazio al "vantaggio" umano. Ma nella mente di Paolo, essere trasformato dalle tenebre alla luce, dal potere di Satana a Dio, ricevere pieni diritti come figlio di Dio, era così sbalorditivo che praticamente costringeva a un incessante ringraziamento”.

Riconoscere ciò che Cristo ha fatto per noi infonde un profondo senso di gratitudine, consentendoci di rispondere alle nostre situazioni con gratitudine e fede.

È attraverso questa lente di salvezza in Cristo che i credenti sono chiamati a vedere e interpretare tutte le circostanze della loro vita.

Il segreto della gratitudine costante non sta nel nostro sforzo umano, ma nell'abitare consapevolmente nella sfera di Cristo Gesù, dove ogni circostanza è vista attraverso la lente della Sua grazia.

Se siamo in Cristo Gesù dobbiamo ringraziare in ogni circostanza Dio e lo faremo!
Questo è ciò che Dio vuole che tu faccia come cristiano, o cristiana!
Questo è quello che Dio vuole che facciamo se siamo in Cristo Gesù Colui che ci ha salvato!

La gratitudine è nella nostra consapevolezza del sacrificio di Cristo e delle benedizioni della salvezza che derivano da un cambiamento interiore. 

Per chi dimora in Cristo Gesù, per chi è nato di nuovo spiritualmente, la gratitudine è il linguaggio naturale (cfr. per esempio Giovanni 3:3-5; 2 Corinzi 5:17; Efesini 4:17-24).

Oppure, secondo un’altra interpretazione, il senso di “in Cristo Gesù” è: solo quando si è nella sfera di Cristo Gesù, solo quando viviamo in questa dimensione spirituale, possiamo davvero rendere grazie in ogni circostanza, anche in quelle più brutte, cosa che non faranno certamente gl’increduli!

E questa posizione spirituale che rende possibile la gratitudine a Dio in ogni circostanza!

Una persona non rigenerata può certamente essere grata quando le cose vanno bene, ma la capacità di rendere grazie "in ogni cosa", anche nelle difficoltà e nelle prove, è un frutto particolare di coloro che sono nella sfera di Cristo Gesù!

“In Cristo Gesù” si riferisce in questo senso a ciò che Dio vuole che facciamo e lo rende possibile anche se umanamente parlando è difficile farlo in ogni circostanza!

Dio non solo comanda di ringraziare in ogni circostanza, ma ci dà anche la capacità di poterlo fare! 

Possiamo realizzare efficacemente la volontà di Dio anche quando sembra impossibile farlo!

La nostra posizione in Cristo Gesù non è solo un privilegio da celebrare, ma una fonte di potenza che rende possibile ciò che umanamente sembra impossibile: ringraziare in ogni circostanza!

È solo vivendo nella realtà di Cristo, solo esistendo nella Sua sfera, che possiamo trovare la forza e la capacità di essere grati in ogni circostanza. 

È come se Paolo stesse dicendo: "Questo comandamento di rendere grazie in ogni circostanza può sembrare impossibile dal punto di vista umano, ma diventa realizzabile quando viviamo nella dimensione di Cristo, quando la nostra esistenza è immersa nella Sua realtà".

Ciò che vuole Dio da noi, possiamo realizzarlo per la Sua potenza che agisce in noi! (cfr. per esempio Efesini 3:20; Filippesi 4:13)

Il versetto, quindi, non sta semplicemente dando un comandamento difficile, ma sta anche implicitamente indicando che questo comandamento può essere adempiuto solo attraverso la potenza trasformante di Cristo nella vita del credente!

“In Cristo Gesù” suggerisce che questa capacità di ringraziamento universale non è tanto un'abilità che sviluppiamo, quanto una realtà che scaturisce dalla posizione che abbiamo in Cristo Gesù.

Questa volontà di Dio è per i cristiani, come lo anche la Sua potenza che fluisce nei cristiani in Cristo Gesù affinché la possano realizzare!

Leon Morris scrive: “La volontà di Dio è resa nota in Cristo, ed è in Cristo che ci viene data la dinamica che ci consente di realizzare quella volontà divina”.

Allora “In Cristo Gesù” è il dono della grazia di Dio, non solo perché siamo nella benedetta sfera, posizione di Gesù Cristo, ma anche perché ci rende capaci di fare la Sua volontà di ringraziare Dio in ogni circostanza, anche quelle più drammatiche!

CONCLUSIONE
Mentre ci avviciniamo al termine di questo anno, il messaggio di 1 Tessalonicesi 5:18 risuona con particolare forza nei nostri cuori. 

La gratitudine che Dio vuole da noi non è solo un semplice elenco di benedizioni ricevute durante l'anno, ma un profondo orientamento del cuore che scaturisce dalla nostra unione con Cristo Gesù.

Come abbiamo visto, questa gratitudine è:
Una volontà divina!
Una possibilità reale perché siamo in Cristo!
Una testimonianza vivente della trasformazione che Dio opera in noi!

Nel guardare all'anno che si conclude e a quello che sta per iniziare, siamo chiamati a ricordare che la nostra gratitudine non dipende da ciò che accade intorno a noi, ma da Colui che vive in noi. 

Essere "in Cristo Gesù" significa avere accesso a una dimensione di gratitudine che trascende le circostanze!

Che il nuovo anno ci trovi sempre più consapevoli di questa verità: non siamo solo chiamati a ringraziare, ma siamo stati posti in Cristo Gesù proprio per poterlo fare!

È qui che troviamo la chiave per una vita di gratitudine autentica e duratura, una gratitudine che non vacilla di fronte alle sfide, ma si radica sempre più profondamente nella realtà della nostra unione con Cristo.

Possiamo quindi varcare la soglia del nuovo anno, a Dio piacendo, con questa certezza: la volontà di Dio per la nostra gratitudine non è un peso da portare, ma un dono da scoprire giorno dopo giorno anche nelle circostanze brutte e difficili, nella potenza di Cristo Gesù che vive in noi.

Concludo con questa preghiera di George Herbert: “Mi hai dato così tanto... Dammi un'altra cosa: un cuore grato”. 


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