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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Matteo 10:7: La missione dei dodici discepoli

 Matteo 10:7: La missione dei dodici discepoli
  “Andando, predicate e dite: ‘Il regno dei cieli è vicino ’".
Immagina di trovare una bottiglia sulla spiaggia, certamente eccitato e curioso la apriresti per leggerne il contenuto.

Ho letto di un uomo che colleziona messaggi in bottiglia.
Pensate dal 2005 a oggi quest’uomo raccoglie bottiglie con messaggi lungo le spiagge del Gargano, complici le correnti che fanno sì che qualsiasi oggetto, comprese anche le bottiglie, convogliano su questo tratto di spiagge dell’Adriatico.
Quest’uomo portava il cane a farlo sfogare in spiaggia con lunghe passeggiate e da quando trovò una bottiglia con all’interno un messaggio iniziò la sua passione nel cercarle e raccoglierne altre; da allora ne ha trovate circa 900, che ha fotografato e catalogato, infatti sono messaggi di vario genere: di amore, di speranza, di richiesta di aiuto.

Ora, pensate, noi cristiani, siamo chiamati alla missione di portare il messaggio di Gesù Cristo, ma a differenza dei messaggi in bottiglia che raccoglie quest’uomo, abbiamo un messaggio unico più importante perché dall’accettare questo messaggio con fede e ravvedimento, dipende il nostro destino eterno. 

Non cerchiamo messaggi casuali portati dal mare, ma abbiamo un unico, prezioso messaggio da condividere con il mondo: il Vangelo del regno dei cieli come rivelato nella Bibbia.

Dopo aver descritto la compassione di Gesù per il popolo stanco e sfinito, è l’esortazione ai discepoli di pregare il Signore affinché chiamasse nuovi missionari (Matteo 9:36-38), Matteo parla della missione dei dodici discepoli. 

Gesù dà delle istruzioni a riguardo e tra queste istruzioni troviamo quale doveva essere il contenuto della loro predicazione che troviamo in questo versetto.

Il messaggio che i discepoli dovevano proclamare è esattamente lo stesso di quello di Giovanni Battista (Matteo 3:2) e di Gesù stesso (Matteo 4:17), anche se l'appello al ravvedimento in questo versetto non c’è, ma questo non significa che non lo fecero; infatti, Marco 6:12 ci dice che i discepoli predicarono il ravvedimento; è probabile che Matteo lo dia per scontato visto la natura della predicazione del regno dei cieli.
Quindi anche se il ravvedimento, non è menzionato, è però, presupposto.

Così vista la vicinanza del regno dei cieli, il popolo doveva ravvedersi.
I discepoli allora, dovevano continuare l'opera iniziata dal Battista e proseguita da Gesù.
Ora in questo versetto vediamo tre aspetti della missione dei dodici.

Il primo aspetto è:
I LA NATURA ITINERANTE DELLA MISSIONE
“Andando”. 
Questo verbo “andando” (poreuomenoi - presente medio participio) significa spostarsi da un luogo all'altro, cambiare luogo, muoversi, con l’implicazione di un azione continua.

Sottolinea chiaramente che la missione cristiana non è statica, ma implica un movimento costante, un uscire da se stessi e dalle proprie comodità per raggiungere gli altri.

Questo messaggio doveva essere proclamato mentre andavano da un luogo all’altro, quindi come vediamo anche dal contesto, doveva essere una missione itinerante, non un ministero stabile in un luogo (Matteo 10:11–15).

La missione dinamica affidata ai discepoli la vediamo ancora dopo la resurrezione di Gesù in Atti 1:8, in questo caso non doveva essere solo in Israele: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra”.

La missione di Gesù per i Suoi discepoli non è confinata in un luogo specifico, ma si estende a tutta la terra!

Tozer disse: “Il più grande evento della storia fu la venuta di Gesù Cristo nel mondo per vivere e morire per l'umanità. Il secondo più grande evento fu l'uscita della chiesa per incarnare la vita di Cristo e diffondere la conoscenza della Sua salvezza in tutta la terra”.

Questo ha continuato fino a oggi e continuerà ancora fino a quando Gesù non ritornerà.

Quindi, la missione non è stato un evento isolato nel passato, ma una realtà che si estende fino ai nostri giorni e continuerà fino al ritorno di Cristo.

Siamo chiamati a essere testimoni di Gesù Cristo fino agli estremi confini della terra!

La luce del regno dei cieli non può essere confinata; deve espandersi e illuminare ogni angolo del mondo!

Possiamo cominciare da dove viviamo, con chi conosciamo, o incontriamo!

Oggi rispetto al periodo degli apostoli abbiamo più mezzi e risorse, ma la domanda è: “Abbiamo la stessa passione, amore e coraggio di condividere il regno dei cieli agli altri?”

Il secondo aspetto è:
II LA NATURA DELLA PREDICAZIONE
“Predicate”.
Il verbo “predicate” (kērussete – presente attivo imperativo) è un ordine che significa “proclamare”, “annunciare” pubblicamente verità e principi religiosi sollecitando l'accettazione e la conformità.

È il far conoscere notizie importanti ad alta voce, come se si fosse un araldo.

Il predicatore è come un araldo che annuncia notizie importanti con voce forte e chiara, proclama il messaggio del regno dei cieli con coraggio e convinzione, invitando le persone ad ascoltare e a rispondere al messaggio che proclama.

Quindi il riferimento è a un annuncio pubblico fatto con franchezza secondo le disposizioni del Signore, e il tempo presente indica che doveva essere fatto ogni giorno.

Questa parola indica il proclamare con l'obiettivo di persuadere, sollecitare, ammonire a conformarsi (cfr. per esempio Marco 16:15,20; Romani 10:14; 1 Pietro 3:19).

Questa parola nel Nuovo Testamento è associata a Giovanni Battista che predica il ravvedimento (Matteo 3:1; Marco 1:4,7; Luca 3:3), così anche Gesù inizia il Suo ministero “predicando” (Matteo 4:17; Marco 1:14; Luca 4:18); è il Suo scopo (Marco 1:38; Luca 4:19).

Anche Gesù predicava la buona notizia del regno di Dio (Matteo 4:23; 9:35; Marco 1:14; Luca 8:1; 9:2).

Oggi abbiamo tante opportunità e mezzi, ma anche sfide, sfide che avevano anche Gesù, i Suoi discepoli e i primi cristiani.

Oggi per noi cristiani le sfide nel predicare il regno dei cieli, per esempio sono il secolarismo, il relativismo, il pluralismo religioso, l’individualismo, il materialismo e il consumismo, l’indifferenza e l’apatia, la delusione per la cattiva testimonianza morale della chiesa.

Oltre alla preparazione teologica, nel senso che dobbiamo conoscere il messaggio che dobbiamo condividere, è necessario anche un cammino coerente con il messaggio che predichiamo del regno dei cieli.

Un predicatore, un insegnante, un leader, o chiunque altro abbia l'ambizione di guidare, o influenzare gli altri, con la sua predicazione, o testimonianza, deve prima di tutto incarnare i valori che promuove.

C’è una frase di Miguel de Cervantes che rispecchia proprio questo: “Predica bene chi vive bene”.

Questa citazione sottolinea l’importanza della coerenza tra il messaggio predicato e la vita del predicatore, o del testimone di Gesù Cristo.
La predicazione non è solo parole, ma una vita vissuta in coerenza con il messaggio del Vangelo, un faro di speranza in un mondo oscuro.

L’ipocrisia è stata denunciata da Gesù (cfr. per esempio Matteo 23:1-36), ed è certamente un ostacolo alla predicazione perché mina la credibilità del predicatore, offusca il messaggio evangelico, causa scandalo e rende difficile la conversione.

Esopo diceva: “Non avrò niente a che fare con un uomo che può soffiare caldo e freddo con lo stesso respiro”.

Nicolás Gómez Dávila ha definito l’ipocrisia in questo modo: "L’ipocrisia non è lo strumento dell’ipocrita, ma la sua prigione”.

Questa citazione sottolinea come l’ipocrisia, anziché essere un mezzo efficace, intrappola l’ipocrita stesso, rendendolo meno credibile.

Pertanto, faremo bene a guardarci dall’essere ipocriti!

Il terzo aspetto è:
III LA NATURA DEL MESSAGGIO
Quello che i dodici discepoli dovevano predicare e dire era: “Il regno dei cieli è vicino”.

Il regno dei cieli è il regno di Dio (cfr. per esempio Matteo 6:33; 12:28; 19:24; 21:31,43).

L'espressione "il regno di Dio" denota il concetto dinamico di: "Dio che governa", indica il dominio, la signoria regale di Dio.   

Infatti, “regno” (basileia) significa, in primo luogo l'autorità di governare come un re e in secondo luogo il regno su cui si esercita tale autorità. 

Come creatore del mondo, Dio è esaltato al di sopra di tutte le Sue creature.
(1) Dio è Re su tutta la creazione (cfr. per esempio 1 Cronache 29:11-12; Salmi 93:1-2; Salmi 99:1-2; Salmi 103:19; Salmi 145:11; Geremia 10:7; Malachia 1:14).

(2) Dio è Re d’Israele (cfr. per esempio Esodo 15:18; 1 Samuele 12:12; Salmi 5:2; Isaia 41:21; Isaia 43:15). 

(3) Dio è Re della chiesa (cfr. per esempio Matteo 6:33; Matteo 22:37-38; Marco 8:34-35; Luca 6:46).

Il regno di Dio si è manifestato nella storia d'Israele, nell'esodo dall'Egitto con il dono della Sua legge sul monte Sinai, ma si manifesterà sommamente con l'avvento del Messia, questa era l’aspettazione sotto l’Antico Patto.
Il regno di Dio è l’autorità, l’iniziativa e l’azione di Dio, che entra nella storia dell’uomo per attuare la Sua storia di redenzione. 

Dio viene ed entra nella storia per salvare l’uomo. 
Far parte del regno di Dio significa essere salvati (Matteo 25:34; Marco 10:14-15,25-26; Giovanni 3:3,5).

Ma come dobbiamo intendere “vicino”? 
Al tempo di Gesù, gli Ebrei credevano in due epoche completamente diverse: l'età attuale della peccaminosità governata da Satana e l'età a venire, quando Dio avrebbe distrutto il male una volta per tutte. 

In Gesù, l’età futura del regno di Dio ha già invaso questa età presente; il regno dei cieli, di Dio, è presente ora in Gesù (cfr. per esempio Luca 11:20) ed è garantito dallo Spirito Santo (cfr. per esempio 2 Corinzi 1:22; Efesini 1:13-14).

Ma in futuro sarà completamente realizzato quando Cristo ritornerà e scaccerà definitivamente il male!! (cfr. per esempio Apocalisse 20:9-15; 21:8; 22:15).

Quindi come il significato predominante nell’Antico Testamento, il regno è una forza dinamica di Dio che interviene con potenza negli affari umani per raggiungere i Suoi scopi (cfr. per esempio Isaia 40:10; 46:10; Giovanni 5:17; Efesini 1:3-14). 

In altre parole, possiamo affermare che il regno di Dio è l'esercizio dinamico della Sua sovranità sulla terra e tra gli uomini.

“Vicino” (ēngiken, perfetto attivo indicativo) è usato nella LXX, la traduzione greca dell’Antico Testamento (cfr. per esempio Isaia 46:13; 51:5; 56:1), per esprimere la vicinanza dell'azione salvifica di Dio. 

“Vicino” si riferisce anche a una vicinanza spaziale (cfr. per esempio Matteo 12:28; Luca 11:20; 17:21; Cfr. Luca 4:21; Marco 10:14-15; 12:34), in questo senso si riferisce a Gesù, quindi in Gesù di Nazaret, il regno di Dio si stava manifestando.

Il regno di Dio è nella persona di Gesù e nel Suo ministero (cfr. per esempio Matteo 12:28; Luca 11:20; 17:21). 

Nelle azioni di Gesù, il regno di Dio ha invaso questo mondo, è presente fra gli uomini. 
Benché la venuta del regno resti futuro, Dio lo manifesta nella persona e ministero di Suo Figlio nel presente. 

Il Figlio è già presente tra il popolo del patto e attraverso di Lui, l'atto sovrano di Dio nel redimere il Suo popolo è iniziato. 

Il regno è fatto vicino, spazialmente nella persona di Gesù, che incarna il regno in modo velato e temporalmente perché è l'unico evento che ha luogo prima della fine (Lane). 

Il regno dei cieli è venuto con Gesù, con la Sua predicazione, con i Suoi miracoli, è venuto per dominare con grazia e per respingere il regno delle tenebre attraverso guarigioni ed esorcismi, e quindi con la Sua morte e risurrezione, e ritornerà alla fine dei tempi. 

Il ministero di Gesù Cristo dimostrerà come ha dimostrato in che modo Dio è sovrano. 

Quindi qui come anche in Marco 1:15, il regno di Dio si è avvicinato spazialmente nella persona di Gesù, e temporalmente, in quanto inaugura gli eventi della fine, come confermato dal fatto che il tempo è compiuto (Marco 1:15). 

Il regno di Dio è effettivamente venuto nella storia, anche se stiamo ancora in attesa della Sua completa realizzazione. 

Il regno dei cieli, il regno di Dio è come l'alba: la luce è già visibile, ma il pieno splendore del giorno deve ancora arrivare al Suo ritorno.

Oppure il regno dei cieli è come una sinfonia che è già iniziata con la prima venuta di Gesù, ma il movimento finale e più glorioso deve ancora essere suonato al Suo ritorno.

Ma l’enfasi comunque è sul fatto che Dio regna attivamente!!! 

Domina sopra i peccati, sulle malattie e sopra i poteri ostili!!

CONCLUSIONE
Da questi tre punti possiamo fare tre applicazioni.
1) Prima di tutto, come discepoli di Gesù siamo chiamati a continuare questa missione senza tentennamenti e staticità!
Dobbiamo andare oltre il nostro vicinato, i nostri parenti, amici, quartiere, dobbiamo avere una visione più estesa.

John Wesley, fondatore del metodismo, era noto per i suoi viaggi instancabili per predicare il Vangelo. Si stima che abbia percorso oltre 250.000 miglia, circa 402.336 chilometri, a cavallo durante il suo ministero. 
Una volta disse: "Il mondo è la mia parrocchia", sottolineando la natura itinerante della sua missione.

Essere discepoli significa essere in movimento per predicare la Sua Buona Notizia!
La predicazione del regno non è un'opzione, è un imperativo. 
Siamo araldi di un Re che sta arrivando!
2) In secondo luogo, sempre come discepoli siamo chiamati a predicare il vangelo che riguarda Gesù Cristo, il vangelo della salvezza (cfr. per esempio Marco 16:15-16; Atti 5:42; Romani 1:1-4,16-17; 10:145-15; 1 Corinzi 15:1-9).
Abbiamo tanti mezzi e strumenti oggi per presentare il Vangelo.

Dio non salva attraverso altro, ma solo attraverso la predicazione del Vangelo.
Gesù ci insegna a prenderci cura degli altri, ma è la predicazione del Vangelo mediante il quale Dio salva! (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:17-25).

Un gruppo di volontari impegnato negli scavi di un sito archeologico in Normandia, regione del nord della Francia, ha portato alla luce un messaggio in una bottiglia risalente al XIX secolo. 
La piccola lettera apparteneva a un uomo, anche lui archeologo, che aveva esplorato la regione più di duecento anni fa. 
Un ritrovamento che è stato un momento magico per i ricercatori, perché il mittente sembrava quasi "in ascolto diretto" con loro. 
Il caposquadra del sito, Guillaume Blondel, alla Bbc News ha dichiarato: "È stato un momento assolutamente magico, sapevamo che in passato c'erano stati degli scavi qui, ma trovare questo messaggio di duecento anni fa è stata una sorpresa totale". 

Il messaggio del Regno di Dio è come quella bottiglia nascosta per secoli, quando lo "disseppelliamo" e lo condividiamo con gli altri, crea un ponte attraverso il tempo, collegando le persone direttamente a Gesù e al Suo messaggio eterno.

Chissà com’è stato per Guillaume Blondel, vale a dire: “Un momento assolutamente magico", emozionante e di gioia, può esserlo anche per noi quando condividiamo il messaggio del Vangelo e vediamo qualcuno rispondere ad esso con fede e ravvedimento, segni di nuova nascita, infatti:
3) In terzo luogo, ricordiamo che per far parte del regno di Dio è importante la nuova nascita! (Giovanni 3:3-5).
La nuova nascita non è un'opzione, è la porta d'ingresso al regno dei cieli; senza di essa, restiamo solo osservatori esterni.

Non esiste un altro modo! Se non sei nato, o nata di nuovo, non fai parte del regno di Dio! Prega il Signore per questo.

Un’ultima nota importante è: se facciamo parte del regno dei cieli, del regno di Dio, siamo dalla parte di chi domina, di chi regna attivamente su tutto; quindi, questo ci porta serenità e grande conforto!




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