Romani 8:11: Le garanzie della nostra resurrezione
Come un raggio di luce che squarcia improvviso la notte più profonda, la resurrezione di Cristo irrompe nella storia umana, illuminando il sentiero oltre la tomba. Non un semplice evento confinato nei libri di storia, ma un’alba trasformativa che rivela un orizzonte nuovo dove sembrava esserci solo il muro invalicabile della morte.
Nel silenzio della tomba vuota, risuona ancora l’eco di una promessa: la speranza della nostra resurrezione garantita da quella di Gesù.
Mentre il mondo attorno a noi credenti, è avvolto nella nebbia dell’incredulità, o dell’amnesia spirituale che il peccato genera, noi custodiamo lucidamente la verità del vero significato della Pasqua, che la tomba non è la nostra destinazione finale!
Questo perché lo stesso Spirito che frantumò le catene della morte di Gesù pulsa già dentro di noi, operando silenziosamente la medesima potenza.
Le nostre lacrime, le nostre ferite, le nostre malattie, persino la morte non saranno per sempre!
Ecco, oggi voglio parlarvi di resurrezione! Non di una teoria teologica, ma di un potere esplosivo che ha frantumato i sigilli della tomba e che vuole frantumare ogni catena nella vostra vita!
Paolo, in Romani 8:11, ci offre una delle riflessioni più profonde della resurrezione:“Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.
In questo versetto, Paolo ci rivela tre stupende verità sulla resurrezione che oggi voglio condividere con voi tre “P”: la primizia, la presenza e la promessa. Esploriamole insieme.
Cominciamo con la prima “P”:
I LA PRIMIZIA DELLA RESURREZIONE
Gesù è stato il precursore della resurrezione.
Per due volte Paolo afferma che Gesù è risuscitato dai morti: “lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi” e “colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti”.
Nella Bibbia vediamo diverse volte l’agente della resurrezione è Dio Padre (cfr. per esempio Romani 6:4; 1 Corinzi 6:14; Colossesi 2:12), o lo stesso Gesù (cfr. Giovanni 10:17-18); ma qui si riferisce allo Spirito Santo, è chiaro così che la Trinità è coinvolta nella resurrezione (cfr. per esempio 1 Corinzi 6:14; Filippesi 3:21; 1 Tessalonicesi 4:13-18).
Consideriamo prima di tutto:
A) La certezza della primizia
Questa ripetizione non è causale e nemmeno un errore.
Paolo era ripieno di Spirito Santo ed era un brillante studioso della Sacre Scritture formato alla scuola di Gamaliele (Atti 22:3), sceglie le parole con estrema precisione semplicemente per collegare l’opera dello Spirito Santo (cfr. per esempio Romani 5:5; 9:1; 14:17; 15:13,16), cioè lo Spirito che proviene da Dio e da Gesù Cristo, come leggiamo nel v.9, alla potenza di Dio nella resurrezione, che nel v.11 come abbiamo letto lo ripete due volte.
Il motivo è perché vuole far emergere ed evidenziare lo stretto legame tra la risurrezione di Cristo e la risurrezione dei cristiani (cfr. per esempio 1 Corinzi 6:14; 15:20,23; 2 Corinzi 4,14; Filippesi 3:21; 1 Tessalonicesi 4:14).
Anche i nomi usati in alternanza: “Gesù” e “Cristo” hanno un significato profondo.
Quando Paolo usa “Gesù” (Iēsoun), sta enfatizzando la Sua umanità e quindi anche la Sua storicità.
È Gesù di Nazaret, l’uomo che è veramente esistito che è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto, non un fantasma, ma con un corpo reale, fisico, di carne e sangue, un vero essere umano.
Quando invece dice “Cristo” (Christon in greco), sta sottolineando non solo il Suo ruolo come Messia, l’Unto di Dio (cfr. per esempio Matteo 16:16; Giovanni 1:41), ma anche qualcosa di più profondo: il Cristo "corporativo", cioè Gesù come capo del Suo corpo di cui noi credenti siamo membra (cfr. per esempio Romani 12:4-5; 1 Corinzi 12:12-27; Efesini 1:22-23; 4:15-16; Colossesi 1:18; 2:19).
Quindi la stessa potenza, cioè quella dello Spirito Santo che ha risuscitato Gesù dai morti, risusciterà anche la Sua chiesa, i credenti!
Questa è la nostra certezza, una dottrina fondamentale nel cristianesimo: la resurrezione dei morti di cui Gesù è stato il primo (Colossesi 1:18), la primizia come garanzia che lo saremo anche noi credenti che facciamo parte del Suo corpo, la chiesa.
Come dice Paolo in 1 Corinzi 15:20-23 Cristo è "la primizia" (aparchē), cioè il primo frutto della resurrezione di coloro che sono morti.
La primizia era la prima parte del raccolto che si offriva a Dio, come garanzia che l’intero raccolto era consacrato a Lui.
Come i primi frutti garantivano il resto del raccolto, e quindi l’offerta a Dio, così la risurrezione di Cristo è garanzia della futura risurrezione dei credenti quando Lui ritornerà.
La morte non è la fine definitiva per chi è “in Cristo”, perché la Sua tomba vuota garantisce anche la nostra futura risurrezione al Suo ritorno (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 4:13-18).
Non siamo orfani spirituali, brancolanti in un universo indifferente! Siamo parte del più grande miracolo della storia!
Tutti coloro che appartengono a Lui risorgeranno come Lui è risorto.
Non è una fragile speranza, ma una certezza basata su un precedente storico!
La fede cristiana non è ottimismo psicologico, ma è ancorata all’evento più potente della storia: la vittoria di Cristo sulla morte!
Vediamo allora:
B) La consolazione della primizia
Paolo non sta parlando di teologia astratta, ma di qualcosa che avverrà veramente.
Come scrisse C.S. Lewis: “La resurrezione di Cristo non è una lezione isolata su come sbarazzarsi della morte. È il modello e l’inizio di qualcosa destinato a succedere all’intero universo”.
La resurrezione è un orizzonte infinito che si apre dove sembrava esserci solo il muro della morte.
Oppure come un seme sepolto nel buio del terreno che, quando tutto sembra finito, rompe improvvisamente la crosta della terra spuntando verso una nuova e più potente forma di vita.
O come simile all’alba che arriva dopo la notte più buia, dimostrando che le tenebre, per quanto opprimenti possano sembrare, sono sempre temporanee e destinate a cedere davanti alla maestosità di una luce più grande che rinnova e rivitalizza tutto ciò che tocca.
Non finisce tutto con la morte!
La morte non avrà l’ultima parola per i credenti; rappresenta l’ultimo attacco doloroso, ma è inefficace per coloro che sono stati salvati veramente da Gesù!
Questo deve darci consolazione, serenità, forza e gioia!
La resurrezione di Cristo è il sigillo che conferma che la redenzione è compiuta!
La risurrezione completa l’opera di redenzione della morte di Gesù!
La morte e la risurrezione di Gesù sono indissolubilmente unite, se non ci fosse stata la risurrezione, sarebbe venuto a mancare anche il significato della Sua morte, noi saremmo ancora nei peccati dice 1 Corinzi 15:17.
Quindi la risurrezione non solo è l’approvazione di Dio per la missione del Figlio sulla terra, ma è stata necessaria affinché Gesù potesse fare da mediatore, intercessore e avvocato nostro davanti a Dio, garantendo così la nostra salvezza.
In Romani 8:32-34 leggiamo: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. (cfr. Romani 4:24-25; Ebrei 7:25)
Oggi Gesù è alla destra di Dio e intercede a favore dei credenti presso Dio, se fosse rimasto nella tomba non avrebbe potuto farlo!
Passiamo ora alla seconda “P”:
II LA PRESENZA DELLO SPIRITO SANTO
Possiamo dire la presenza della potenza che dimora in noi (cfr. per esempio 1:8; Romani 15:13).
La presenza dello Spirito Santo è:
A) Potenza permanente
Per ben due volte Paolo sottolinea che lo Spirito Santo abita nei credenti.
Mentre questa traduzione, la Nuova Riveduta 2020, dice due volte “abita”, in realtà Paolo usa due parole greche diverse.
La prima nella frase: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, “abita” (oikei – presente attivo indicativo) significa “dimora”, “risiede”.
Nell’altra frase: “Per mezzo del suo Spirito che abita in voi”, “abita” (presente attivo participio), è “abita dentro” (enoikountos – presente attivo participio), una forma intensificata che evidenzia
“Abita dentro” evidenzia quattro verità:
1) Evidenzia che non è una visita occasionale dello Spirito Santo, ma una presenza permanente, un insediamento stabile.
È come qualcuno che ha preso residenza permanente, non un ospite di passaggio.
2) Evidenzia che lo Spirito Santo non è semplicemente “accanto a” o “con” il credente, ma è radicato nel più profondo dell’essere della persona.
3) Evidenzia una relazione intima, stretta e personale, non distante, o formale.
4) Evidenzia che chi abita in un luogo lo trasforma e lo influenza.
Così fa lo Spirito Santo, abitando dentro una persona lo trasforma dall’interno.
Dunque, questo concetto dell’abitare dello Spirito è molto significativo.
Nel capitolo 8, Paolo ci fa capire che ci sono solo due tipi di persone nel mondo.
Esistono le persone che vivono secondo la carne, cioè secondo i principi e le inclinazioni della natura umana peccaminosa, dominati dalle passioni egoistiche e separati da Dio, quindi che vivono in una condizione di ribellione contro Dio.
Poi esistono le persone che vivono secondo lo Spirito, cioè una vita governata e guidata dallo Spirito Santo, la persona che è stata liberata dal dominio del peccato e vive in comunione con Dio, manifestando il frutto dello Spirito Santo invece delle opere della carne (Romani 8:5-10; cfr. Galati 5:16-22).
Quindi, una distinzione importante tra un cristiano e chi non lo è, sta certamente proprio nella dimora dello Spirito Santo.
I credenti, coloro che sono stati salvati da Dio in Cristo, hanno tutti lo Spirito Santo (cfr. per esempio Romani 5:5; 1 Corinzi 12:13; 2 Corinzi 1:22; Galati 4:6; Efesini 1:13-14; 1 Giovanni 4:13), mentre coloro che sono ancora perduti nel peccato, non ce l’hanno.
Non esiste la possibilità di essere salvati e non avere lo Spirito Santo. Se non hai lo Spirito Santo in te, non sei salvato!
Questa presenza non è un'esperienza mistica riservata a pochi eletti, ma la realtà fondamentale di ogni vero credente.
Un altro aspetto interessante è che lo Spirito Santo, non è qualcosa di impersonale, è un essere personale (cfr. per esempio Giovanni 14:16-17; 16:13-14; Atti 13:2; Efesini 4:30), cioè ha caratteristiche di una persona, ed è Dio come il Padre e il Figlio (Matteo12:31-32; Atti 5:3-4; 1 Corinzi 3:16; 2 Corinzi 3:17; Ebrei 9:14), in una relazione Trinitaria (cfr. per esempio Matteo 28:19; Giovanni 14:26; 1 Corinzi 12:4-6; 2 Corinzi 13:13; 1 Pietro 1:2).
Ora lo Spirito Santo ha una potenza dinamica impressionante, infatti come abbiamo detto prima: ha risuscitato Gesù dai morti, ma lo troviamo anche coinvolto nella creazione (Genesi 1:2; Giobbe 33:4; Salmo 104:30), o nel rigenerare, cioè, rendere una persona nuova in Cristo (cfr. per esempio Giovanni 3:3-8; 2 Corinzi 5:17; Tito 3:5), o nel potenziare una persona a servire Dio in modo efficace (cfr. per esempio Esodo 31:3; Giudici 14:6; 1 Samuele 16:13; Luca 4:14-15; Atti 1:8; 10:44-45; Romani 15:18-19; 1 Corinzi 2:4; 1 Tessalonicesi 1:5)
Lo Spirito Santo ha una forza vivificante porta vita dove c’è morte! (Ezechiele 37:1-14).
Quindi quando parliamo dello Spirito Santo, parliamo della potenza irresistibile di Dio mediante la quale Egli compie i Suoi scopi, abbattendo tutti gli ostacoli, trasformando l’impossibile in possibile.
Pensate un attimo! Questa potenza è presente in te se appartieni a Cristo!
La forza più potente dell’universo, la potenza che ha creato ogni cosa dal nulla, che ha risuscitato Gesù Cristo dalla tomba, non è qualcosa di lontano, o irraggiungibile - abita in te! È anche operante nella tua vita!
Non è un’energia impersonale, ma la presenza personale di Dio in te.
Se sei in Cristo, tu sei il tempio dello Spirito Santo! (cfr. per esempio 1 Corinzi 3:16; 6:19).
La tomba vuota di Gesù non è solo un evento storico da celebrare, ma ci ricorda che in noi è presente una potenza che ci sostiene nelle prove.
Non sei solo nei tuoi combattimenti!
Lo stesso Spirito divino che ha frantumato le catene della morte non è rimasto in cielo a guardare - ha preso residenza permanente dentro di te per aiutarti!
Se ha il potere di creare e di vincere la morte, cosa possono essere per Lui le tue difficoltà!
Inoltre, lo Spirito Santo è la forza motrice e la fonte di vitalità che si rinnova ogni giorno affinché possiamo vincere la tentazione (cfr. per esempio Romani 8:12-13) e per servirlo in modo efficace in questa società secondo la Sua volontà.
Ma dobbiamo lasciare fare a Lui, non dobbiamo opporgli resistenza come se fossimo guanti nelle Sue mani!
Corrie ten Boom, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, una volta disse: “Ho un guanto qui nella mia mano. Il guanto non può fare nulla da solo, ma quando la mia mano è in esso, può fare molte cose. Noi siamo guanti. È lo Spirito Santo in noi che è la mano, che fa il lavoro”.
La presenza dello Spirito Santo è:
B) Promessa preziosa
Lo Spirito Santo in noi è la garanzia della nostra futura resurrezione.
Come ricorda sempre Paolo dopo aver parlato dello Spirito Santo come suggello, dice in Efesini 1:14: “Il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati, a lode della sua gloria”.
“Pegno” (arrabōn), significa “caparra”, era un termine commerciale e si riferiva a un acconto, appunto a una caparra, al pagamento di una parte comportante l’assicurazione che l’intero pagamento si sarebbe fatto.
Lo Spirito Santo è la garanzia fino a quando non saremo in cielo, la garanzia che quanto Dio ha promesso riguardo la salvezza ci darà.
Lo Spirito in noi è come quella e-mail di conferma che ricevete quando fate un ordine online: garantisce che il "pacco" della resurrezione sta arrivando!
Ma attenzione! Questa promessa è per coloro in cui lo Spirito dimora, sottolineando quindi l’importanza della vera conversione e della presenza reale dello Spirito nella vita del credente.
Infatti, Gesù ha detto che c’è una resurrezione di vita e una di giudizio (Giovanni 5:29).
Daniele dice una resurrezione per la vita eterna, o per la vergogna e un’eterna un’infamia (Daniele 12:2).
Questo ci porta a considerare:
III LA PROMESSA DELLA TRASFORMAZIONE
La promessa che i corpi mortali saranno vivificati.
“Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.
Vediamo che questa trasformazione:
A) È una trasformazione trionfante
Lo stesso Spirito che ha risuscitato Gesù dai morti è quello che dimora nei credenti ed è quello che li vivificherà (zōopoiēsei – futuro attivo indicativo), letteralmente è: “vita farà”. (cfr. per esempio Romani 8:10).
Paolo usa “vivificare” un’opera creativa che porta a una nuova condizione, per indicare una trasformazione, è come se il grido di Paolo attraverso i secoli ci comunica ancora oggi: "Quello che Dio ha in serbo per voi non è un semplice restauro, o una piccola riparazione, è una metamorfosi cosmica! Non è un ritorno al passato, ma un balzo verso un futuro glorioso che occhio non ha mai visto e che mente umana non può concepire!"
Pensiamo al significato pasquale di questa promessa.
Quando celebriamo la Pasqua, non si ricorda semplicemente un ritorno alla vita precedente; Gesù non è tornato alla Sua esistenza mortale!
La risurrezione dei nostri corpi mortali non sarà semplicemente un’appendice della nostra salvezza, ma il suo compimento finale!
E ancora, questa trasformazione:
B) È una trasformazione splendente
Lo Spirito Santo ricreerà una versione perfetta di noi! In un corpo simile a quello risorto e glorioso di Gesù!
La parola "mortale" (thnētos) in greco non indica semplicemente qualcosa che può morire, ma qualcosa che è destinato a morire, che porta in sé il seme della morte.
È una condizione di fragilità che tutti conosciamo fin troppo bene nel’avanzare degli anni.
Vedete le rughe che si formano sul tuo corpo?
Sentite i dolori nelle articolazioni?
Avvertite i limiti del vostro corpo?
Sentite come il fiato si fa corto dopo aver salito rapidamente le scale?
La vista si offusca e l'udito si affievolisce?
Questo passo della Bibbia dichiara su questo stesso nostro corpo: “Non è la fine della storia! La tua polvere si trasformerà in gloria! Il tuo fango diventerà diamante!”
Come il bruco che si chiude nel bozzolo solo per emergere trasformato in una splendida farfalla, così il nostro corpo mortale attraverserà la morte solo per essere vivificato in una forma più gloriosa, più potente, destinata all'eternità!
Guardatevi attorno questa mattina di Pasqua.
Vedete i nostri anziani che fanno fatica a camminare?
Vedete chi lotta con malattie croniche?
Vedete chi porta i segni dell’età sul viso e nel corpo?
Vedete chi combatte contro il cancro?
Questo è il nostro corpo segnato dalla mortalità, infatti “corpi mortali” (ta thnēta sōmata), si riferisce proprio a essere destinati a morire a causa del peccato (cfr. per esempio Romani 5:12; 6:12,23; 8:10); ma saranno vivificati, cioè trasformati!
Douglas Moo scrive: “Il potere vivificante dello Spirito non è limitato dalla mortalità del corpo, ma supera e trasforma tale mortalità nell’immortalità della vita eterna in un corpo risorto”.
La mortalità dei nostri corpi attuali è dovuta al peccato, ma il corpo risuscitato sarà immortale.
Il potere vivificante dello Spirito Santo non è circoscritto dalla mortalità del corpo, ma supera e trasforma quella mortalità nell’immortalità della vita eterna in un corpo risuscitato glorioso!
All’atto della resurrezione, i nostri corpi non solo cesseranno di essere morti, ma cesseranno anche di essere soggetti alla morte, al peccato, alla debolezza e alla malattia! (cfr. per esempio Apocalisse 21:4).
Il versetto non parla semplicemente di un ritorno alla vita, ma di una trasformazione del corpo mortale in un corpo immortale e glorificato.
Secondo 1 Corinzi 15:42-44 e Filippesi 3:21 la trasformazione del corpo umano nella risurrezione non è semplicemente un ripristino del corpo terreno, e nemmeno una creazione dal nulla di nuovi corpi, ma una trasformazione radicale dei corpi esistenti, una radicale metamorfosi in qualcosa di qualitativamente diverso.
Il corpo risorto mantiene continuità personale con il corpo attuale, ma sarà libero dalle limitazioni della corruzione, debolezza e mortalità.
Il modello per questa trasformazione è il corpo glorificato di Cristo dopo la sua risurrezione.
Il Suo corpo risorto, pur essendo riconoscibile, era fondamentalmente trasformato - poteva attraversare porte chiuse (Giovanni 20:19), apparire e scomparire (Luca 24:31), e non era più soggetto alla morte (Romani 6:9).
Paolo ci invita quindi a guardare alla nostra esistenza fisica attuale come temporanea e destinata a una gloriosa trasformazione, offrendo speranza ai credenti che il loro destino finale non è la dissoluzione, non è un corpo come quello che si ha in questo presente, ma una glorificazione che riflette quella di Cristo stesso.
Una trasformazione splendente!
Se siamo veri cristiani, non siamo destinati alla decomposizione eterna!
Non siamo condannati a dissolverci nel nulla!
La nostra destinazione non è la polvere, ma la gloria!
Infine, questa trasformazione:
C) È una trasformazione focalizzante
Questa trasformazione non deve essere sfocata e nemmeno dimenticata!
“Il gigante sepolto” è un romanzo pubblicato nel 2015 dallo scrittore britannico di origine giapponese Kazuo Ishiguro, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2017.
Il romanzo è ambientato in Inghilterra in un periodo alto medievale dopo la partenza dei Romani. La storia segue una coppia di anziani britanni, Axl e Beatrice, che partono per un viaggio alla ricerca del figlio che non vedono da molto tempo.
Il paesaggio è avvolto in una misteriosa nebbia che causa amnesia collettiva, facendo dimenticare alle persone non solo eventi storici, ma anche esperienze personali significative del loro passato, mentre i protagonisti cercano di recuperare la memoria.
Analogamente, viviamo in un mondo dove la verità centrale della Pasqua, quindi della resurrezione - il fondamento della speranza cristiana - è stata in qualche modo "dimenticata", o messa da parte, oppure offuscata da molti, oppure è proprio ignorata.
Come cristiani la resurrezione di Cristo e la promessa e speranza meravigliosa della resurrezione per noi, deve essere sempre focalizzata così com’è!
Resisteremo all’oblio collettivo, come raccontato nel romanzo, se siamo veri cristiani!
Ora in questa Pasqua, ripensiamo alla straordinaria trasformazione del corpo risorto di Cristo come anticipazione della nostra futura resurrezione!
Anche se il nostro corpo è destinato alla morte, la nostra speranza è certa tanto che qualcuno ha detto: “In verità, il giorno della nostra morte è migliore del giorno della nostra nascita, perché la prima volta siamo nati nel peccato, ma la prossima volta che moriamo, rinasceremo nella santa perfezione”.
Nel libro: “L’ultima battaglia”, C.S. Lewis descrive l’aldilà come "il capitolo 1 della grande storia che nessuno sulla terra ha letto: che continua per sempre, in cui ogni capitolo è migliore del precedente".
Il nostro futuro, grazie a Gesù, non è la tomba ma andare nella casa del Padre in cielo (Giovanni 14:1-3).
C’è una tensione nel nostro versetto che riflette la realtà della vita cristiana.
Da un lato, Paolo dice che lo Spirito “abita” in noi - questo è al presente, è qualcosa che abbiamo già.
Ma dall’altro lato, dice che lo Spirito Santo vivificherà i nostri corpi mortali, questo è al futuro, è qualcosa che aspettiamo.
È quella che i teologi chiamano la tensione del "già e non ancora".
Già abbiamo lo Spirito, ma non ancora abbiamo il corpo risuscitato.
Già siamo figli di Dio, ma non ancora vediamo pienamente cosa questo significhi (1 Giovanni 3:2).
Paolo lo dice chiaramente più avanti che la creazione geme ed è in travaglio, poi dice: "Anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo" (Romani 8:23).
CONCLUSIONE
Oggi come nel passato ci sono state tante discussioni sulla resurrezione, ma come ha detto N.T. Wright: “La resurrezione non è una teoria da discutere, ma una promessa da abbracciare”.
La nostra fede non è fondata su una filosofia astratta, ma sulla certezza che lo stesso Spirito che ha risuscitato Cristo dai morti abita in noi e ci vivificherà!
Nella fede cristiana, possiamo essere certi della resurrezione perché, abbiamo il doppio fondamento della certezza cristiana: la resurrezione di Cristo e l’esperienza dello Spirito Santo in noi.
Ricordiamo questo nel giorno di Pasqua!
I nostri corpi, pur soggetti alla debolezza e alla morte, portano in sé il seme della resurrezione futura.
Non è una semplice rianimazione, o un ritorno alla vita precedente, ma una trasformazione radicale operata dallo stesso Spirito che ha risuscitato Cristo.
Finalmente avremo un corpo non più segnato dal peccato, dalla sofferenza, dal decadimento e dalla morte!
Tutti viviamo dei “Venerdì Santi” nella nostra vita. Momenti di croce, di sofferenza, di apparente sconfitta. Momenti in cui, come i discepoli, vediamo solo la morte dei nostri sogni, delle nostre speranze, e non riusciamo a vedere oltre.
Ma il messaggio di Paolo in Romani 8:11 è che non dobbiamo fermarci al Venerdì Santo!
La storia non finisce con la croce, ma con la tomba vuota!
Non finisce con la morte, ma con la vita!
Non finisce con la sconfitta, ma con la vittoria!
Viviamo dunque come persone di resurrezione, che già sperimentano “le primizie” della vita a venire, in attesa della piena redenzione dei nostri corpi.
Ricordate: il grido “è risorto!” Non è solo il ricordo di un evento passato, ma la proclamazione di un futuro certo per tutti coloro in cui dimora lo Spirito di Dio.
Questa è la Pasqua da ricordare e vivere!
“Padre celeste, Ti ringraziamo per la straordinaria promessa della resurrezione. Grazie perché lo stesso Spirito che ha risuscitato Cristo dai morti abita in noi. Ti preghiamo di aiutarci a vivere alla luce di questa verità.
Nelle nostre debolezze, nelle nostre lotte, nei nostri ‘Venerdì Santi’, ricordaci che il Tuo Spirito di resurrezione è già all’opera in noi.
Donaci di camminare oggi non nella disperazione, ma nella speranza, non nella sconfitta, ma nella vittoria, non come morti che camminano ma come persone risuscitate con Cristo. Nel nome di Gesù, Amen”.